1. STASERA NON PRENDETE IMPEGNI: MENTANA SCODELLA BISI & RISI TRA FERRARA E GOMEZ 2. VERRÀ IL GIORNO IN CUI GERONZI ALZERÀ IL VELO SULL’OPERAZIONE DELLE GENERALI CON LA BANCA RUSSA VTB CHE STAVA MOLTO A CUORE A PERISSINOTTO-LETTA-BISIGNANI 3. È COMINCIATA LA CACCIA AL NUOVO PRESIDENTE RCS E AL FUTURO AMMINISTRATORE DELEGATO PERCHÉ ORMAI È CHIARO CHE LA STAGIONE DI SCOTT JOVANE È ARRIVATA AL CAPOLINEA. IN PISTA DUE VECCHIE GLORIE: GIANNI VALLARDI E IL FAVORITO GIUSEPPE CERBONE 4. ZINGALES INCAZZATO: CHI HA PASSATO AL “CORRIERE” IL DOSSIER DI 8 PAGINE SULLO SCORPORO CHE BERNABÈ HA INVIATO AL PRESIDENTE DELL’AGCOM, ANGELO CARDANI?
1. VERRÃ IL GIORNO IN CUI GERONZI ALZERÃ IL VELO SULL'OPERAZIONE CON LA BANCA RUSSA VTB CHE STAVA MOLTO A CUORE AL TRIO PERISSINOTTO-LETTA-BISIGNANI
Questa sera Enrichetto Mentana dedicherà la sua trasmissione "Bersaglio mobile" al libro-intervista di Gigi Bisignani "L'uomo che sussurra ai potenti" dove già dal titolo si capiscono le intenzioni dell'ex-giornalista dell'Ansa protagonista di tante vicende al chiaroscuro.
Se infatti l'autore invece di usare il verbo "sussurra" avesse scelto l'imperfetto "sussurrava" sarebbe caduto il sospetto che dopo 30 anni di silenzio Bisi ha rimesso fuori la testa per far capire che dopo tante vicissitudini, lui c'è, vivo e vispo, e vuole ancora giocare qualche carta in mezzo alle macerie della politica e dell'economia dove chi è capace di mediazione trova sempre un grande spazio.
à probabile che tra i telespettatori ci sia anche l'ex-banchiere Geronzi che Bisignani chiama l'Imperatore per averne seguito le peripezie fin dal 1976 quando arrivando al ministero del Tesoro capì l'importanza che il ministro Stammati e Guido Carli davano al "ragioniere" di Marino.
Ed è proprio nella sua villa di Marino dove a quanto si legge nel libro si mangia la miglior porchetta dei Colli che Geronzi seguirà con attenzione il programma di Mentana sperando che si arrivi a mettere un po' di luce sull'accusa di tradimento che viene fuori dal dialogo tra Bisignani e Paolo Madron.
Nel libro infatti l'Imperatore viene definito di volta in volta andreottiano, ciampiano, demitiano, berlusconiano, e nelle ultime quattro righe del capitolo dedicato al potere della finanza, Bisignani che in altre pagine ha parlato di "meschino tradimento" e di voltafaccia politico clamoroso in favore di Bersani, accusa l'Imperatore senza impero di aver "banalizzato e misconosciuto il ruolo di Andreotti a cui deve gran parte della fama".
C'è però un altro passaggio in cui l'ex-giornalista dice che Geronzi si è voluto vendicare di Gianni Letta. E qui sarebbe davvero interessante capire il senso di questa affermazione non solo perché il numero dei politici traditi da Geronzi aumenta, ma anche perché ,dopo il declino del divo Giulio, l'Imperatore di Marino ha avuto un rapporto più che mai intenso con il braccio destro del Cavaliere per portare avanti le sue trame. Probabilmente nel corso della trasmissione nessuno vorrà approfondire questa pagina di storia personale ed è un peccato perché se ciò avvenisse si capirebbe meglio la sortita letteraria che Bisignani ha fatto dopo 30 anni di silenzio.
Nella sua infinita miseria Dagospia crede di aver trovato la ragione del conflitto che a un certo punto ha opposto l'Imperatore al Gran Ciambellano di Berlusconi, ma per capirne di piu' bisogna abbandonare il libro di Gigi Bisi e andare alle pagine 46-48 di "Confiteor", l'opera che Dagospia si diletta a chiamare "Profitterol" per la sua naturale diffidenza contro le verità postume ad uso personale.
In quelle pagine Geronzi racconta in maniera dettagliata ciò che è avvenuto quando alle Generali ,dov'era sbarcato come presidente, fu orchestrato dal paffuto Giovanni Perissinotto d'intesa con il suo amico Meneguzzo, finanziere della Palladio di Vicenza. Pare infatti che questi due compagni di merenda stessero per acquisire al prezzo di 1 miliardo di euro il 10% della banca russa Vtb che a sua volta avrebbe dovuto prendere il 3% delle Generali.
Quando Cesarone ebbe sentore di questa operazione si precipitò a Palazzo Chigi dove trovò Berlusconi totalmente ignaro che gli disse: "ma io non ne so niente, te l'assicuro, sarà un'iniziativa di Valentino Valentini", e aggiunse: "se tu sei contrario non ne faremo nulla. Cancelliamo la Vtb". E così fu. L'operazione salto' in un attimo alla presenza di Gianni Letta che "stranamente" (dice Geronzi) non aprì bocca.
Per chi ama la storia con la "s" minuscola questo è il momento in cui avviene la vera rottura tra l'Imperatore, il braccio destro del Cavaliere, e come capiremo tra poco, con Gigi Bisi. Pare infatti che l'operazione concepita dalla mente fertile di Perissinotto e del suo amico Meneguzzo avesse trovato una sponda formidabile in Valentino Valentini, il consigliere poliglotta che come un autentico uomo-ombra ha sempre accompagnato Berlusconi all'estero facendo la parte del traduttore perché conosce cinque lingue e a 49 anni si è messo a studiare il greco moderno.
Nei suoi movimenti Valentini ha sempre esercitato la professione in maniera impeccabile, ma tutti a Palazzo Chigi sapevano del suo rapporto con Gianni Letta e con Bisignani, l'uomo che adesso vuole uscire dall'ombra.
Questa sera l'Imperatore di Marino mangerà la porchetta insieme alla sua famiglia e ascolterà con attenzione le verità di Gigi Bisi che un tempo chiamava affettuosamente "Ciccio". Poi, mentre l'ex-giornalista dell'Ansa si dedicherà al thriller finanziario che ha già annunciato di voler scrivere, Cesarone farà scorrere il tempo. E tra un mese, un anno o forse due, sfornera' un altro "Proffiterol" per alzare il velo sull'operazione con la banca russa che stava molto a cuore al trio Perissinotto-Letta-Bisignani.
2. Ã COMINCIATA LA CACCIA AL NUOVO PRESIDENTE RCS E AL FUTURO AD
A Milano non vedono l'ora che finisca la telenovela di Rcs, l'editrice del "Corriere della Sera" che rischia di crollare per i contrasti tra i soci e l'incapacità del management.
A fremere sono soprattutto i 100 giornalisti che temono la cassa integrazione a zero ore, mentre i loro colleghi continuano a pensare che il piano industriale di Scott Jovane sia un panettone senza gusto.
Domani si riunirà il consiglio di amministrazione per capire se l'aumento di capitale da 400 milioni può andare in porto nonostante le perplessità di Benetton, Generali, Merloni, Pesenti e Dieguito Della Valle che non vede l'ora di portare il suo amico Mastella nella villa di Miami che ha comprato nei giorni scorsi per la modica cifra di 14 milioni.
Intorno al Gruppo tira l'aria del "sciogliete le righe", ma bisognera' aspettare settembre per capire come finirà il Patto di sindacato che oggi controlla la società con il 58,1%. Nel frattempo è cominciata la caccia al nuovo presidente e al futuro amministratore delegato perché ormai è chiaro che la stagione del 45enne Scott Jovane è arrivata al capolinea.
Quando a novembre quest'uomo proveniente da Microsoft dichiarò con innocenza che i problemi di Rcs erano "più difficili del previsto", tutti capirono che avrebbe fatto la fine di Colao Meravigliao, un altro uomo che nei confronti della carta stampata aveva la diffidenza dei vegetariani verso la carne.
Il totonomine per la successione di Scott Jovane è in pieno movimento e secondo le voci più accreditate in pole position si trovano due manager che almeno sanno che cos'è la carta e quali sono i problemi drammatici dell'editoria. Il primo è Gianni Vallardi, ex-Cairo e Mondadori che conosce Rcs per aver ricoperto in tempi diversi la carica di direttore generale e amministratore delegato di Rcs Periodici e successivamente la stessa carica in Rcs Libri e in Rcs Quotidiani.
Le chances migliori sembra averle comunque Giuseppe Cerbone, un napoletano dall'aria perennemente severa, che è stato amministratore delegato del "Sole 24 Ore" e poi è approdato alla guida dell'Ansa dove è riuscito a mantenere in equilibrio i conti nonostante le difficoltà che attraversano tutte le agenzie giornalistiche.
3. ZINGALES INCAZZATO: CHI HA PASSATO AL "CORRIERE DELLA SERA" IL DOSSIER DI 8 PAGINE SULLO SCORPORO TELECOM?
Luigi Zingales, il giovane e barbuto professore che siede nel consiglio di amministrazione di Telecom, è profondamente incazzato.
Questa non è una novità perché oltre ad aver imparato a memoria le lezioni degli economisti di Boston, il suo cervello giovanile è stato trafitto dalla lettura del "De Ira" di Seneca. La natura polemica si è manifestata ieri con grande evidenza in una dichiarazione sullo scorporo della Rete di Telecom apparsa sul suo profilo Facebook e ripresa integralmente dal "Corriere delle Comunicazioni".
"Sapete che non sono un timido nell'esternare le mie opinioni - scrive Zingales - ma ritengo che ci sia modo e tempo per farlo. E non rilascerò interviste sul tema perché la strategia di una società deve poter essere discussa e decisa in modo confidenziale".
Dopo questa nobile dichiarazione il professore padovano aggiunge che la fuga di notizie e la completa trasparenza "danneggiano seriamente la società ", poi aggiunge: "ho le mie opinioni politiche sul caso ma preferisco astenermi dall'esternarle...perché bisogna essere leali".
à inutile dire che oggi Zingales sarà doppiamente incazzato perché una manina di chiara impronta Telecom ha passato al "Corriere della Sera" il dossier di 8 pagine sullo scorporo che Franchino Bernabè ha inviato al presidente dell'AgCom, Angelo Cardani. Il documento contiene tutti i numeri della Rete che Franchino vorrebbe cedere al più presto mantenendone la guida. Si parla di 10.400 centrali, 8,8 milioni di pali, 33,6 milioni di borchie, 151mila armadi, ma non c'è una parola che consenta di capire quanti dipendenti di Telecom saranno "scorporati".
E questa è una buona ragione perché Zingales riscopra la sua voglia di incazzarsi e di fare politica anche a costo di rompere il muro della confidenza.













