l amour et les forets

LA CANNES DEI GIUSTI - A ME “L'AMOUR ET LES FORÊTS”, MELO' COSTRUITO SU UN ABUSO DOMESTICO PESANTE, È SEMBRATO UN MODESTO FILM A TEMA, MOLTO SALVATO DALLA SENSIBILITÀ DI VIRGINIE EFIRA E DAL PROGETTO EDUCATIVO CHE SEMBRA STARCI DIETRO - LA VERITÀ È CHE I FILM FRANCESI A CANNES, IN CONCORSO E FUORI CONCORSO, NON È CHE SIANO PROPRIO DEI CAPOLAVORI. ANZI. QUINDI STANNO QUI PERCHÉ CI DEVONO STARE. DICIAMO. MA FORSE ERA MEGLIO PROPRIO NON PORTARLI. E GUAI ADESSO A CHI OSA ACCANIRSI SUL CINEMA ITALIANO, CHE TRIONFA TRA BELLOCCHIO E MORETTI… - VIDEO

Marco Giusti per Dagospia

 

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Cannes. La verità è che i film francesi a Cannes, in concorso e fuori concorso, non è che siano proprio dei capolavori. Anzi. Quindi stanno qui perché ci devono stare. Diciamo. Ma forse era meglio proprio non portarli. E guai adesso a chi osa accanirsi sul cinema italiano, che trionfa tra Bellocchio e Moretti. Ieri sera vado alla prima strapiena del melo costruito su un abuso domestico pesante, tratto dal romanzo di successo del 2014 di Éric Reinhardt , “L'Amour et les Forêts” diretto da Valerie Donzelli, che lo ha scritto assieme a Audrey Diwan, la regista ultramilitante di "L'événement",  e interpretato da Virginie Efira e Melvil Poupaud.

 

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Lei, Blanche, professoressa di francese, incontra Gregoire, bel ragazzo, bancario. Dopo cinque (dieci?) minuti di film lei, che ci ha fatto sapere di essere senza mutande rimane nuda (in tutti i film della Efira, star di massima grandezza in Francia, lei si deve spogliare), i due scopano, si sposano e poco dopo hanno due figli. Solo che lui, non solo l’ha portata a vivere a Metz lontana dalla sorella gemella Rosa, sempre la Efira, che non si spoglia (non è che siccome fa due ruoli deve spogliarsi in tutti e due, su), ma inizia comportarsi come un mostro.

 

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La controlla, non le fa vedere nessuno, la guarda mentre scrive, un vero e proprio accollo pesantone. Ma lei, invece di mandarlo a quel paese subito, abbozza, cerca di salvare il matrimonio. E intanto lo tradisce con una sorta di uomo dei boschi che la fa tirare con l’arco. E la cosa, ovviamente, precipita. Ovazione finale alle stelle. Boh. A me è sembrato un modesto film a tema, molto salvato dalla sensibilità di Virginie Efira e dal progetto educativo che sembra starci dietro. Anche un po’ vecchiotto. Ottimo come film natalizio per signore di una certa età, per tutti gli altri sfiora spesso il risibile. Come fai a non accorgerti di un accollo simile? E ci vivi sette anni?

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