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“NON TE LA PRENDERE, POTEVA ANDARTI PEGGIO” – TRE ADOLESCENTI ROMANI HANNO PESTATO A SANGUE UN 17ENNE SOLO PERCHÉ CREDEVANO FOSSE IL NUOVO FIDANZATO DI UNA DELLE LORO EX: QUANDO LO HANNO SORPRESO CON LA RAGAZZA, LO HANNO PRESO ALLE SPALLE E LO HANNO MASSACRATO DI BOTTE FINO A ROMPERGLI LA MANDIBOLA, FACENDOGLI PERDERE I SENSI – POI LO HANNO COSTRETTO A PRENDERE L’AUTOBUS CON LORO PER PAURA CHE LA VITTIMA LI DENUNCIASSE: MA UNA VOLTA A CASA…

Marco De Risi per "il Messaggero"

 

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Una violenza inaudita e gratuita per uno sbaglio di persona. È accaduto al laghetto dell'Eur, dove tre diciassettenni hanno colpito un coetaneo in modo durissimo credendolo il fidanzato di una ragazza che stava con lui. Un'aggressione gravissima. Si è trattato di una spedizione punitiva, che ha fatto svenire la vittima che ha anche avuto la frattura esposta della mascella. Sono stati i carabinieri della Stazione Cecchignola, con la collaborazione dei militari del Nucleo Operativo della Compagnia Eur, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni, a bloccare, dopo un'intensa indagine i tre ragazzini.

 

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L'aggressione è accaduta il 4 ottobre. Dal quel giorno i militari non hanno mai smesso d'indagare fino ad arrivare all'identità dei minori che, su disposizione del giudice, sono stati portati via da casa e portati in una comunità. Sarà il giudice a stabilire quando i tre potranno tornare nelle loro abitazioni. Si tratta di un provvedimento forte, che tiene conto della condotta avuta dai tre minori.

 

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I FATTI Era il pomeriggio del 4 ottobre, quando la vittima era in compagnia di un'amica su una panchina del laghetto. I tre l'hanno aggredita di spalle, levandogli la possibilità di spiegazioni e anche di reagire. La gang gli è saltata addosso prendendolo a pugni. Ad un certo punto il minorenne è svenuto ma loro non si sono fermati. Hanno continuato ad infierire anche se lui non dava più segni di vita. È stata l'amica che stava con lui, che è l'ex fidanzata di uno dei picchiatori, a gridare e spiegare che quel ragazzino non era il suo fidanzato.

 

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La ragazza ha dovuto mettersi materialmente con il corpo sopra quello del minore per evitare che i tre infierissero ancora. Il 17enne è stato picchiato solo perché ritenuto l'attuale fidanzatino della ragazza. Ma non era vero. I tre, soprattutto l'ex fidanzato, hanno creduto al racconto della ragazza ed hanno avuto una condotta riparatoria. Si sono messi a minimizzare parlando con la vittima che intanto aveva perso i sensi.

 

«Dai non te la prendere - ha detto uno dei tre al ragazzino picchiato - non ti è successo nulla, abbiamo scherzato. Ti poteva andare peggio». Una condotta ugualmente grave quella dei tre che sono sembrati agli investigatori, ancora più cinici e pericolosi. Addirittura invece di soccorrere il ragazzo, l'hanno fatto salire su un autobus insieme a loro per evitare che potesse denunciare il pestaggio.

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I SOCCORSI Ma quando il diciassettenne è tornato a casa la madre appena l'ha visto ha capito. Si vedeva la mandibola spezzata e poi lui che non riusciva neanche a parlare. È stata la madre a prenderlo e a portarlo in ospedale. Quando è arrivato al pronto soccorso era in codice rosso. Gli è stato diagnosticato un ematoma alla testa, la frattura di una mandibola ed altre ferite sul corpo.

 

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Per questo è stato ricoverato in prognosi riservata soprattutto per monitorare il livido alla testa. I militari sono entrati in azione quando hanno avuto la comunicazione da parte dei sanitari dell'ospedale che un minore aveva avuto lesioni gravi. I militari sono andati in ospedale per parlare con il ragazzino che è parso spaventato, ma è riuscito ad indicare l'amichetta che stava con lui.

 

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Così i carabinieri l'hanno rintracciata e sono risaliti all'ex fidanzatino, uno dei tre picchiatori. Per arrivare agli altri due è stato necessario seguire il traffico telefonico del picchiatore fermato. In pochi giorni i tre aggressori sono stati identificati dai carabinieri.

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