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FARSI IL CULO MOSTRANDOLO - ALEXANDRA HUNT POTREBBE ESSERE LA PRIMA EX SPOGLIARELLISTA ELETTA IN CONGRESSO USA - LA 28ENNE, UNA LAUREA ALL'UNIVERSITÀ DELLA VIRGINIA E DUE MASTER IN SCIENZE E IN SALUTE PUBBLICA, DECISE DI LAVORARE NEI NIGHT CLUB QUANDO CAPÌ CHE CON L'IMPIEGO DA CAMERIERA NON SAREBBE RIUSCITA A PAGARSI GLI STUDI: “I GIOVANI PENSANO CHE SIA STATA UN'ESPERIENZA "FORTE", INVECE MI È COSTATA DELLE BATOSTE” – ORA VUOLE BATTERSI CONTRO LA PIAGA DEI DEBITI STUDENTESCHI...

Andrea Marinelli per il "Corriere della Sera"

 

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Alexandra Hunt potrebbe essere la prima ex spogliarellista eletta in Congresso, e la prima a detenere un qualsiasi incarico a livello federale, ma a 28 anni è soprattutto un simbolo dell'enorme peso che grava sui giovani americani, quello del debito studentesco che spesso viene trascinato a rate (cospicue) fino alla mezza età: secondo la Federal Reserve, nel 2021 gli americani avevano un debito totale di 1.730 miliardi di dollari.

 

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Candidata alle primarie democratiche per il Congresso nel terzo distretto della Pennsylvania, quello molto progressista di Philadelphia dove sfiderà il deputato in carica Dwight Evans, Hunt è data manager in una società biofarmaceutica e in passato ha lavorato negli strip club per pagarsi sugli studi, una laurea all'università della Virginia e due master in scienze e in salute pubblica.

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Ha iniziato al primo anno di college, a Richmond, quando il lavoretto part-time come cameriera nella mensa del campus non le basta per coprire i costi: aveva bisogno di soldi e, come capita a volte alle studentesse in difficoltà, pensò di fare la spogliarellista. «Non avevo idea di cosa stessi facendo», ha raccontato al Washington Post . «Portai il curriculum, e mi risero addosso».

 

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Al primo spettacolo fu cancellata dal programma perché aveva dato il suo vero nome, ma nel 2014 riuscì a laurearsi con un anno d'anticipo, anche grazie ai soldi guadagnati ballando. All'epoca non pensava che avrebbe mai dovuto raccontare a qualcuno i suoi trascorsi, ma tutto è cambiato durante la pandemia, quando ha deciso di candidarsi perché si era sentita «abbandonata dalla politica»: la campagna elettorale l'avrebbe resa un personaggio pubblico e sapeva di non poter nascondere questo capitolo della sua storia.

 

«Ero in contatto con parecchi lavoratori del sesso prima di candidarmi, e mi hanno chiesto di non lasciarli soli», ha spiegato. «Eppure devo trovare un equilibrio, non voglio diventare il volto del sex work: non per vergogna, o perché sia uno stigma, ma perché bisogna restituire qualcosa che è stato tolto a queste persone». Hunt preferirebbe parlare dei temi della sua campagna, dei programmi di aiuto in risposta alla pandemia o dell'estensione dell'assicurazione sanitaria a tutti i cittadini, ma stando ai suoi social media gli elettori sono piuttosto interessati al suo passato: i video con più visualizzazioni sul suo account TikTok sono spesso quelli in cui accenna alla sua esperienza di spogliarellista.

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 E allora ne parla, e spera che la sua onestà possa aiutare i lavoratori del sesso più marginalizzati, oltre a quelli con migliaia di follower su OnlyFans. «I giovani pensano che sia stata un'esperienza "forte", invece mi è costata delle batoste», sostiene. Parlarne agli abitanti di Philadelphia, però, l'ha aiutata a «rompere le catene della vergogna: ora so che se le persone mi attaccheranno - e, dovessi arrivare in Congresso, succederà di sicuro - dipenderà soprattutto dalla loro misoginia».

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