PER UN PUGNO DI MOSCHE – BOLLORE’ RISCHIA DI PERDERE (MALE) LA GUERRA TELEFONICA E NON AVERE NEMMENO UN UOMO NEL CDA DI TIM – IL COLLEGIO SINDACALE DA’ IL VIA LIBERA AI CONSIGLIERI TARGATI ELLIOT – PERCHE' TELECOM HA PAGATO BEN 100 MILIONI A VIVENDI-HAVAS PER L’ACQUISTO DI “BENI E SERVIZI”?
Rosario Dimito per il Messaggero
Mentre la grande partita contenuti-tlc si arricchisce di un ulteriore tassello con Fox disposta a cedere Sky News al gruppo Disney nel tentativo di superare le riserve dell’Antitrust nella conquista di Sky, Tim subisce un nuovo colpo dal collegio sindacale: in anticipo rispetto alla riunione del 9 aprile, il cda integra l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile con la nomina dei sei consiglieri chiesta da Elliott, messa subito dopo la revoca dei consiglieri di Vivendi. Al terzo punto c’è la conferma di Amos Genish.
Ieri sono state pubblicate le motivazioni che hanno indotto i sindaci a obbligare il cda Tim a integrare i lavori dell’assise che si terrà a Rozzano con la nomina di Fulvio Conti, Luigi Gubitosi, Massimo Ferrari, Paola Giannotti, Dante Roscini e Rocco Sabelli.
I sindaci, corroborati da un parere legale indipendente, sostengono che «non appare inutile né con oggetto impossibile (oltreché ovviamente non illecita)» la richiesta del fondo, nonostante il 22 marzo i consiglieri di Vivendi si siano dimessi, con efficacia il 24 aprile stesso, per far decadere il cda e rinominarlo con una nuova assemblea il 4 maggio.
Contestualmente, è stata pubblicata una lettera inviata a Consob dal fondo Usa che giudica le dimissioni dei sette consiglieri Vivendi «manifestamente abusive in quanto finalizzate ad impedire l’esercizio del diritto di voto degli azionisti Telecom sulle proposte oggetto di integrazione».
L’APPUNTO GILIBERTI TRISCORNIA
In un corposo appunto predisposto dallo Studio Giliberti Triscornia e Associati, che assiste Elliott, si legge che se l’assemblea del 24 aprile accoglierà le proposte del fondo Usa il cda «sarà legittimamente ricostituito a tutti gli effetti, senza che la clausola 9.10 dello statuto (prevede il decadimento dell’intero cda ”ogni qualvolta la maggioranza dei componenti del cda venga meno per qualsiasi causa o ragione”, ndr) abbia alcun residuo spazio di applicazione». «Per effetto della ”sospensione ex lege”» delle dimissioni dei consiglieri Tim, l’assemblea del 24 aprile «resta competente e legittimata a votare su revoca e sostituzione degli amministratori che, ancorché già dimissionari, non sono ancora cessati dall’ufficio».
Secondo i legali, nell’ipotesi in cui passasse la proposta di Elliott, il cda sarà dunque composto da 6 nuovi consiglieri di fresca nomina assembleare, cinque consiglieri indicati dai fondi e Amos Genish ove l’assemblea abbia votato a favore della sua nomina.
Resterà al nuovo cda la «piena facoltà di procedere anche alla cooptazione di due nuovi consiglieri per ricomporre a 15 il numero determinato dall’assemblea 2017». «Si tratta - sostengono gli avvocati - di un percorso che, tramite nomina assembleare, ricostituirebbe una maggioranza consiliare eletta dai soci e rimuoverebbe dunque le condizioni che rendono invocabile la clausola (cessazione della maggioranza dei componenti il cda) prima che si fosse verificata un’effettiva cessazione della maggioranza degli amministratori».
Il risultato potrebbe essere quindi un cda senza neppure un esponente di Vivendi se non, qualora rimanesse, l’ad Genish e, naturalmente, Franco Bernabè. Dal bilancio depositato per assemblea si apprende poi che nel corso del 2017 Tim ha pagato al gruppo Vivendi 100 milioni per l’acquisto di beni e servizi, la gran parte dei quali fatturati da Havas, la controllata attiva nella comunicazione guidata dal figlio di Vincent Bolloré, Yannick, a cui Tim si è affidata per le sue campagne pubblicitarie».
cyrill vincent e yannick bollore
Altri 9 milioni pagati a Vivendi per l’«acquisto di contenuti digitali musicali e televisivi e fornitura di giochi cloud». Il mandato ad Havas è stato indicato da Elliott come uno degli esempi di conflitto di interessi della gestione Vivendi. Ora i riflettori sono puntati sul cda di Tim del 9 aprile: non è escluso un ricorso di urgenza ex articolo 700 del codice di procedura civile contro la decisione del collegio sindacale