vladimir putin volodymyr zelensky guerra in ucraina

DA MOSCA A KIEV, LA GUERRA HA ROTTO LE PALLE A TUTTI. MA NESSUNO VUOLE CONCEDERE NULLA – IL 44% DEGLI UCRAINI È FAVOREVOLE A NEGOZIATI DI PACE CON MOSCA, MA LA STRAGRANDE MAGGIORANZA CONSIDERA INACCETTABILI LE RICHIESTE DI PUTIN: IL RITIRO DELLE TRUPPE DI KIEV DALLE QUATTRO REGIONI ANNESSE DA MOSCA E LA RINUNCIA ALL'ADESIONE ALLA NATO – IN RUSSIA, IL 54% DELLA POPOLAZIONE APPOGGIA LA STRADA DEI NEGOZIATI MA NON VUOLE LASCIARE AGLI UCRAINI I TERRITORI CONQUISTATI...

Estratto dell’articolo di Giovanni Pigni per "La Stampa"

 

volodymyr zelensky - vertice nato a washington

La stanchezza della guerra e il desiderio di pace sono sempre più evidenti da entrambe le parti del conflitto in Ucraina. Quasi la metà degli ucraini (44%) è ora favorevole a negoziati di pace con la Russia: lo dice un sondaggio condotto a fine giugno dal think tank ucraino Razumkov Centre.

 

Il sondaggio, che non include gli ucraini residenti nei territori occupati dalla Russia o i soldati impegnati al fronte, indica una maggioranza relativa favorevole a un accordo, rispetto al 35% che si oppone ai negoziati e al 21% che rimane indeciso.

Si tratta di un cambiamento significativo rispetto a un sondaggio Gallup condotto un anno fa, quando, nel pieno della controffensiva (poi fallita) di Kyiv, il 60% degli ucraini era favorevole a proseguire la guerra fino alla vittoria totale, cioè al ripristino dei confini del 1991.

 

vladimir putin con i soldati russi

Un quadro simile emerge anche in Russia. Secondo un sondaggio dell'istituto indipendente Centro Levada, pubblicato a fine giugno, il sostegno ai negoziati di pace ha raggiunto un livello record: circa il 54% degli intervistati. In entrambi i Paesi, l'aumento del sostegno ai negoziati riflette una crescente stanchezza per il conflitto, sostiene Denis Volkov, il direttore del Centro Levada, durante un'intervista a La Stampa. Tuttavia, nonostante il comune desiderio di pace, i due popoli appaiono profondamente divisi sulle condizioni per raggiungerla.

 

VOLODYMYR ZELENSKY AL FRONTE TRA I SOLDATI

La stragrande maggioranza degli ucraini considera inaccettabili le richieste avanzate il mese scorso da Vladimir Putin come prerequisito per un cessate il fuoco: il ritiro delle truppe ucraine dalle quattro regioni annesse illegalmente dalla Russia (ma che il Cremlino controlla solo parzialmente), la rinuncia dell'Ucraina all'adesione alla Nato e la rimozione delle sanzioni contro Mosca.

 

Anche in Russia non c'è apertura su questo fronte: secondo il sondaggio del Centro Levada, solo una minoranza (circa il 17%) degli intervistati ritiene che la Russia debba fare concessioni significative per raggiungere un accordo. La maggioranza è contraria a restituire i territori conquistati durante la guerra e all'ingresso dell'Ucraina nella Nato.

VLADIMIR PUTIN

Secondo Volkov, l'opinione pubblica in entrambi i Paesi tende a seguire la narrazione ufficiale diffusa dai mezzi di informazione mainstream, i quali, soprattutto in Russia, sono rigidamente controllati dallo Stato.

 

Per esempio, come fa notare Volkov, il numero di russi favorevoli ai negoziati era diminuito nel primo trimestre di quest'anno a causa dell'irrigidimento della retorica di Vladimir Putin in vista delle elezioni presidenziali di marzo.

 

viktor orban volodymyr zelensky

«Durante la campagna elettorale, Putin insisteva sul mantenere le posizioni e non cedere di un passo», spiega il sociologo. «Nell'ultimo periodo, invece, Putin ha parlato più frequentemente di negoziati, mostrando che la Russia è interessata a un accordo», conclude Volkov. […]

XI JINPING - VLADIMIR PUTIN - 1VOLODYMYR ZELENSKY AL FRONTE TRA I SOLDATI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…