LA CANNES DEI GIUSTI – "A QUEDA DO CEO", DIRETTO DA ERIK ROCHA E DALLA SUA COMPAGNA, GABRIELA CARNEIRO DA CUNHA , È UN GRAN FILM POLITICO - DI TANTI FILM GIRATI SUGLI INDIOS È TRA I PIÙ COINVOLGENTI, PERCHÉ SONO LORO STESSI A RACCONTARE COME SONO ANDATE LE COSE CON I BIANCHI E COME STANNO ANDANDO AVANTI ORA. NON È UN RITRATTO DI VITA DEGLI YANAMAMI. È IL LORO FILM, CHE USANO PER DIRCI COME STANNO LE COSE E COME STA IL CIELO SOPRA DI NOI E SOPRA DI LORO. SE CADRÀ NON IMPORTERÀ PIÙ SE SEI POVERO O QUANTO SEI RICCO…
Marco Giusti per Dagospia
a queda do ceo the falling sky
Finalmente un gran film politico in attesa del documentario di Oliver Stone su Lula. Ovviamente brasiliano. "A queda do ceo"/ "The Falling Sky" diretto da Eryk Rocha, il figlio cubano di Glauber Roxha, e dalla sua compagna, Gabriela Carneiro da Cunha, passato oggi alla Quinzaine des Realisateurs, coprodotto anche da Donatella Palermo e Rai Cinema.
E con un messaggio chiaro al capitalismo bianco da parte dello sciamano degli indios Yanamami, lo strepitoso Davi Kopenawa, anche protagonista e sceneggiatore. I nape, i bianchi, legati al Dollaro, tutti, americani e europei, si sono spinti troppo in avanti con guerre, bombe e malattie. Hanno la radio e lo sentono.
Se gli Yanomami moriranno, ne sono rimasti 28 mila nella foresta amazzonica, il cielo cadrà e farà un buco terribile sulla terra. Solo loro, gli sciamani, che si tramandano da secoli la vecchia saggezza, sono in grado di parlare con gli spiriti gli xarabi, grazie a una megabomba che si sparano nel naso, e sanno come fermare il cielo, tenerlo fermo lì dove sta.
a queda do ceo the falling sky
I due registi, una coppia, lei si è presentata incinta a Cannes, hanno lavorato anni a questo progetto, dal 2017, con lo sciamano e il suo popolo, per raccontarci il loro messaggio e la loro vita. Totalmente alternativa a quella del cosiddetto popolo civilizzato.
In continuo scontro e fuga rispetto ai cacciatori d'oro che hanno depredato gran parte della foresta e portato le malattie, Covid compreso, che uccidono i loro figli. Di tanti film girati sugli indios brasiliani devo dire che questo è tra i più coinvolgenti, perché sono loro stessi a raccontare come sono andate le cose con i bianchi e come stanno andando avanti ora.
Da parte loro i registi e la loro troupe riprendono i canti delle donne, le notti passate dagli sciamani strafatti in dialogo stretto con gli spiriti. Le loro leggi elettorali magari un po' semplici. Quando un capo muore il primo che dice “sono io il capo" fa il capo. Non è un ritratto di vita degli Yanamami. è il loro film, che usano per dirci come stanno le cose e come sta il cielo sopra di noi e sopra di loro. Se cadrà non importerà più se sei povero o quanto sei ricco. Uno dei migliori film visti a Cannes, degno del concorso.