allerta capitale

ALLERTA CAPITALE! ROMA BLINDATA VERSO PASQUA, SEGNALATO UN POSSIBILE ATTENTATORE - LUI, RINTRACCIATO A TUNISI DA "CHI L'HA VISTO?", MINACCIA: "NON SONO UN TERRORISTA, DENUNCIO TUTTI" -  IERI UNA TELEFONATA ANONIMA HA SCATENATO IL PANICO ALLA RINASCENTE: "C'E' UNA BOMBA"  

da www.rainews.it
"Non sono un terrorista, non sono latitante, la polizia tunisina mi ha interrogato tutto il giorno. Denuncio tutti!". Sono le dichiarazioni di Atef Mathlouthi, il tunisino ricercato da ieri per una segnalazione su possibili attentati a Roma, che stato rintracciato da "Chi l'ha visto?" in Tunisia. L'intervista verrà trasmessa alle 11.30 su Rai3.

 

ALLERTA CAPITALE

Edoardo Izzo per la Stampa

 

ALLERTA CAPITALE

Allerta terrorismo nella Capitale. Da sabato notte è caccia all' uomo: polizia, carabinieri e Guardia di finanza hanno avviato una serie di accertamenti per rintracciare Atef Mathlouthi, 41 anni, che avrebbe confidato a suoi connazionali di voler colpire il cuore di Roma con un attentato. Sorveglianza aumentata, quindi, nei siti turistici, centri commerciali e nella metropolitana, ma anche, per quanto possibile, nei caffè delle zone più frequentate.

 

La foto segnaletica di Atef è stata diramata a tutti gli uffici investigativi e anche alle pattuglie delle forze dell' ordine presenti sul territorio. Una lettera anonima (recapitata alla nostra ambasciata di Tunisi e la cui esistenza è stata confermata dalla Farnesina) che riporta le presunte intenzioni del tunisino è stata infatti ritenuta attendibile, anche se si è cercato di evitare il diffondersi di un clima di terrore che potrebbe danneggiare le attività turistiche. E sono proprio i visitatori a essere maggiormente preoccupati.

Atef Mathlouthi, 41 anni

 

«Abbiamo paura, soprattutto dopo l' attacco subito dal nostro paese la scorsa settimana», spiegano Philippe e sua moglie Jeannine che partiranno la prossima settimana da Parigi per venire a Roma in combinazione delle festività pasquali. «Il timore più grande - aggiunge Philippe - per noi cattolici è un attacco al Vaticano, ma speriamo vada tutto bene. Ho fiducia nelle forze dell' ordine italiane».

 

La segnalazione su Atef si aggiunge a quelle che da mesi l' intelligence tunisina gira ai nostri apparati di sicurezza, nell' ambito di una collaborazione «consolidata, costante e proficua»: sono sempre nomi di possibili foreign fighter, e ben sette di questi sono stati rimpatriati da gennaio a oggi. «Segnalazioni di tal genere - spiegano i carabinieri - sono abbastanza frequenti e negli ultimi mesi sono stati svolti molti accertamenti su persone ritenute più o meno sospette». «Se l' allarme si rivela fondato, poi, scatta il provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale: solo negli ultimi tre anni ne sono stati emessi 262», confermano fonti della polizia di stato.

 

ESERCITO A ROMA

Un clima di perenne allerta che alle volte si trasforma in psicosi. Ieri pomeriggio, ad esempio, una telefonata anonima arrivata al centralino del «Messaggero» ha scatenato il panico: «C' è una bomba alla sede della Rinascente nella centralissima via del Tritone», il tenore dell' allarme che poi si è rivelato «falso». Ma i due centri commerciali sono stati comunque evacuati.

 

Ad alzare la tensione è stato proprio il combinato disposto dell' attentato in Francia, della lettera anonima e dell' afflusso maggiore di turisti attratti dalle bellezze di Roma e di fedeli di tutto il mondo che arrivano per la Settimana Santa e i riti presieduti dal Papa: ieri mattina per la celebrazione della Domenica delle Palme c' erano più di 50 mila persone in piazza San Pietro, secondo la Gendarmeria Vaticana. Un tavolo tecnico per fare il punto sulle misure di sicurezza in vista di Pasqua è in programma per oggi nella Questura di Roma con i vertici delle forze dell' ordine e l' obiettivo di pianificare al meglio il dispositivo in vista delle cerimonie religiose previste, in particolare venerdì prossimo la Via Crucis al Colosseo e domenica la messa di Pasqua in piazza San Pietro con la benedizione Urbi et orbi.

 

LA RINASCENTE

Dunque non è solo la vicenda del super ricercato tunisino a preoccupare il Viminale. In effetti, in Italia la minaccia del terrorismo jihadista è «concreta ed attuale». Il Paese è infatti «oggetto dell' attività propagandistica ostile di Daesh e continuano ad essere presenti nel suo territorio soggetti radicalizzati - tra i quali "islamonauti" italofoni - o comunque esposti a processi di radicalizzazione», come rileva la relazione annuale dell' intelligence presentata lo scorso febbraio.

 

Oltre alla presenza di radicalizzati sul territorio, i servizi segreti ricordano anche il «ruolo di rilievo che il nostro Paese da sempre occupa nell' immaginario e nella narrativa jihadista». E recentemente attraverso il sito internet arabo Al-Shafaq, vicino all' Isis, sono state ipotizzate azioni suicide per colpire Capi di Stato, Capi di Governo o altre figure istituzionali, e realizzare attentati a bordo di aerei russi, turchi e europei, con l' utilizzo di cinture esplosive con terroriste donne nel ruolo di protagoniste.

 

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