marchionne

1. SE I CINESI VOGLIONO COMPERARE LA FCA, MARCHIONNE SOGNA DI COMPERARSI LA FERRARI 2. IL MANAGER COL PULLOVER È PRESIDENTE ED UNO DEGLI MAGGIORI AZIONISTI DEL CAVALLINO ROSSO E LASCERÀ IL TIMONE DELLA FCA A FINE 2018 - PER ORA, ELKANN HA BOCCIATO L’IDEA

1. DAGOREPORT

MARCHIONNE RENZI ELKANNMARCHIONNE RENZI ELKANN

Se i cinesi vogliono comperare la Fca, Marchionne sogna di uscire dalla Fiat con la Ferrari. Il manager italo-canadese è presidente ed uno degli azionisti maggiori del Cavallino Rosso e lascerà il timone della FCA il prossimo 31 dicembre 2018, e si sta muovendo per diventare Mister Ferrari - per ora, John Elkann ha bocciato l’idea. Entro il 30 giugno 2018 deve essere deciso il nuovo amministratore delegato. Nell’era Obama Marchionne puntava sul suo braccio destro Altavilla; nell’era Trump su due americani, un uomo e una donna. Perché - The Donald è deciso di riportare la Chrysler in mani americane e detesta chi ha avuto a che fare con Obama come Marchionne.

 

2. FCA ORA DIVENTA APPETIBILE: L'OFFERTA CINESE FA RIPARTIRE L'IPOTESI ALLEANZE

renzi marchionne elkann alla borsa per la quotazione di ferrari renzi marchionne elkann alla borsa per la quotazione di ferrari

Paolo Griseri per Repubblica.it

 

I cinesi vogliono comperare la Jeep e l'intera Fca. Idea curiosa nel pieno della guerra non solo commerciale tra Washington e Pechino. Ma la Borsa ci crede e riparte il risiko delle alleanze nell'auto. I rumors dei siti specializzati fanno schizzare all'insù il titolo del Lingotto dell'8,15 per cento.

 

Non sarebbe per nulla facile convincere Donald Trump ad approvare l'arrivo di un padrone cinese a Detroit. La reazione effervescente della Borsa alle voci riprese dal sito specializzato Automotive News, nonostante il no comment di Torino, segnala comunque un fatto importante: Fca, ripulita dai debiti con la cura Marchionne, è diventata nuovamente appetibile. E così, che il futuro acquirente sia cinese o americano o tedesco importa poco: si scommette sul titolo perché in realtà, con un debito industriale inferiore ai 2,5 miliardi, il gruppo di Torino è uscito dal freezer delle società indebitate ed è tornato possibile oggetto di proposte di acquisto.

 

marchionne elkann ferrarimarchionne elkann ferrari

L'interesse dei cinesi per Fca era già stato segnalato lo scorso anno quando una delegazione della Gac, il costruttore che realizza in joint venture le Jeep in Cina, era arrivata a Detroit per proporre un accordo che consentisse di utilizzare la rete di distribuzione americana di Fca per vendere le auto cinesi.

 

Una sorta di richiesta di reciprocità rispetto a quanto accade in Cina, il più grande mercato del mondo, "dove noi abbiamo aiutato Fca a realizzare impianti e vendere auto", come aveva allusivamente sottolineato all'epoca un alto esponente della casa cinese. Non se ne era fatto nulla: la richiesta di un analogo aiuto Usa per distribuire nel Nordamerica le auto made in China, era caduta nel vuoto.

 

MARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARIMARCHIONNE ED ELKANN ALLA QUOTAZIONE FERRARI

Ma da Pechino non si sono dati per vinti e in queste ultime settimane, scrive Automotive News, "delegazioni di diversi costruttori cinesi sono state viste a Auburn Hills", quartier generale americano di Fca. Oltre a Gac si sarebbe presentata tra le altre anche Great Wall, la principale tra le case cinesi. Questa volta non per chiedere accordi sulla rete dei concessionari ma per proporre l'acquisto della casa controllata dagli Agnelli.

 

Non tutta però: i rumors dicono che il polo del lusso made in Italy, in sostanza Alfa e Maserati, resterebbe a Exor mentre finirebbero in mani cinesi le attività americane, a partire dalla Jeep che da sola vende quasi 2 milioni di auto all'anno. L'offerta sarebbe stata comunque rifiutata da Fca perché considerata non vantaggiosa.

ELKANN E MARCHIONNE ELKANN E MARCHIONNE

 

La partita promette di essere solo all'inizio. Anche senza un probabile rilancio cinese il fatto che Fca sia tornata appetibile potrebbe riaprire il dossier, fino a ieri considerato chiuso, di una allenza con Gm. Perché, si ragionava ieri a Detroit, l'eventualità che Pechino acquisti una delle big three di Detroit, sia pure la più piccola, potrebbe spingere l'amministrazione Trump a correre ai ripari convincendo gli azionisti di Gm a riconsiderare il niet all'alleanza con Fca.

sergio marchionne john elkannsergio marchionne john elkann

 

Agnelli Marchionne Agnelli Marchionne

E quell'alleanza che la ceo di Gm, Mary Barra, aveva più volte rifiutato, potrebbe diventare una necessità difensiva per tutelare l'auto Usa dagli assalti cinesi. In ogni caso la vicenda dei pretendenti di Pechino servirebbe al Lingotto come elemento di pressione in una eventuale trattativa con il più grande costruttore di Detroit. I rumors di ieri fanno capire insomma che è ripresa la grande partita delle alleanze di Fca.

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