ADEGUATI O MUORI! GLI STUDIOS DI HOLLYWOOD RISCHIANO SEMPRE MENO SUI FILM, COSI’ I REGISTI PIU’ CREATIVI MIGRANO IN TV O SULLE PIATTAFORME DIGITALI E SBANCANO CON SERIE COME “BREAKING BAD” O “HOUSE OF CARDS”. INVECE DI SEGUIRE I GUSTI DEL PUBBLICO, LI ANTICIPANO

da www.salon.com


Estratto da Anne Thompson "The $11 Billion Year: From Sundance to the Oscars, an Inside Look at the Changing Hollywood System"

I migliori film vengono fatti grazie a registi, produttori, finanziatori e persone creative che ignorano tenacemente gli ostacoli. Ma quanto potranno durare? Quanto passerà prima che si stufino del grande business a Hollywood e portino il loro talento altrove?

I giorni della gloria hollywoodiana sono già finiti. Nel nuovo mondo onnivoro non si aspetta più il venerdì per andare a vedere l'ultimo film in uscita o la recensione sul New Yorker.

I cinefili vanno ai festival o sui tanti siti a disposizione, scelgono Netflix che conta 38 milioni di utenti in 40 paesi e offre una infinita quantità di pellicole e serie televisive.
Il 2012 al cinema è stata un'annata eccezionale come quel 1939 che sfornò i classici "Via col vento", "Cime tempestose" e "Il Mago di Oz".

Sei dei nove film che avevano nomination agli Oscar hanno incassato oltre 100 milioni di dollari ai botteghini, uno dei maggiori risultati della storia. Allora perché non si finanziano più film di qualità, con bravi registi e alti budget, se poi rendono?

Certo, la cosa richiede coraggio. A fine 2012 sono usciti "Lincoln" di Steven Spielberg - che ha rischiato di andare in pay-tv per problemi di finanziamento - "Skyfall" di Sam Mendes, "Vita di Pi" di Ang Lee, "Zero Dark Thirty" di Kathryn Bigelow, "Lo Hobbit" di Peter Jackson, tutti tranne uno inizialmente sono stati lanciati in 2000 sale, ottenendo consenso di critica e platea.

Ma questo non è abbastanza per essere ottimisti sul futuro dei film. Le nomination agli Oscar del 2013 sono l'eccezione che conferma la regola: infatti dal Sundance Festival è arrivato a sbaragliare "Re della terra selvaggia", girato in 16 millimetri con attori non professionisti e con un budget limitato.

I registi meno influenti ma ugualmente capaci ormai vanno dove stanno i soldi: finanziatori stranieri, televisione, HBO o Netflix. I grandi studios potrebbero puntare sulla diversificazione ma non lo fanno, si dedicano ai film per famiglie, tutti fatti con lo stampino, e buttano via milioni di dollari per costruire trappole per topi. La verità è che più un film è costoso, meno ha personalità: tutti gli angoli vengono smussati.

Ma vale la teoria dell'analista e professore Peter Stark, secondo cui è pericoloso seguire le mode di ciò che funziona al box office perché quando gli Studios escono con imitazioni di recenti film che hanno funzionato, il pubblico si sente inevitabilmente annoiato. Grazie all'aumento della qualità televisiva, il cinema dovrebbe alzare l'asticella, produrre film più originali e azzardati. Se si fa questo, la gente uscirà ancora per andare in sala. Se non sottovalutiamo il pubblico, il pubblico ricompenserà.

Hollywood deve adattarsi al digitale, dal momento che le abitudini dei consumatori sono irrevocabilmente cambiati. Dal punto di vista dei sette maggiori Studios, la migrazione del talento dal cinema alla televisione non è un gran problema, poiché molti di loro sono nel business: se la HBO fa soldi, li fa la Warner Bros. Viacom e Paramount puntano sul successo di MTV, VH1 e CBS. La Comcast è proprietaria di Universal e NBC, la Disney possiede ABC e ESPN, la Sony produce "Breaking Bad", "Jeopardy" e "Wheel of Fortune", la Lionsgate tifa per i suoi show su AMC.

Ma a sfidarli ci sono Google, Apple, Amazon e Netflix, che anticipano i gusti dei consumatori invece di seguirli. E' così che Netflix ha indovinato il remake di "House of Cards", diretto da David Fincher e interpretato da Kevin Spacey. Ha speso cento milioni di dollari per lanciare i suoi contenuti e l'investimento ha pagato, sono diventati incredibilmente competitivi.

Le compagnie minori o indipendenti hanno più libertà di sperimentare, il microfinanziamento con Kickstarter e IndieGoGo funziona, i nuovi impresari indipendenti pescano le sceneggiature da Spec Scout o da The Black List, cercano investitori su Slated, arruolano gli esperti di marketing su Seed & Spark e usano il servizio Tugg per capire quale film il pubblico vuole vedere.

Il digitale vince. Gli Studios che perseguono vecchi modi per convincere il pubblico, hanno il terreno che trema sotto i piedi. Se vogliono sopravvivere devono imparare nuove strategie. O si adeguano o muoiono.

 

 

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