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ILVA FUNESTA – ACCIAIERIE D'ITALIA, CIOÈ L'EX ILVA, HA SOSPESO LE ATTIVITÀ DI 145 DITTE DELL'INDOTTO. COSÌ DA OGGI DUEMILA PERSONE SONO SENZA LAVORO – IL MILIARDO DI EURO STANZIATO NEL DL AIUTI NON È MAI ARRIVATO NELLE CASSE DELLA SOCIETÀ PERCHÈ INVITALIA NON HA SBLOCCATO I SOLDI – LO STOP DECISO DA ACCIAIERIE POTREBBE ESSERE UN MODO PER METTERE PRESSIONE AL GOVERNO – IL SINDACO DI TARANTO, RINALDO MELUCCI, AVVERTE: “QUESTA VOLTA LA RABBIA DELLA CITTÀ NON SI PLACHERÀ CON QUALCHE BANALE PROMESSA”

Estratto dell’articolo di Giuliano Foschini per “la Repubblica”

 

ilva

«Questa volta la rabbia della città non si placherà con qualche banale promessa». Basta questa frase, pronunciata da un uomo solitamente pacato qual è il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, per comprendere che la paura è diventata disperazione, il timore si è trasformato in allarme. Rosso. Che succede ad Acciaierie d'Italia, cioè l'ex Ilva? L'azienda ha comunicato unilateralmente la sospensione delle attività di 145 ditte dell'indotto: significa che da oggi duemila lavoratori non potranno più andare a lavorare, che aziende che da sempre vivono all'interno del siderurgico di Taranto non potranno più accedervi.

 

RINALDO MELUCCI SINDACO TARANTO

L'azienda non ha motivato nello specifico la scelta, se non parlando di «sopraggiunte e superiori circostanze ». In realtà, dietro la decisione ci sarebbe il solito problema di liquidità che da tempo i vertici dell'azienda, con l'amministratore delegato Lucia Morselli in primis , denunciano.

 

Il governo era intervenuto finanziando con un miliardo, provvedimento molto discusso e inserito nel Dl Aiuti. Ma il trasferimento dei fondi non è ancora arrivato perché Invitalia, a cui era stato affidato il dossier, non ha ancora compiuto i passi necessari. Secondo i sindacati, la mossa dell'azienda sarebbe un tentativo di mettere pressione a Invitalia e Governo. […]

 

OPERAIO ILVA

Ieri i lavoratori hanno incontrato i parlamentari Vito De Palma (Forza Italia), Dario Iaia (Fratelli d'Italia), Giovanni Maiorano (Fratelli d'Italia) e Ubaldo Pagano (Pd), con il senatore Mario Turco (M5S). Poco dopo si è mosso il governo con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha convocato un tavolo per giovedì 17 con il presidente della Regione, Michele Emiliano, l'azienda e i sindacati. «La decisione dell'azienda ha suscitato giustamente sconcerto» ha detto il ministro. «Tanto più per le modalità con cui è stata annunciata, assolutamente inaccettabili». […]

 

ILVA DI TARANTO

La preoccupazione comune è dunque economica ma anche di tenuta strutturale: il timore, per usare le parole del sindaco Melucci, è che Taranto si faccia prendere dalla «rabbia», «davanti a un ricatto di questo tipo». «Siamo di fronte a un'azienda» spiega a Repubblica il primo cittadino di Taranto, «che tiene in ostaggio la più grande fabbrica italiana, le vite delle migliaia di lavoratori e le sorti di una intera città, utilizza gli andamenti di mercato e della politica per colmare le lacune della propria programmazione e le perdite, magari registrate anche altrove, approfittando del contribuente italiano e accampando continui pretesti per non completare gli investimenti in tema di sicurezza e ambiente. È ormai evidente che Arcelor Mittal si comporta con Taranto e l'Italia da puro e semplice speculatore. La città lo ha compreso, non si farà più umiliare così». […]

 

FRANCO BERNABE

Ieri il presidente di Acciaierie d'Italia Franco Bernabè, in un'intervista a Class Cnbc, ha rimandato le accuse al mittente seppur non negando problemi di liquidità. «Non c'è alcun intendimento - ha detto - di fare pressione sul governo da parte dell'amministratore delegato sul miliardo previsto dal Dl Aiuti. Ma è innegabile una situazione di sofferenza tanto più perché questi soldi sono stati stanziati ma non sono arrivati».

RINALDO MELUCCI SINDACO TARANTO 1franco bernabe

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