IL FUTURO È QUI, FORSE - ELON MUSK LANCIA LA "POWERWALL", LA MEGA-BATTERIA PER LA CASA CHE RISOLVERÀ I PROBLEMI ENERGETICI MONDIALI. MA NON OGGI...

1. COMBUSTIBILI FOSSILI, IL TEMPO È SCADUTO - CON LA SUPERBATTERIA ENERGIA PER TUTTI

Marco Magrini per “la Stampa

 

 tesla powerwall tesla powerwall

Può una batteria salvare il mondo? Secondo Elon Musk, l’imprenditore più geniale in circolazione, assolutamente sì. «Con 160 milioni di batterie (collegate ai pannelli solari), gli Stati Uniti potrebbero soddisfare il proprio fabbisogno di energia elettrica senza usare mai più il carbone e gas che producono gas-serra», ha detto Musk nel presentare al mondo la sua ultima creatura.

 

Si chiama Powerwall, è venduta da Tesla Power, nuova divisione industriale di Tesla, l’azienda che costruisce le auto elettriche più belle e veloci del mondo fondata da Musk nel 2003. Praticamente, la batteria non ha concorrenti. «Le batterie sul mercato sono costose, inaffidabili, di scarsa durata e brutte», ha detto il Ceo di Tesla.

 

Manco a dirlo, la Powerwall è bella a vedersi, dura a lungo, funziona subito senza complesse installazioni, incorpora un convertitore Ac/Dc per il collegamento ai pannelli solari e porta un carico di 10 kW/h aumentabili fino a 90. Infine, sbaragliando definitivamente le rivali, costa 3.500 dollari (3200 €). Come dice il nome, si appende al muro in verticale, è disponibile in vari colori e può tranquillamente stare in salotto.

 

 tesla  powerwall tesla powerwall

Com’è possibile che un prodotto commerciale possa salvare il mondo? Il ragionamento di Musk è semplice. L’attuale abuso di combustibili fossili sta portando il pianeta verso un cambiamento climatico catastrofico, a meno di non convertire subito il sistema energetico alle fonti rinnovabili. «Nel cielo – sentenzia – abbiamo un reattore nucleare che ci spedisce enormi quantità di energia senza bisogno di fare nulla». È il sole.

 

C’è solo un guaio: di notte, l’energia del sole non è disponibile. Quindi, basta aggiungere «l’anello mancante»: una batteria capace di immagazzinare di giorno l’energia che verrà usata di notte. La réclame di Musk è efficace: «All’occorrenza, un’abitazione può essere del tutto indipendente dal punto di vista energetico».

 

E, mentre è sul palco alla maniera di Steve Jobs – del quale Musk ha preso il posto, sul podio di imprenditore più visionario della Silicon Valley – fa il suo colpo di teatro: «L’energia elettrica di questo edificio – dice soddisfatto – è interamente servita da una rete di batterie», e le fa vedere in un video live. Non le Powerwall, ma la versione a maggiore capacità: si chiamano Powerpack, 100 kW/h di potenza, scalabili fino a un gigawatt.

 

tesla  powerwalltesla powerwall

Le batterie di Tesla Energy saranno sul mercato fra pochi mesi. La produzione andrà a pieni giri nel 2017, quando sarà pronta la Gigafactory 1, primo modello di fabbrica del futuro che Musk ha deciso costruire a Reno, nel deserto del Nevada. Interamente coperta da pannelli solari e altamente tecnologica, a regime produrrà batterie per una potenza di 35 gigawatt/h all’anno.

 

Musk ha già calcolato che non basterà a sostenere la domanda di batterie per le auto Tesla e per i PowerWall: ci vorranno altre Gigafactory. L’imprenditore di origini sudafricane pensa in grande: «Con 900 milioni di batterie, il mondo potrebbe soddisfare i propri bisogni di elettricità. E se volessimo usare energia rinnovabile per sostituire tutta l’elettricità, tutti i trasporti e tutto il riscaldamento del mondo, ce ne vorrebbero due miliardi».

 

Il fatto interessante è che non si tratta delle parole di una delle solite celebrità con l’ego ipertrofico. O dei trucchi di un abile venditore. Perché, tutto questo è – per deliberata decisione – open source. I brevetti sulle auto Tesla Motor, le Gigafactory, le Powerwall sono a disposizione di chiunque voglia, «in buona fede» sfruttarli, modificarli e produrne versioni diverse.

elon musk tesla  powerwallelon musk tesla powerwall

 

Certo, il 43enne Elon Musk, già miliardario con PayPal, non farà altro che aggiungere al suo conto in banca i futuri profitti di Tesla (che dalla quotazione di 4 anni fa a oggi, è cresciuta in borsa di oltre il 1.200%) e anche di SolarCity, la prima impresa di installazioni solari degli Stati Uniti, della quale è presidente.

 

Ma è innegabile che, prima di vendere un prodotto, lui venda una visione: anche nell’interesse delle generazioni future, occorre abbandonare alla svelta la collettiva dipendenza da combustibili fossili. Da dove cominciare? Dal Sole, che ogni giorno distribuisce alla Terra migliaia di volte l’energia necessaria alla civiltà umana in un anno. Per finire alle batterie che, incidentalmente, fanno anche marciare le auto elettriche.

 

Che le batterie siano l’anello mancante è innegabile. Non a caso, Tesla Energy ha già ricevuto ordini per coprire l’intera produzione di quest’anno. Ma, se Musk ci vede giusto, molti altri concorrenti si metteranno a produrre auto elettriche, pannelli solari, fabbriche autosufficienti e batterie che immagazzinano l’energia (fra l’altro evitando problemi alla rete elettrica quando c’è il sole e troppi pannelli fotovoltaici).

 

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«La tecnologia non è definita dai brevetti», ha dichiarato Musk un anno fa, nel suo blog. «Siamo convinti che applicare la filosofia open source ai nostri brevetti non diminuirà la leadership di Tesla, ma la aumenterà». Benvenuta sia la concorrenza. Sotto questa luce, la risposta diventa più chiara. Sì, una batteria può salvare il mondo.

 

 

2. TESLA POWERWALL: È ANCORA PRESTO PER PARLARE DI RIVOLUZIONE ENERGETICA

Franco Sarcina per "Il Sole 24 Ore" del 7 maggio 2015

 

HYPERLOOP IL SISTEMA DI TRASPORTO DEL FUTURO BY ELON MUSK HYPERLOOP IL SISTEMA DI TRASPORTO DEL FUTURO BY ELON MUSK

All'apparenza sembra un grosso calorifero: una estetica fredda, poco appariscente e adatta a passare quasi inosservata, per fortuna, sui muri di una casa. Eppure, a detta del patron di Tesla, il vulcanico Elon Musk, cofondatore di PayPal, ceo di SpaceX e di Tesla Motors, azienda che realizza auto elettriche con sede in California, questo oggetto è destinato a rivoluzionare in pochi anni il modo in cui utilizzeremo l'elettricità nelle nostre case.

 

Proprio dall'esperienza di Tesla nel settore auto - i più maligni dicono anche dalla necessità di commercializzare batterie al litio rimaste inutilizzate nelle sue supercar - arriva l'ultimo prodotto presentato da Musk, e in specifico dalla neonata Tesla Energy: Powerwall. In pratica, è un “megapacco batterie”, che utilizza la tecnologia agli ioni di litio, e verrà venduto negli Stati Uniti al prezzo di 3000 dollari nella versione con capacità di 7 kWh o di 3500 dollari in quella da 10 kWh. Il tutto, con una potenza continua erogabile di 2 kW in continuo e di 3,3 kW di picco. E con una garanzia di 10 anni.

 

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Ma queste batterie (che comunque non si sa se e quando verranno commercializzate fuori dagli Stati Uniti, e in particolare in Europa) rappresentano una vera rivoluzione e possono essere utili per una utenza domestica “standard”? Avrebbe senso, qualora fossero infine commercializzate qui da noi, acquistarle per riuscire a svincolarsi dalla necessità di comprare energia elettrica dalla rete?

 

NOVITÀ O NO?

Innanzitutto, non si tratta di una novità assoluta. Batterie di backup, che entrano in funzione in caso di interruzione della rete elettrica, e per l'accumulo di energia per uso domestico già esistono in commercio. Solo che i modelli attualmente usati sono in genere al piombo (come le normali batterie per automobili), e quindi hanno un rapporto peso/potenza erogabile meno vantaggioso rispetto alle batterie Powerwall.

PANNELLI SOLARIPANNELLI SOLARI

 

Inoltre, per le Powerwall c'è da considerare la potenza erogabile: 2 kW sono pochini. Se si ha una lavatrice e si utilizza contemporaneamente anche un altro elettrodomestico di grande consumo (un phon, per esempio), si supera il limite. Quindi, diventa altamente raccomandabile utilizzare due Powerwall insieme, cosa che porta la potenza erogabile a 4 kW. Ovviamente però così raddoppiano i costi di acquisto.

 

IL PROBLEMA DELLA RICARICA

Inoltre, c'è il non indifferente problema di “come” effettuare la ricarica delle Powerwall. Per poter alimentare queste batterie (e, in ogni caso, perché il solare diventi la prima fonte energetica per la nostra casa, indipendentemente da ogni altra considerazione), serve un impianto a celle fotovoltaiche con una superficie niente affatto indifferente. Con un consumo annuo di circa 3000 kWh (diciamo sufficiente per una famiglia che vive in una casa e ha elettrodomestici standard, ma che per esempio non ha o utilizza poco un condizionatore d'aria) servono (facendo una media delle latitudini italiane) circa 25 metri quadrati di pannelli solari, montati su un tetto inclinato esposto a sud.

 

pannelli fotovoltaici pannelli fotovoltaici

È evidente come quasi nessuno che non viva in una villa o comunque in una casa indipendente possa permettersi di avere una superficie così grande a disposizione. In alternativa, molti fornitori di energia elettrica hanno a catalogo delle tariffe biorarie e/o multiorarie, attraverso cui un utente paga il proprio consumo di elettricità a seconda dell'ora di utilizzo. In genere, queste tariffe praticano degli “sconti” sui costi energetici nelle ore o nei giorni di minor consumo (la notte e/o nei festivi).

 

Chi non ha a disposizione un'ampia superficie a pannelli solari per la produzione domestica di elettricità, potrebbe in teoria utilizzare le Powerwall in ricarica nelle ore dove l'elettricità è meno costosa, usando la capacità di erogazione delle batterie Tesla negli orari “di punta”. Difficilmente però in questo caso si potrebbe arrivare a un risparmio così elevato da riuscire a compensare i costi di acquisto e installazione, per ora non certo economici.

 

IN ITALIA È GIÀ POSSIBILE RIVENDERE L’ELETTRICITÀ PRODOTTA

pannelli fotovoltaici pannelli fotovoltaici

Infine, c'è anche da considerare che in Italia è possibile rivendere a un fornitore il surplus di elettricità prodotto “in casa” (tramite pannelli solari o qualsiasi altro sistema). In pratica, chi produce elettricità oltre alle proprie immediate necessità può “riversare” il surplus prodotto sulla rete elettrica ed essere pagato di conseguenza (scambio sul posto o ritiro dedicato). Con questi sistemi, l'utilizzo di una batteria per accumulare la corrente direttamente a casa propria risulta essere evidentemente ancora meno vantaggiosa. Insomma: anche se l’idea ha diversi aspetti interessanti, è ancora presto per parlare di rivoluzione energetica.

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