LA "MELA" NON CADE MAI LONTANA DALL’ALBERO – TIM COOK STAREBBE PREPARANDO L’USCITA DA APPLE DOPO 10 ANNI – L’AD DELLA “MELA” SI SAREBBE CIRCONDATO DI MANAGER GIOVANI E PRONTI A TUTTO PER SEDERSI SULLA POLTRONA CHE FU DI STEVE JOBS. MA PRIMA DI ANDARSENE VORREBBE LASCIARE IL SEGNO LANCIANDO UNA NUOVA LINEA DI PRODOTTI HIGH-TECH: GLI OCCHIALI PER LA REALTÀ AUMENTATA – DURANTE IL SUO INCARICO DECENNALE LA APPLE HA VISTO UN INCREMENTO IN BORSA DEL 1.200%...
Maddalena Camera per “il Giornale”
Paperone o sognatore? Tim Cook, il successore di Steve Jobs alla guida di Apple dal 2011, quando un tumore si porto via il fondatore della società di Cupertino a soli 58 anni, è certamente uno degli amministratori delegati più pagati al mondo.
La sua fortuna, grazie anche alle azioni Apple incassate negli anni e recentemente vendute almeno in parte, ammonta a 1,4 miliardi di dollari. A cui si aggiunge uno stipendio base di 3 milioni, oltre a premi annuali e cottillon.
Certo non era facile raccogliere l'eredità di Jobs, che riuscì a far decollare la sua Apple grazie all'iPhone e alle molte app ad esso collegate. Cook, che ha fatto non molto tempo fa outing sui suoi gusti sessuali e che, senza clamore, sostiene molte cause umanitarie, ce l'ha fatta.
Tanto che oggi Apple è la gioia dei suoi azionisti: il titolo è cresciuto del 191,8% negli ultimi tre anni, e durante l'incarico decennale dell'ad ha visto un incremento in Borsa del 1.200%. Secondo Bloomberg però Cook, il cui incarico è stato rinnovato fino al 2026, starebbe pensando di lasciare la società. Una speculazione che, al momento, non trova né smentite, né conferme ma che aprirebbe ovviamente la strada verso una non semplice successione.
Infatti, se è vero che Cook è stato spesso tacciato di essere poco innovativo, l'iPhone - pur molto più grande e performante - è rimasto praticamente lo stesso dall'anno della sua nascita, nel 2007; ma è anche vero che il ceo scelto da Jobs ha sempre mantenuto l'azienda sulla cresca dell'onda, o per meglio dire dei profitti.
Obiettivo non semplice, vista la marea di agguerriti concorrenti cinesi che non sono riusciti a scalfire con i loro smartphone piuttosto performanti l'allure chic del prodotto statunitense. C'è chi giura che la scelta del nuovo ad sia già cominciata. Cook infatti si è circondato di manager giovani e capaci pronti a tutto per dimostrarsi degni della poltrona che fu di Steve Jobs.
Un'eredità certamente pesante anche se per la scelta c'è ancora tempo visto che, secondo l'analista Mark Gurman, Cook avrebbe in mente di lasciare il segno con un prodotto innovativo nell'ambito consumer, come del resto l'iPhone, prima di andarsene.
Il prodotto sarebbero gli occhiali per la realtà aumentata, dove molti hanno provato e fallito dato la complessità di realizzazione di un prodotto davvero funzionante e sopratutto funzionale. La realtà aumentata è dunque tra gli obiettivi di Cupertino che vuole riuscire dove altri hanno fallito (ad esempio Google con i suoi glass) ma dove molti stanno tentando. Come Facebook che ha già mosso i primi passi assieme a RayBan.
Questa dunque potrebbe essere la meta che Cook intende far varcare ad Apple prima e meglio di altri. Un obiettivo non semplice. Anche se c'è chi dice che alcuni prodotti potrebbero già arrivare nel 2022 da consolidare e perfezionare negli anni successivi per dare al gruppo nuovo potenziale da sfruttare in vista di sinergie con iPhone ed Apple Watch.
Certo Apple sta lavorando anche ad altri prodotti innovativi come la Apple Car, ma, secondo gli analisti, un'auto innovativa sarebbe certamente più difficile da realizzare. Secondo Bloomberg comunque Cook resterà almeno fino al 2025 visto il nuovo piano di stock option che gli garantisce fino a 1 milione di nuove azioni se resterà in carica, e lasciare entro il 2028.
«Naturalmente - ha spiegato Bloomberg - Cook potrebbe decidere di rimanere più a lungo ma la combinazione di diversi fattori, ossia le azioni da riscuotere nel 2025, il lancio degli occhiali, e alcune sue affermazioni («non resterò al lavoro per altri 10 anni dato che ne ho 61») portano a credere che potrebbe ritirarsi dopo il 2025».