1. TUTTI I MISTERI DELLA CESSIONE DI TELECOM ARGENTINA AL MESSICANO MARTINEZ GUZMAN 2. CHE COSA DICONO LE CLAUSOLE CHE PROTEGGONO LA FAMIGLIA WERTHEIN, CARA ALLA KIRCHNER, CHE DEVE RESTITUIRE ANCORA 400 MILIONI AI SOCI DI TELCO DELLE GENERALI? 3. C’E’ CHI PENSA CHE NELLA TEMPISTICA DELLA SVENDITA POSSA AVERE ESERCITATO UN QUALCHE RUOLO ANCHE L'AUDIT DELL'ANTITRUST ARGENTINA, CHE IL 24 OTTOBRE SI È PRECIPITATO NELLA SEDE MILANESE DI TELECOM ITALIA A REPERIRE DOCUMENTI PER DARE IL PROPRIO VIA LIBERA ALL'OPERAZIONE DI RAFFORZAMENTO DI TELEFONICA IN TELCO 4. ALLA ‘’COMISIÓN NACIONAL DE DEFENSA DE LA COMPETENCIA’’ NON SFUGGE IL DOPPIO RUOLO DEL GRUPPO DI ALIERTA, AZIONISTA NEL CONTEMPO DI TELEFONICA ARGENTINA
Carlotta Scozzari per Dagospia
Marco Fossati, socio di Telecom Italia al 5%, è un ex atleta di Triathlon e lo sa bene che per raggiungere un obiettivo ambizioso ci vogliono tempo e pazienza. Tanto più se si compete sul suolo italiano, dove le cose non si possono certo cambiare così, dal giorno alla notte.
Allo stesso modo, perciò, per trasformare la società italiana di telecomunicazioni in una società ad azionariato diffuso, come lui tanto vorrebbe, non è detto che basti un'assemblea degli azionisti, quella cioè del 20 dicembre, che tra le altre cose dovrà decidere sulla revoca del consiglio di amministrazione di Telecom.
Tutto dipenderà dalla presenza dei fondi in assemblea e da come essi decideranno di schierarsi, a partire da quelli riuniti sotto il cappello di Assogestioni (che per il rinnovo del cda di Telecom presenterà una lista di minoranza che sarà sostenuta dallo stesso Fossati).
In attesa che arrivi il gran giorno dell'assemblea, il mercato continua a interrogarsi sulla recente vendita, che secondo i più sarebbe piuttosto stata una svendita, di Telecom Argentina. Il prezzo pagato dal magnate messicano Martinez è, infatti, di 960 milioni di dollari, quando la società ne ha 650 in cassa (nel 2010 erano stati offerti per Telecom Argentina 800 milioni di dollari a fronte di un debito di 300 milioni).
A destare perplessità , in particolare, sarebbe il ruolo ricoperto nella vicenda dalla famiglia Werthein, socia di minoranza attraverso Sofora della società appena ceduta da Telecom. Proprio ieri, Il Sole 24 Ore riferiva che i due consiglieri di minoranza di Telecom Italia, Luigi Zingales e Lucia Calvosa, hanno votato contro l'operazione argentina per il potenziale conflitto di interessi di uno dei soci di Telco, la scatola partecipata a maggioranza da Telefonica che controlla la società di telecomunicazioni italiana al 22,5 per cento.
Il socio in questione è Generali, che, nell'era della gestione di Giovanni Perissinotto, ha intrattenuto stretti rapporti con la famiglia Werthein, che deve qualcosa come 400 milioni al gruppo del Leone.
Ma c'è di più. Secondo quanto ricostruito da quel disgraziato sito di Dagospia, il contratto di cessione di Telecom Argentina alla Fintech del magnate messicano David Martinez prevedrebbe alcune clausole di protezione a vantaggio dei Werthein. In particolare, la famiglia argentina dovrebbe godere di un trattamento di favore nel caso - altamente probabile - in cui Martinez dovesse lanciare un'Opa residuale sulle azioni di Telecom Argentina per via del passaggio di mano del controllo della società .
Quel che è certo è che Telecom Argentina è stata ceduta in fretta e furia ("il giorno dopo sarebbe scaduta l'offerta di Fintech", si schermano fonti vicine alla società ). Qualcuno ha pensato che nella tempistica dell'operazione possa avere esercitato un qualche ruolo anche l'audit dell'Antitrust argentina, che il 24 ottobre si è precipitato nella sede milanese di Telecom Italia a reperire carte e documenti per dare il proprio via libera all'operazione di rafforzamento di Telefonica in Telco.
Alla Comisión Nacional de Defensa de la Competencia non sfugge certo il doppio ruolo del gruppo spagnolo di Cesar Alierta, azionista nel contempo di Telefonica Argentina. Che la visita dell'Antitrust di Buenos Aires abbia accelerato i tempi della cessione della controllata argentina? Non si sa. Fonti vicine a Telecom Italia gettano acqua sul fuoco e parlano di un controllo di routine, incentrato sui legami tra Telecom Italia e Telefonica e che nulla ha a che vedere con l'operazione su Telecom Argentina.
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