MAI DIRE “AI” – ALCUNI DIPENDENTI DI OPENAI DENUNCIANO DI ESSERE STATI COSTRETTI A FIRMARE ACCORDI CHE VIETANO DI PARLARE DEI POTENZIALI PERICOLI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE, IN VIOLAZIONE DELLE LEGGI SUL “WHISTLEBLOWING” – I LAVORATORI DELL’AZIENDA CHE SVILUPPA “CHATGPT” SAREBBERO POTUTI ANDARE INCONTRO A SANZIONI E A CAUSE LEGALI QUALORA AVESSERO SEGNALATO DINAMICHE NELLA COMPAGNIA IN CONTRASTO CON LE NORME: “LA SEC DOVREBBE MULTARE OPENAI..."
Estratto dell’articolo di Roberto Cosentino per www.corriere.it
OpenAI, l'azienda di ChatGpt, ancora al centro di dubbi riguardanti le sue politiche sulla sicurezza. Negli Usa ha fatto discutere il contenuto di una lettera di sette pagine che un gruppo di dipendenti della compagnia ha inviato alla SEC, la Securities and Exchange Commission, l'agenzia governativa degli Stati Uniti responsabile della regolamentazione e supervisione dei mercati finanziari e delle borse valori.
Secondo quanto riporta il Washington Post, OpenAI avrebbe impedito illegalmente ai propri dipendenti di avvisare gli enti preposti alla regolamentazione dei rischi connessi allo sviluppo e all'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale. La richiesta dei whistleblower, ovvero chi segnala alle autorità eventuali irregolarità o comportamenti non etici, è che venga avviata un'indagine.
GLI IMPEDIMENTI E LE DICHIARAZIONI
Secondo quanto emerso, i dipendenti hanno firmato accordi in cui di fatto rinunciavano ai diritti federali di compensazione per whistleblower, cioè incentivi finanziari e protezione previsti a chi denuncia attività illegali all'interno delle organizzazioni. […]
Ma non è tutto: i lavoratori sarebbero potuti andare incontro a sanzioni e a cause legali qualora avessero segnalato dinamiche all'interno della compagnia che avrebbero potuto essere in contrasto con le norme, ai sensi delle leggi sui segreti commerciali.
[…] Il senatore Chuck Grassley, che è venuto a conoscenza della richiesta alla Sec da parte dei whistleblower, ha affermato al Washington Post che «le politiche e le pratiche di OpenAI sembrano avere un effetto agghiacciante sul diritto dei whistleblower di parlare e ricevere il dovuto compenso per le loro divulgazioni protette». […]
Chris Baker, avvocato di San Francisco che di recente ha seguito (e vinto portandola in tribunale) una vicenda simile, ha affermato che «le aziende tecnologiche stanno sempre più combattendo con modi intelligenti per scoraggiare la libertà di parola. I datori di lavoro hanno imparato che il costo delle perdite a volte è molto più elevato del costo delle cause legali, quindi sono disposti ad assumersi il rischio». Intanto la Sec avrebbe risposto ai whistleblower di OpenAI, ma non ci sono informazioni circa l'avvio di un'indagine.
COSA RISCHIA OPENAI?
Al momento, non essendo sicuro l'avvio di un'indagine della Sec, non è certo che vi possano essere ripercussioni e quali. Nella lettera si legge che «La Sec dovrebbe emettere multe a OpenAI per "ogni accordo improprio" e ordinare a OpenAI di porre rimedio all'"effetto paralizzante" delle sue pratiche passate».