1- CHI VESTIRÀ I PANNI DELL’ASSASSINO A PIAZZETTA CUCCIA? ALBERTO NAGEL HA ORMAI PERSO QUELLA CREDIBILITÀ NECESSARIA A MEDIOBANCA AD OPERARE SUI MERCATI ITALIANI E INTERNAZIONALI. NON BASTA. LE SUE VITTIME SONO DIVENTATE SUOI NEMICI 2- L’UNICO CHE POTREBBE DAVVERO FAR FUORI ALBERTO NAGEL È LUIGI ORSI, IL MAGISTRATO CHE INDAGA SULL’AFFARE FONSAI. NESSUNO CONOSCE INTEGRALMENTE LE CARTE DI ORSI SULLE RESPONSABILITÀ DI NAGEL NELLA VICENDA MA C’È CHI DICE CHE POTREBBERO CONFIGURARSI ALTRI REATI E ALLORA PER NAGEL SAREBBERO GUAI SERI. IN QUEL CASO GLI AZIONISTI NON POTREBBERO REGGERE L’URTO DI UN ALLARGAMENTO DELL’INCHIESTA E DOVREBBERO PROCEDERE VERSO UN ATTO DI SFIDUCIA

Carla del Tondo per Dagospia

Chi vestirà i panni dell'assassino a piazzetta Cuccia? Che l'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, abbia i giorni contati lo sanno e lo mormorano in molti nei meandri della comunità degli affari.

Il banchiere che prese la poltrona di Vincenzo Maranghi è a un punto di non ritorno, la lista nera è sempre più lunga: dalla cattiva gestione dei conti di Mediobanca, che oggi subisce perdite ingenti e dunque non può ergersi a paladino della trasparenza come ha fatto con Generali, alla sconfitta nell'affare Impregilo, fino all'oscuro affare Fonsai che ha spinto la magistratura a inserire nel registro degli indagati proprio Alberto Nagel, responsabile secondo gli inquirenti di fatti gravi.

La posizione di Nagel infatti è assai critica: l'amministratore delegato di Mediobanca, è indagato per ostacolo all'attività di vigilanza nell'ambito dell'inchiesta del pm Luigi Orsi su Premafin e Fonsai. A luglio è stato interrogato (per sei ore) in una caserma milanese della Guardia di Finanza, dove il pm Orsi, lo ha sentito sul presunto accordo con Salvatore Ligresti. Un patto che avrebbe garantito alla famiglia siciliana una buonuscita da circa 45 milioni di euro in cambio dell'uscita dal Gruppo Fonsai.

Al di là delle vicende giudiziarie che comunque potrebbero avere dei risvolti assai seri, Alberto Nagel ha ormai perso quella credibilità necessaria a Mediobanca ad operare sui mercati italiani e internazionali. Non basta. Le sue vittime sono diventate suoi nemici, a partire dal nemico numero uno Cesare Geronzi, capofila di aree della finanza che sono pronte a coalizzarsi tra loro per far fuori Nagel e portare un loro candidato sulla prima poltrona di Mediobanca.

Dunque ci sono tutte le condizioni per un omicidio in piena regola. Solo che con un inversione di ruoli si conosce già il nome della vittima ma non ancora quello dell'assassino. Anzi, se si fa un giro nella comunità finanziaria tutti negano che Nagel possa essere fatto fuori nei prossimi giorni, magari nella riunione degli azionisti prevista per i primi giorni di settembre.

Quando interroghi i soloni di piazza affari a proposito di Nagel invece di risponderti ti fanno una domanda: "E chi dovrebbe farlo fuori? Salvatore Ligresti che è inguaiato fino al collo nell'affare Fonsai? Se non fosse stato per Nagel il gruppo Ligresti sarebbe già affondato, non è certo l'ingegnere a poter fare la prima mossa". E allora? Forse Unicredit? "Ma non scherziamo - spiega un avvocato d'affari - neanche se lo vedo credo che Federico Ghizzoni possa vestire i panni dell'assassino. Unicredito non è nelle condizioni di cambiare i vertici di Mediobanca con un atto di sfiducia nei confronti di Nagel".

Qualche tempo fa un no comment di Ghizzoni aveva fatto immaginare un atto di sfiducia. "Non é per mancanza di rispetto e di fiducia verso Nagel - disse Federico Ghizzoni, numero uno di UniCredit, che é la prima azionista di Mediobanca - ma per una forma di rispetto verso la magistratura che non faccio dichiarazioni sulla posizione del dottor Nagel".

"Quando ci sono inchieste in corso - ha detto ancora Ghizzoni alla stampa - UniCredit non ha mai fatto commenti e non li facciamo neanche ora". "Potete interpretarli come volete - ha continuato quando i giornalisti hanno fatto presente a Ghizzoni che così UniCredit non sosteneva abbastanza Nagel - ma tutto questo non ha niente a che fare con la domanda, é solo un discorso di rispetto delle regole e della magistratura". E allora chi sarà l'azionista che lancerà il primo sasso? Forse Vincent Bollorè. Assi improbabile. Il banchiere francese è impantanato nella vicenda Fonsai e Alberto Nagel lo ha protetto come ha fatto con Ligresti.

Un test sul rapporto tra Nagel e gli azionisti potrebbe essere l'affare Rcs. Secondo un rapporto riservato Mediobanca sarebbe contraria a un aumento di capitale di Rcs, oggi ritenuto improrogabile, e preferirebbe l'entrata di un socio straniero. Essendo Mediobanca il principale azionista di Rcs questa scelta influenzerà sugli stessi azionari e questo potrebbe creare frizioni ma non una rottura.

L'unico che potrebbe davvero far fuori Alberto Nagel è Luigi Orsi, il magistrato che indaga sull'affare Fonsai. Nessuno conosce integralmente le carte di Orsi sulle responsabilità di Nagel nella vicenda ma c'è chi dice che potrebbero configurarsi altri reati e allora per Nagel sarebbero guai seri. In quel caso gli azionisti non potrebbero reggere l'urto di un allargamento dell'inchiesta e dovrebbero procedere verso un atto di sfiducia.

 

Alberto Nagel article RENATO PAGLIARO E ALBERTO NAGEL DAL CORRIERE jpegsede MEDIOBANCALUIGI ORSISede del Corriere della Sera in via SolferinoCesare Geronzi LE SCIARPE DI DIEGO DELLA VALLE

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