TRIANGOLO FATALE – ADDOLORATA CUZZI È STATA CONDANNATA A 16 ANNI DI CARCERE PER AVER ISTIGATO IL SUO EX MARITO A UCCIDERE L’UOMO CON CUI AVEVA UNA STORIA – IL CADAVERE FU TROVATO IN PROVINCIA DI BARI NEL 2016. ENTRAMBI CONFESSARONO SUBITO IL DELITTO – L’INTRIGO AMOROSO E IL PIANO DETTAGLIATO PER UCCIDERE LA NUOVA FIAMMA...
Giuseppe Di Bisceglie per www.corriere.it
Dovrà scontare una pena a 16 anni di reclusione Addolorata Cuzzi, la trentacinquenne di Grumo Appula, arrestata il 26 dicembre dai carabinieri su esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari. Fu lei, secondo i giudici, ad aver istigato il suo ex marito Crescenzo Burdi ad uccidere l’uomo con cui aveva una relazione, Stefano Milillo, 28enne operaio di Toritto, il cui cadavere fu rinvenuto in un pozzo di Binetto nel giugno del 2016. La donna, che da tempo si era trasferita in Belgio, è stata individuata e rintracciata dai militari e condotta nel carcere di Trani.
Pesanti sono i reati di cui risponde: omicidio volontario e occultamento di cadavere in concorso con Crescenzo Burdi, l’uomo con il quale era stata sposata. Insieme - stando a quanto accertato dalle indagini e dal processo - avevano organizzato il piano per togliere di mezzo Milillo, l’amante della donna. Una storia dall’intreccio romanzesco, in cui la trama amorosa si lega e si fonde con l’epilogo tragico, sino a diventare un fatto di sangue.
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Stando a quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, che si occuparono del caso a partire dal ritrovamento del cadavere di Stefano Milillo in un pozzo situato in un casolare nei pressi del campo sportivo di Binetto, il 13 giugno del 2016, la vittima aveva di recente intrapreso una relazione con la donna. Una relazione che Addolorata Cuzzi aveva deciso di interrompere e che voleva troncare in modo definitivo con l’eliminazione fisica della sua nuova fiamma. Per fare ciò avrebbe convinto il suo ex marito a tendergli un agguato e ammazzarlo.
I due ex coniugi avrebbero dunque organizzato nel minimo dettaglio il piano, divenuto una trappola mortale: la donna avrebbe attirato il 28enne nel cantiere del campo sportivo di Binetto con una scusa; qui si sarebbe fatto trovare Crescenzo Burdi che dapprima lo avrebbe strangolato con una corda, successivamente lo avrebbe colpito alla testa con una spranga e poi lo avrebbe finito colpendolo con un masso.
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Prima di disfarsi del cadavere, buttandolo in una fossa biologica all’interno di un casolare abbandonato dove si stavano svolgendo i lavori di costruzione del campo sportivo, avrebbe persino provato a dargli fuoco. Il corpo della vittima fu ritrovato il giorno dopo a pochi passi dal luogo in cui si sarebbe consumato il delitto. A consentire il ritrovamento della salma fu una telefonata anonima al numero di servizio 112.
Le indagini dei carabinieri si concentrarono subito sulla figura di Crescenzo Burdi individuando il movente proprio nella gelosia provata da Burdi per la relazione intessuta tra la moglie e la vittima. Il cerchio sull’accaduto si chiuse in brevissimo tempo: sia Crescenzo Burdi che Addolorata Cuzzi ammisero le loro responsabilità e confermarono la ricostruzione degli inquirenti.
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Entrambi sono stati condannati nel corso del processo, iniziato nel 2017 dinanzi alla Corte d’Assise di Bari. Crescenzo Burdi fu trasferito in carcere mentre la donna rimase a piede libero. A distanza di sei anni e mezzo dal delitto, che sconvolse la piccola cittadina di Binetto ma anche la comunità di Toritto, paese di provenienza della vittima, anche per l’altra responsabile dell’omicidio di Stefano Milillo si aprono le porte del carcere.