IL TRACOLLO DEL GREGGIO (-4%) E DELLE BORSE CINESI TRASCINA PIAZZA AFFARI (-1,8%) E PURE WALL STREET, CHE PERDE L'1% - LA CDP (RENZIANA) CHE VERRÀ - IN 17 PAESI LE DONNE SONO LA MAGGIORANZA DEI LAVORATORI
1.BORSA: IL MIX CINA-PETROLIO PIEGA GLI INDICI, MILANO CHIUDE A -1,77%
Radiocor - La combinazione negativa data dai timori sull'economia cinese e dai prezzi del petrolio in calo piega i listini azionari europei che, seguendo la scia di Wall Street, vivono un pomeriggio sottotono e chiudono in deciso rosso. Francoforte e' la peggiore (-2,1%) e riporta il Dax30 ai livelli di febbraio, Parigi e Londra cedono l'1,7% segnando i minimi da un mese. Piazza Affari e' sotto quota 23mila punti nel Ftse Mib e chiude le contrattazioni a -1,77%.
Mentre gli operatori iniziano a chiedersi se i mercati siano di fronte a una semplice fase di correzione o a un'inversione di tendenza guidata dai dubbi sull'economia di Pechino, le vendite continuano a concentrarsi sui minerari, sull'energia e sui titoli del settore auto. Dopo l'aumento delle scorte settimanali di petrolio negli Usa, il Wti scivola del 3% a 41,7 dollari al barile e il Brent scende sotto i 48 dollari al barile (-2,2%).
A Piazza Affari tengono solo le p opolari grazie alle nuove indiscrezioni sul consolidamento in arrivo. E' Prysmian (-3,8%) la peggiore, nel lusso -3% per Ferragamo e Tod's. Eni paga l'andamento del greggio e cede un 3% tornando sotto quota 15 euro. Euro/dollaro stabile a 1,10623 (1,1071) mentre il mercato resta incerto sulle mosse della Fed dopo l'inflazione Usa di luglio (0,1%).
2.WALL STREET: INDICI SUI MINIMI DI SEDUTA, DJ -1% CON GREGGIO GIU' OLTRE 4%
Radiocor - A meta' seduta gli indici a Wall Street viaggiano intorno a nuovi minimi intraday. Il sell-off - che per alcuni istanti ha visto il Nasdaq scendere sotto la soglia psicologica dei 5.000 punti - e' stato innescato dal tonfo del greggio, a sua volta causato da un inteso aumento delle scorte settimanali in Usa.
WALL STREET BORSA NEW YORK STOCK EXCHANGE
A tutto cio' si aggiungono le continue preoccupazioni relative alla tenuta dell'economia della Cina e alla capacita' delle autorita' locali di stabilizzare le piazze finanziarie dove oggi lo Shanghai Composite - che ieri aveva perso il 6,2% - oggi ha chiuso in rialzo dell'1,2% ma nel durante era arrivato a cedere fino al 5% provocando vendite sul resto dei listini asiatici e in quelli europei. In Usa intanto cresce l'attesa per i verbali della riunione di luglio della Federal Reserve, in arrivo alle 20 italiane.
Si intensifica il dibattito sulla tempistica con cui ci potrebbe essere il primo rialzo dei tassi dal 2006. Secondo Narayana Kocherlakota, governatore della Federal Reserve di Minneapolis, sarebbe un errore optare per una stretta adesso. Per il 're dei bond' Bill Gross invece la banca centrale Usa aumentera' il costo del denaro il mese prossimo.
Arrivato a lasciare sul terreno fino a 225 punti, il Dow Jones ne cede 175,41, l'1%, a quota 17.335,93 con tutte le 30 blue chip in rosso (con un -2,14% Wal Mart e' sul fondo per il secondo giorno di fila a causa del profit warning lanciato ieri). L'S&P 500 scivola di 20,06 punti, lo 0,96%, a quota 2.076,55 con gli energetici sul fondo (-2,6%). Il Nasdaq perde 49,63 punti, lo 0,98%, a quota 5.009,75. Il petrolio a settembre segna un -4,25% a 40,81 dollari al barile.
3.GRECIA: VIA LIBERA BUNDESTAG A PIANO AIUTI, 454 VOTI A FAVORE, 113 NO
Radiocor - Il Bundestag tedesco ha dato via libera al terzo piano di aiuti a favore della Grecia del valore di 86 miliardi circa su tre anni. Come annunciato dal presidente del Bundestag, Norbert Lammert, al termine della votazione, la mozione del Ministero delle Finanze tedesco e' stata approvata con 454 voti a favore, 113 contrari e 18 astenuti su un totale di 558 votanti (631 i seggi in Parlamento).
I deputati dell'Unione di centro-destra guidata da Angela Merkel (Cdu/Csu) sono 311 e, assieme ai socialdemocratici, la Grande Coalizione dispone di 504 seggi. Il partito di estrema sinistra, die Linke, e 56 deputati dell'Unione di centro-destra avevano preannunciato il voto contrario. L'approvazione del terzo piano di aiuti comporta anche il via libera all'esborso della prima tranche di aiuti per la quale non sara' necessaria una nuova convocazione del Bundestag, la cui prossima riunione, dopo la pausa estiva, e' stata fissata in via temporanea per martedi' 8 settembre.
4.CINA: FMI POSTICIPA A SETTEMBRE 2016 POSSIBILE INGRESSO YUAN BASKET VALUTE RISERVA
Radiocor - Il Fondo monetario internazionale fa capire che lo yuan non entrera' a fare parte del basket di valute di riserva del Fondo stesso per piu' di un anno. L'istituzione di Washington infatti oggi ha comunicato che il suo board esecutivo lo scorso 11 agosto ha approvato una estensione di nove mesi, dal 31 dicembre prossimo al 30 settembre 2016, dell'attuale valutazione dello Special Drawing Rights (Sdr), riserve di asset internazionali, il cui valore si basa appunto su un basket di valute chiave che per ora comprende dollaro americano, euro, sterlina e yen.
'La proposta per l'estensione', si legge in un comunicato, 'era stata avanzata dallo staff dell'Fmi in uno studio (Review of the Method of Valuation of the SDR ' Initial Considerations) pubblicato il 4 agosto e successivamente presentato al board esecutivo per una decisione'. L'istituto di Washington guidato da Christine Lagarde 'fo rmalmente rivede la composizione e valutazione del basket Sdr ogni cinque anni.
putin e i brics xi jinping dilma rousseff narendra modi jacob zuma
La prossima revisione dovrebbe essere completata entro fine 2015 con qualsiasi decisione che condiziona l'attuale Sdr destinata a entrare in vigore dall'ottobre 2016'. L'estensione di nove mesi 'e' pensata per facilitare il funzionamento senza intoppi delle operazioni legate all'Sdr e risponde al feedback arrivati dagli utenti Sdr in termini di desiderio di evitare cambiamenti nel basket alla fine dell'anno.
5.NUOVA CDP, MISSIONE 'SVOLTA', SPINGERE LA RIPRESA
(Fabio Tamburini) (ANSA) - La certezza è che nulla sarà più come prima, ma l'identikit della nuova Cassa depositi e prestiti comincerà a delinearsi soltanto in autunno. Per il momento il nuovo presidente Claudio Costamagna e l'amministratore delegato Fabio Gallia, che hanno consolidati rapporti di amicizia oltre che professionali, hanno avviato a pieno ritmo la macchina delle riunioni e degli incontri più o meno formali con il management che hanno come obiettivo avere un quadro chiaro della situazione. Poi, una decina di giorni fa, è arrivata la pausa per le vacanze estive.
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L'aspetto più delicato riguarda la missione affidata alla Cdp. E' chiaro che il presidente del Consiglio Matteo Renzi vuole farne uno strumento di politica industriale. Anzi, lo strumento per eccellenza a disposizione del governo. La necessità è di fare scelte che possano rappresentare per il Paese una svolta, contribuendo in misura decisiva a dare una spinta forte alla ripresa, tanto attesa quanto difficile da concretizzare. Lo schema organizzativo attuale della Cdp si presta a raggiungere l'obiettivo?
La domanda è retorica perché ci saranno cambiamenti importanti. Il cardine è la capogruppo, che funziona da holding, e società specializzate: dal Fondo strategico industriale al Fondo italiano d'investimento (Fii), per la piccola e media impresa, fino alla presenza in F2i, sul fronte delle infrastrutture. In più è in arrivo la società di turnaround, che seguirà il rilancio di aziende in crisi ma attiva in settori di carattere strategico. Nessuno, a partire da Costamagna, mette in discussione le capacità professionali degli uomini che le guidano.
ferdinando brachetti peretti fabio gallia domenico arcuri
Il tema all'ordine del giorno, molto delicato, è se il sistema è davvero adatto per interventi d'emergenza in uno scenario dove la debolezza del capitalismo familiare italiano risulta sempre più evidente. Pirelli ha un nuovo, importante azionista cinese. Italcementi si è fusa con il leader tedesco del settore. Lo shopping in Italia di Germania e Francia procede rapido e indisturbato. Così il numero delle grandi aziende italiane sopravvissute alla crisi è sempre più ristretto. Come proteggere quelle rimaste? Come far crescere quelle che hanno saputo trovare la strada dello sviluppo?
E, soprattutto, qual è il modello da seguire per mettere Cdp nelle condizioni di essere lo strumento con cui dare la scossa al sistema? Una possibilità è ispirarsi alle scelte fatte da francesi e tedeschi con società dello stesso genere. Ma ogni Paese ha specificità che non è il caso di ignorare, per cui l'impressione è che si vada verso un modello originale. Una priorità è rappresentata dagli interventi per gli investimenti nella creazione della rete nazionale in fibra ottica, che significa anche il rapporto con Telecom Italia, il nodo che tante difficoltà ha creato al predecessore di Costamagna, Franco Bassanini.
GIOVANNI GORNO TEMPINI FABIO GALLIA LUIGI ABETE
Nel frattempo in Telecom sono arrivati i francesi di Vivendi, diventati l'azionista di maggior peso. La scelta del presidente Vincent Bolloré è di muoversi con passi felpati, ma è chiaro che la presa è ferrea e se ne vedranno presto le conseguenze. Telecom Italia diventerà sempre più francese? Quale sarà il ruolo della nuova Cdp nelle telecomunicazioni? C'è spazio per investimenti comuni nella fibra ottica?
Come verrà garantita l'italianità d'infrastrutture vitali per il Paese e su cui, non a caso, francesi, tedeschi e spagnoli non mollano la presa? La seconda questione di fondo che richiede risposte adeguate è l'equilibrio del conto economico della Cdp. Alla base di sono circa 230 miliardi di raccolta fatta da Poste italiane tramite buoni fruttiferi e libretti, regolata da una convenzione pluriennale rinnovata nei mesi scorsi. Il problema è che Poste italiane incassa da Cdp circa 1,5-1.6 miliardi di commissioni, pari allo 0,6-0,7%, cui va aggiunto il rendimento da riconoscere ai risparmiatori.
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Negli ultimi anni i tassi d'interesse sono crollati e i margini di manovra per Cdp si sono praticamente azzerati. Né è stato possibile ottenere la riduzione della commissione pagata alle Poste, che hanno problemi di far quadrare i conti e sono in via di privatizzazione. In più c'è un disallineamento strutturale tra i tempi della raccolta (che è a vista, cioè tramite prodotti che i risparmiatori possono liquidare nel breve termine) e gli impieghi (soprattutto finanziamenti agli enti locali, che hanno scadenze a lungo termine).
Questo significa che, per evitare sorprese e avere la certezza di far fronte a ogni emergenza, circa due terzi della raccolta, cioè 140-150 miliardi, vengono tenuti come stock a disposizione del ministero dell'Economia, ma il rendimento è molto basso. E, anche in questo caso, non ci sono margini adeguati. Il problema, che Costamagna dovrà tentare di risolvere, è come uscirne.
6.'STAGISTI' NUOVA GRANA WALL STREET, SEC INDAGA SU BANCHE
(ANSA) - Gli stagisti nuova grana per Wall Street. Bank of New York Mellon patteggia con la Sec il pagamento di 14,8 milioni di dollari per chiudere la disputa con la quale e' accusata di aver violato le norme anti tangenti, avendo offerto stage ai parenti di funzionari di un fondo sovrano in Medio Oriente.
E BNY Mellon non e' l'unica nel mirino delle autorita', che - riporta il Wall Street Journal - hanno avviato indagini anche su altri colossi di Wall Street, quali Citigroup, Credit Suisse, JPMorgan, Deutsche Bank, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Ubs. Le banche criticano l'atteggiamento delle autorita', ritenendolo una campagna di criminalizzazione delle pratiche che sono standard in alcuni paesi. Il governo pero' difende le sue modalita' di azione che rientrano nei confini della legge.
''Il patteggiamento ha colto di sorpresa le banche'' affermano le autorita', sottolineando che il costo reale per loro non e' quello regolamentare ma quello di avere una strada in meno da percorrere per promuovere la loro attivita' e accedere ad altri mercati. Nel 2010 BNY Mellon ha 'assunto' due stagisti di un funzionario di un fondo sovrano del Medio oriente: i due ragazzi non rispettavano i criteri della banca, ma sono stati presi lo stesso.
I due stagisti sono stati alla banca per un periodo superiore alla media, la durata media di uno stage e' l'estate. Quando i due stagisti lavoravano in banca, BNY Mellon gestiva - riporta il Wall Street Journal - circa 711 milioni di dollari di asset del fondo sovrano, riscuotendo delle commissioni.
7.LAVORO: WSJ, IN 17 PAESI DONNE SONO MAGGIORANZA LAVORATORI
(ANSA) - Le donne lavoratrici sono oltre metà della forza lavoro non agricola in 17 paesi, dalla Finlandia alle Seychelles, da Israele alla Bielorussia. E' quanto emerge da un'analisi dell'organizzazione no profit Population reference Bureau, riportata dal Wall Street Journal. Gli stati dove gli uomini sono una minoranza nei posti di lavoro sono soprattutto nell'ex Unione sovietica come la Lettonia (dove sono donne il 53% della forza lavoro), nel nord Europa come in Islanda (51%) e ai Tropici.
Diversi fattori influenzano la predominanza femminile sul lavoro in questi stati. Spesso, secondo la sociologa del Prb Kristin Bietsch, a fare la differenza sono le politiche a favore della famiglia. E' questo il caso dei paesi scandinavi, con il congedo retribuito dopo la nascita dei figli e i fondi pubblici per l'infanzia, che aiutano le donne a conciliare gli impegni familiari e quelli lavorativi. Gioca un ruolo, inoltre, soprattutto nei paesi ex sovietici, la maggiore speranza di vita della popolazione femminile rispetto a quella maschile, che diventa sempre più rilevante con l'allungarsi dell'età pensionabile.
In alcuni paesi come il Kazakistan, per esempio, gli uomini vivono in media nove anni in meno delle donne. Infine, in particolare ai Caraibi, aiuta a comprendere i dati sull'occupazione femminile la maggiore istruzione delle donne rispetto agli uomini: le ragazze sono infatti oltre due terzi degli iscritti ai corsi universitari ad Antigua o alle Barbados. Tornando al rapporto, che considera i percettori di reddito full time e part time con dati aggiornati al 2013, il paese più 'rosa' in assoluto è la Moldavia (con il 55% di lavoratrici), seguita dall'isola delle Antille Guadalupe.
Una presenza femminile maggioritaria sul lavoro si trova anche alle Bahamas e alla Martinica e, tra i paesi europei, in Lituania, Estonia, Cipro e Irlanda. "Le donne stanno facendo grandi progressi - afferma Bietsch - ma questi non sono uguali tra i diversi paesi e non sono uguali nemmeno tra le diverse donne all'interno dei paesi". Per esempio, negli Stati Uniti, la partecipazione femminile è diminuita di 4,6 punti percentuali dal 1997 al 2013 fino a rappresentare il 48% della forza lavoro non agricola.
donne al lavoro in arabia saudita
Nonostante il calo degli ultimi anni, il risultato degli Usa è comunque migliore di quello italiano dove le donne sono il 46% dei lavoratori. Tra le economie avanzate, un dato più basso di quello dell'Italia c'è solo in Giappone (43%), mentre in Germania le lavoratrici sono il 48% della forza lavoro, nel Regno Unito il 49%, in Francia, in Canada e in Russia il 50%.