in vespa al colosseo

LE SPESE INUTILI: AFFITTO E MOTORINO USATO SPIEGANO COSA NON VA IN ITALIA - UN ECONOMISTA CRESCIUTO IN ITALIA, CHE INSEGNA IN INGHILTERRA, RACCONTA L’ARRIVO DA LONDRA A ROMA PER UN PROGETTO DI RICERCA: «TROPPI BALZELLI» - ALTRO CHE PIL: L’ITALIA È L’UNICO PAESE EUROPEO CHE NON HA REGISTRATO INCREMENTI DI PRODUTTIVITÀ TRA IL 2000 E LA FINE DEL 2016

 

Fadi Hassan per www.corriere.it

 

motorini a romamotorini a roma

Fadi Hassan, nato e cresciuto a Pavia da genitori siriani, è docente di Economia presso il Trinity College Dublin e Research Fellow del Cep alla London School of Economics: È stato, tra l’altro, consulente di Bce, Banca mondiale e Commissione europea. È in Italia per un progetto di ricerca. Ecco il suo diario.

 

Sullo stato dell’economia italiana si alternano voci di esultanza ogni qualvolta la crescita del Pil si alza di alcuni decimi e voci di pessimismo che sottolineano l’ineluttabilità del nostro declino. In un’ottica di realismo, il dato che sintetizza al meglio la traiettoria economica del nostro Paese è il Pil pro-capite in relazione agli Stati Uniti a parità di potere d’acquisto.

 

Il grafico è una disarmante linea rossa a palombella. Dopo il picco del 1991 in cui il nostro reddito pro-capite era l’86% di quello americano, l’Italia ora ha un reddito che è il 63% di quello degli Usa. È lo stesso livello che avevamo nel 1961: nell’ultimo ventennio siamo tornati indietro di 55 anni.

 

Si tratta di un declino troppo marcato e prolungato per essere ascrivibile a una sola causa. Quindi, è improbabile che ci sia un’unica soluzione che risolva i nostri problemi, sia essa l’uscita dall’euro o il Jobs Act. Anche se non c’è una «silver bullet» questo non vuol dire che non ci sia niente da fare o che le riforme messe in atto negli ultimi anni — fra cui lo stesso Jobs Act — siano inutili. Vuol dire però che è necessario agire su più fronti.

 

Le riforme necessarie

in vespa al colosseo  in vespa al colosseo

La lista delle cose che andrebbero fatte è nota e si incentra su parole chiave come produttività, cultura manageriale e meritocrazia. In alcuni casi si tratta di riforme economiche, in altri è una questione culturale di più lungo periodo, dove la politica tout-court deve fare da traino. Da un punto di vista pragmatico però, la domanda che conta è: cosa si può fare in un contesto di vincoli di spesa e quando c’è un governo in scadenza che ci sta accompagnando ad elezioni nel 2018?

 

In realtà ci sono diverse riforme importanti che un governo può fare con un costo economico limitato e spendendo un po’ di capitale politico. Il punto che vorrei toccare riguarda la «misallocation» (ossia un’erronea allocazione) della domanda aggregata dovuta a posizioni di rendita. Ci sono delle distorsioni di mercato, che toccano diversi aspetti della nostra vita quotidiana, che ci portano a spendere troppo in settori a bassissima produttività e che coinvolgono pochi lavoratori. Questo porta ad una cattiva allocazione di una parte dei nostri consumi, che potrebbero essere diretti ad attività che generano un ritorno più virtuoso per l’economia nel suo aggregato.

 

Le differenze tra Londra e Roma

fadi hassanfadi hassan

Faccio alcuni esempi concreti che mi hanno coinvolto nelle scorse settimane. In un semplice trasferimento da Londra a Roma ci sono due cose basilari da sistemare: affittare una casa e munirsi di motorino. Per l’affitto della casa ho dovuto pagare oltre 1000€ di spese d’agenzia (che immagino ne prenda altrettanti dal proprietario di casa). Quello che l’agenzia ha dovuto fare per affittarmi casa è ben poco e non giustifica tale spesa. Tuttavia quello che conta da un punto di vista macroeconomico è che i miei soldi sono andati ad un servizio a bassa produttività che ha coinvolto giusto 1-2 persone.

 

Capitolo motorino. Acquisto uno scooter usato, devo effettuare il passaggio di proprietà e assicurarlo. Il passaggio tra tasse e balzelli costa 100€ euro, ma dato che il processo fai-da-te è abbastanza laborioso ricorro ad una scuola guida che mi carica 60€ (alcune agenzie chiedevano anche 120€). Conto finale 160€: il 15% del valore del motorino. La chicca finale è l’assicurazione, che ovviamente non riconosce gli anni di guida immacolata londinese: devo pagare 450€ ad una compagnia di assicurazione telefonica (ovviamente la meno cara).

 

La locazione a Londra

A Londra il costo dell’agenzia immobiliare sarebbe stato di circa 300€, il passaggio di proprietà gratuito e semplice, l’assicurazione 150€. In Italia ho speso 1.800€. Questi soldi avrei potuto allocarli, ad esempio, per comprare un motorino nuovo. Cioè una spesa in un settore a più alta produttività e che avrebbe contribuito al lavoro di molte più persone.

fadi  hassanfadi hassan

 

Una distorta allocazione della domanda non riguarda solo quanto si spende, ma anche il tempo che si perde. Nell’interminabile attesa che arrivasse internet a casa, ho comprato una «saponetta» per una connessione portatile. Ottenerla è stato veloce e semplice: entro in negozio, firmo le carte e pago.

 

Per disdirla però, non è stato sufficiente andare in negozio e fare il processo inverso. Sono dovuto andare in posta e mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno, tempo sprecato: un’ora, inclusa la ricerca di una busta per cui ho dovuto girare fra quattro tabaccai, dato che con mia sorpresa le poste non hanno buste per le lettere (è un po’ come andare al bar e doversi portare la tazzina da casa). In quell’ora avrei potuto lavorare, andare al bar o fare altre attività che avrebbero generato un contributo maggiore all’economia.

 

Cittadini felici

Insomma, con una migliore regolamentazione del mercato di intermediazione immobiliare e di quello assicurativo, con una migliore regolamentazione dei passaggi di proprietà e di tutela del consumatore, avremmo avuto un cittadino più felice e con 1.800€ in più da spendere in attività economiche più virtuose.

Questi sono solo pochi esempi e molti altri potrebbero essere fatti. Su queste cose la politica può e deve agire. Al momento, la sensazione è che troppo spesso ci siano da pagare oboli di rendita che distorcono la domanda. Sembra di essere rimasti al film di Benigni e Troisi «Non ci resta che piangere», ogni qualvolta che uno attraversa una linea c’è qualcun’altro che grida «un fiorino!».

Ultimi Dagoreport

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT – PD, UN PARTITO FINITO A GAMBE ALL'ARIA: LA LINEA ANTI-EUROPEISTA DI SCHLEIN SULL’UCRAINA (NO RIARMO) SPACCA LA DIREZIONE DEM ED ELETTORI - SOLO LA VECCHIA GUARDIA DI ZANDA E PRODI PROVANO A IMPEDIRE A ELLY DI DISTRUGGERE IL PARTITO – LA GIRAVOLTA DI BONACCINI, CHE SI È ALLINEATO ALLA SEGRETARIA MULTIGENDER, FA IMBUFALIRE I RIFORMISTI CHE VANNO A CACCIA DI ALTRI LEADER (GENTILONI? ALFIERI?) – FRANCESCHINI E BETTINI, DOPO LE CRITICHE A ELLY, LA SOSTENGONO IN CHIAVE ANTI-URSULA - RISULTATO? UN PARTITO ONDIVAGO, INDECISO E IMBELLE PORTATO A SPASSO DAL PACIFISTA CONTE E DAL TUMPUTINIANO SALVINI CHE COME ALTERNATIVA AL GOVERNO FA RIDERE I POLLI…

ursula von der leyen elisabetta belloni

FLASH – URSULA VON DER LEYEN HA STRETTO UN RAPPORTO DI FERRO CON LA SUA CONSIGLIERA DIPLOMATICA, ELISABETTA BELLONI – SILURATA DA PALAZZO CHIGI, “NOSTRA SIGNORA ITALIA” (GRILLO DIXIT) HA ACCOMPAGNATO LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NEL SUO VIAGGIO IN INDIA, SI È CIRCONDATA DI UN PICCOLO STAFF CHE INCLUDE GLI AMBASCIATORI MICHELE BAIANO E ANDREA BIAGINI – URSULA, PER FRONTEGGIARE L’URAGANO TRUMP, HA APPIANATO LE TENSIONI CON IL NEO-CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ (LEI ERA LA COCCA DELLA MERKEL, LUI IL SUO PIÙ ACERRIMO RIVALE). PACE FATTA ANCHE CON LA NEMESI, MANFRED WEBER…

emmanuel macron donald trump keir starmer xi jinping elon musk

DAGOREPORT – COME MAI LA GRAN BRETAGNA, PAESE STORICAMENTE GEMELLATO CON GLI STATI UNITI, SI E' RIAVVICINATA DI COLPO ALL'EUROPA, DIMENTICANDO LA BREXIT? DIETRO LA SORPRENDENTE SVOLTA DI KEIR STARMER CI SONO STATI VARI INCONTRI TRA I GRANDI BANCHIERI ANGLO-AMERICANI SPAVENTATI DAL CAOS ECONOMICO CREATO DAI DAZI DI TRUMP E DALLE CRIPTOVALUTE DI MUSK - DI QUI, SONO PARTITE LE PRESSIONI DEL CAPITALISMO FINANZIARIO SU KEIR STARMER PER UNA SVOLTA EUROPEISTA SULL'ASSE PARIGI-LONDRA CHE OPPONGA STABILITÀ E RAGIONEVOLEZZA ALLE MATTANE DELLA CASA BIANCA – ANCHE LA CINA, CHE HA RIPESCATO I VECCHI CAPITALISTI COME IL FONDATORE DI ALIBABA JACK MA, SI STA PREPARANDO A RISPONDERE ALLA DESTABILIZZAZIONE TRUMPIANA (XI JINPING HA NELLA FONDINA UN'ARMA MICIDIALE: 759 MILIARDI DI TITOLI DEL DEBITO USA. UNA VOLTA BUTTATI SUL MERCATO, SALTEREBBE IN ARIA TUTTO...)

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - ZELENSKY? VATTELA PIJA ‘NDER KURSK! LA CONTROFFENSIVA RUSSA NELLA REGIONE OCCUPATA DAGLI UCRAINI È IL FRUTTO DELLO STOP AMERICANO ALLA CONDIVISIONE DELL’INTELLIGENCE CON KIEV: SENZA L’OCCHIO DELLO ZIO SAM, LE TRUPPE DI ZELENSKY NON RESISTONO – IL TYCOON GODE: I SUCCESSI SUL CAMPO DI PUTIN SONO UN’ARMA DI PRESSIONE FORMIDABILE SU ZELENSKY. MESSO SPALLE AL MURO, L’EX COMICO SARÀ COSTRETTO A INGOIARE LE CONDIZIONI CHE SARANNO IMPOSTE DA USA E RUSSIA A RIAD…

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…