weinstein

A CINQUE ANNI DALL’INIZIO DEL METOO, INIZIA IL PROCESSO A LOS ANGELES CONTRO HARVEY WEINSTEIN, IL PRODUTTORE MANDRILLONE DELLA MIRAMAX: GIÀ CONDANNATO A 23 ANNI DI DETENZIONE CHE STA SCONTANDO IN UN CARCERE DI NEW YORK, ADESSO TORNA ALLA SBARRA IN CALIFORNIA DOVE È STATO ACCUSATO DA CINQUE DONNE CHE RACCONTANO DI ESSERE STATE VIOLENTATE O MOLESTATE SESSUALMENTE – NOVANTA DONNE SI SONO FATTE AVANTI PER ACCUSARLO, MA…

Valeria Braghieri per “il Giornale”

 

harvey weinstein

A cinque anni dall'inizio della sua fine, è cambiato il mondo.

L'approccio al bacio del primo appuntamento, il gergo tra colleghi uomini e colleghe donne, i colloqui a porte chiuse in ufficio... Oggi si riflette perfino davanti all'eventualità di ritrovarsi in due dentro a un ascensore. E poi gli slogan, le piazze, le denunce. I ricordi e il revisionismo di certi incontri anche ad anni di distanza. Ci siamo sentite davvero libere quella sera?

 

harvey weinstein 2

O qualcosa ci è sfuggito? Un'insistenza, una coercizione impercettibile... Eravamo davvero consenzienti? Ci siamo davvero spogliate perché ne avevamo voglia o avremmo preferito sparire a bordo di un taxi? Dov' è che comincia un ricatto? E com' è fatto, è vestito di quali parole, esercitato con che tono?

È iniziato tutto con l'orco di Hollywood, quello con più tentacoli della Piovra di Placido: le dive molestate, la ribellione all'unisono, perché le accuse di una davano forza al coraggio dell'altra, come un domino al contrario.

 

weinstein

Il mondo dopo Harvey Weinstein. Le donne dopo il Me Too. Già condannato definitivamente, l'11 marzo 2020, per stupro e violenza sessuale dalla Corte Suprema dello stato di New York a 23 anni di carcere da scontare nell'istituto penitenziario di Rikers Island, l'ex produttore cinematografico torna alla sbarra. Stavolta a Los Angeles. Il processo che si apre oggi con l'inizio della selezione della giuria vede l'ex boss della Miramax di fronte alle accuse di cinque donne che affermano di esser state violentate o molestate sessualmente tra il 2003 e il 2014 dall'allora potentissimo produttore.

 

harvey weinstein 5

Il processo a Los Angeles arriva, si diceva, dopo quello di New York durato due anni e a cinque anni dalle prime accuse rivolte a Weinstein pubblicate sul New York Times e sul New Yorker. Gli scoop dei giornali diedero vita a un movimento di donne, la maggior parte delle quali famose, pronte a denunciare le molestie subite sul luogo di lavoro, a partire dal mondo dello spettacolo. All'epoca, tante scelsero di rimanere anonime mentre alcune accettarono di uscire allo scoperto come le attrici Ashley Judd e Asia Argento.

processo weinstein

Scoppiò lo scandalo, ovviamente.

 

Anche se in realtà, nel caso di Weinstein, le voci circolavano da tempo. Dopo le prime rivelazioni, una novantina di donne si fece avanti: in molti casi le accuse, vecchie di decenni, erano cadute in prescrizione. Weinstein si è sempre dichiarato innocente, sostenendo che le relazioni sessuali sotto accusa erano consensuali. Il giorno della lettura della condanna a 23 anni, ebbe un malore mentre veniva trasportato dal tribunale al penitenziario di Rikers Island.

Harvey weinstein

 

Ricomparve aggrappato a un deambulatore e invecchiato di botto di almeno dieci anni.

Ora, cinque anni dopo, il movimento tira le somme, e il bilancio è a luci e ombre. Per un Weinstein in prigione e un Kevin Spacey sul banco degli imputati in Gran Bretagna, altri vip come l'attore James Franco hanno patteggiato, mentre Bill Cosby è tornato in libertà per vizio di forma.

PROCESSO A HARVEY WEINSTEIN 3

 

Perché evidentemente anche per i molestatori vale ciò che vale per tutti: alcuni orchi sono più orchi di altri.

weinstein epstein partyPROCESSO A HARVEY WEINSTEIN 2harvey weinstein 6harvey weinsteinharvey weinstein hugh grant harvey weinstein elizabeth hurley hugh grantHarvey Weinstein, Eugenia Kuzmenko and Manuele Malenotti harvey weinstein 1Manuele Malenotti Harvey Weinstein PROCESSO A HARVEY WEINSTEINharvey weinsteinHARVEY WEINSTEINharvey weinstein 4

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)