“STOP ALLA DISTRIBUZIONE DI DIVIDENDI FINO A OTTOBRE PER L’EMERGENZA CORONAVIRUS” - LA RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO DI VIGILANZA DELLA BCE ALLE BANCHE - LO SCONTRO TRA I FALCHI RIGORISTI DEL NORD E IL FRONTE LATINO (ITALIA, SPAGNA) E IL RUOLO DI ENRIA - LA BCE CONFERMA L' APPROCCIO MORBIDO SUL CAPITALE DELLE BANCHE, IN RAGIONE DELLA NECESSITÀ DI ALLENTARE LA MORSA REGOLATORIA, LASCIANDO LORO SPAZIO PER SOSTENERE IMPRESE E FAMIGLIE…
Rosario Dimito per il Messaggero
La Bce conferma l' approccio morbido sul capitale delle banche, in ragione della necessità di allentare la morsa regolatoria, lasciando loro spazio per sostenere imprese e famiglie. E la stessa flessibilità viene manifestata in tema di dividendi 2019 e 2020 che va a toccare da vicino l' adeguatezza patrimoniale degli istituti: l' unica raccomandazione è di non distribuire cedole fino ad ottobre 2020, ma solo successivamente.
Come anticipato dal Messaggero di martedì, ieri il Supervisory board della Vigilanza presieduto da Andrea Enria, di cui fa parte Alessandra Perrazzelli, vicedg di Bankitalia, ha affrontato la posizione da tenere con gli istituti sulla distribuzione ai soci di parte dell' utile.
E' una materia delicata perché incide sul rapporto di fiducia con gli azionisti, specie gli investitori istituzionali che detengono una larga maggioranza delle prime quattro grandi banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Ubi Banca) e, a parte Mps controllato dal Mef, gran parte di un' altra decina di istituti minori.
Da quanto filtra, la Vigilanza europea, al termine di un consiglio dibattuto, avrebbe trovato una posizione mediana fra quelle che sono emerse negli ultimi giorni: sarebbe stato Enria a coagulare una linea comune fra quelle emerse tra i vari rappresentanti delle banche centrali.
Non poche erano le spinte rigoriste affinché prevalesse una posizione rigida finalizzata al divieto tout court della distribuzione del dividendo. Su questa barricata un gruppetto di consiglieri vicini ai falchi del Nord, cioè a quei paesi che durante il vertice dei 27 capi di Stato si sono opposti al fronte latino (Italia e Spagna con l' appoggio della Francia) che vorrebbe poter «usare risorse senza precedenti» in sintonia con il manifesto di Draghi secondo cui «bisogna aumentare il debito pubblico affinché possa inglobare anche il debito privato».
RACCOMANDAZIONE DI VISCO Uno schieramento composto da cinque-sei banchieri dell' Europa Centrale e del Sud, comprendente la Perrazzelli, avrebbe invece sollecitato una strategie flessibile poi sfociata nella decisione finale: stop temporaneo fino all' autunno lasciando alle banche discrezionalità nel pay out nell' ultimo trimestre, tenendo presente i parametri patrimoniali. Il pay out potrà essere pagato a Natale in misura variabile tra gli istituti in relazione allo stato di salute di ciascuno. Che è poi l' orientamento dei grandi banchieri come Carlo Messina, Giuseppe Castagna, Victor Massiah che cercano di contemperare tutte le esigenze, senza però ingenerare motivi di delusione nei propri azionisti storici.
La Bce aveva suggerito di concentrarsi sulla conservazione del patrimonio, l' Eba ha chiarito che l' applicazione delle regole deve essere pragmatica mentre i ritardi generalizzati dovuti a iniziative legislative indirizzate a tutti «non comportano alcuna classificazione automatica in caso di inadempienza». Solo la banca centrale svedese ha imposto di non distribuire cedole. A sua volta la tedesca Bafin ha chiesto alle banche locali di valutare con attenzione dividendi e bonus.
Infine Bankitalia si raccomanda con gli istituti italiani di congelare i dividendi fino all' 1 ottobre e di «adottare un approccio prudente e lungimirante nelle politiche di remunerazione».
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