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JIHAD DE’ NOANTRI - ARRESTATO UN IMAM SOMALO CHE VOLEVA FAR ESPLODERE LA STAZIONE TERMINI A ROMA - SALVINI: “RENZI COMPLICE. FOSSI AL SUO POSTO ESPULSIONI DI MASSA” - MELONI: “LA POLITICA DELLE PORTE APERTE METTE IN PERICOLO GLI ITALIANI"
1. BASTA POCO PER COLPIRE TERMINI » ARRESTATO L' IMAM DEL CENTRO PROFUGHI
Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”
Le microspie hanno registrato frasi che - tradotte e trascritte nei verbali di polizia - suonano inquietanti, indicative di atteggiamenti bellicosi, con riferimenti allarmanti. Per esempio alla stazione Termini e alla Capitale. Del tipo: «Cominciamo dall' Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione».
E ancora: «È sufficiente avere una grande fede, non serve molto altro per farsi esplodere... Attrezzarsi e farsi saltare in aria è la via più semplice». Oppure, prendendo spunto dall' assalto al settimanale satirico francese di inizio 2015: «La guerra continua, Charlie Hebdo era solo il precedente di quello che sta succedendo adesso».
Parole piuttosto esplicite, ma pur sempre parole. Che dietro ci fosse pure un progetto per realizzare un attentato a Termini o altrove, è ancora da dimostrare. Le indagini non hanno evidenziato alcun preparativo in corso, computer e telefoni sequestrati ieri dovranno eventualmente chiarire se dietro i proclami c' erano anche intenzioni concrete. Se la persona intercettata era o un esaltato o un potenziale terrorista.
Fatto sta che alle prime avvisaglie che lsi stesse muovendo (e forse allontanando dall' Italia) gli investigatori e gli inquirenti della Procura di Campobasso hanno deciso di arrestare un giovane somalo di 22 anni, autoproclamatosi imam dopo aver scalzato il precedente predicatore di una piccola comunità islamica, composta di migranti e residenti asilo sbarcati nella provincia molisana poco meno di un anno fa.
L' hanno fermato perché, hanno scritto i pm nell' atto d' accusa, «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, svolgeva reiterata attività di istigazione alla commissione di delitti con finalità di terrorismo nei confronti di correligionari ospiti della struttura Happy Family di Campomarino», ottanta chilometri dal capoluogo, sulla costa adriatica.
Tra oggi e domani un giudice di Larino dovrà decidere se convalidare il fermo e trattenere in carcere il ragazzo (che aveva chiesto all' Italia asilo politico, ma gli era stato negato), oppure scarcerarlo. In tal caso è probabile che scatterebbe l' espulsione. Digos e Questura locale sono convinte (come i magistrati della Procura) di aver disinnescato un pericolo reale.
Perché - sostengono - i discorsi che il somalo faceva nell' improvvisata moschea del residence che lo ospitava erano veri e propri incitamenti «alla jihad contro gli infedeli»; propaganda supportata dalla visione comune di «immagini e filmati cruenti di azioni riferibili alle organizzazioni islamiche estremiste».
Non tutti erano convinti dai sermoni, e qualcuno s' è allontanato dall' imam; altri, ascoltati mentre parlavano tra loro, avrebbero svelato «l' intenzione di recarsi in Siria e combattere» da parte del giovane, che nel frattempo esortava: «In questo mese si organizza il mercato della jihad, e il Profeta prepara i soldati contro gli idolatri e combatte contro i nemici di Dio. Correte per essere i primi. Dio ha ordinato di uccidere i suoi nemici e fate la jihad in suo nome, predicate la religione e la Sharia e castigate il peccatore».
Così, quella cominciata come attività di prevenzione attraverso il monitoraggio di un gruppo di profughi, è divenuta un' operazione di polizia giudiziaria conclusa con l' arresto del sospettato. Consentendo al ministro dell' Interno Alfano di ribadire che «ancora una volta il nostro sistema di prevenzione ha funzionato».
2. PROGETTAVA ATTENTATO A ROMA OSPITE NEL RESORT A NOSTRE SPESE
Riccardo Pelliccetti per “il Giornale”
UOMO CON IL FUCILE GIOCATTOLO A TERMINI
Voleva colpire il cuore di Roma, un attentato alla stazione Termini. Era questo l' obiettivo di un imam di 22 anni di origini somale arrestato ieri mattina dalla Digos e dalla Direzione centrale della Polizia di prevenzione di Campobasso.
Gli agenti hanno compiuto un blitz all' alba nel villaggio «Happy Family» di Campomarino Lido, un' elegante struttura turistica con piscina, trasformata in centro di accoglienza per i richiedenti asilo che oggi ospita circa 200 migranti. Secondo gli investigatori, l' imam stava per lasciare il villaggio per raggiungere Roma, dove voleva portare a termine la sua azione terroristica.
«Abbiamo un riscontro tecnico preciso sulla possibilità che stesse organizzando un attentato a Roma», ha dichiarato il procuratore capo di Campobasso, Armando D' Alterio, raccontando alcuni dettagli dell' operazione. Il giovane era in attesa della concessione di asilo politico in Italia e, secondo gli inquirenti, una volta ottenuta sarebbe partito per la Siria, dove voleva arruolarsi per combattere.
Il somalo era tenuto da due mesi sotto osservazione dalla Digos che, grazie anche a intercettazioni ambientali, ha scoperto non solo i suoi obiettivi ma anche il fatto che istigava al terrorismo e cercava proseliti tra gli ospiti del centro di accoglienza. Con i suoi sermoni cercava di persuadere in forme anche violente gli altri migranti, tanto di indurne diversi a non partecipare più alle funzioni religiose.
Una persona di «livello superiore, intelligente e istruita», hanno sottolineato gli inquirenti, affermando che aveva un comportamento da vero e proprio leader, tanto da essere riuscito anche a rimuovere il precedente imam, prendendone il posto.
«Cominciamo dall' Italia, andiamo a Roma e cominciamo dalla stazione», sarebbero le parole usate dal giovane somalo. «La guerra continua - avrebbe ripetuto più volte - Charlie Hebdo era solo il precedente di quello che sta succedendo adesso». E poi «c' è una strada più semplice, quella di attrezzarsi e farsi saltare in aria».
Secondo i racconti degli altri immigrati, l' imam inneggiava spesso all' Isis, ad Al Qaeda e ad Al Shabab e invitava gli ospiti del centro di accoglienza a compiere gesti violenti in nome del jihad.
Due mesi di indagini serrate hanno consentito alla Digos di capire la reale portata di quelle parole e delle sue intenzioni. Il giovane imam in più occasioni aveva esaltato gli attentati terroristici di Parigi e il martirio. Durante le perquisizioni nella sua stanza, gli inquirenti hanno sequestrato diverso materiale e, dalle immagini di una telecamere nascosta, gli agenti hanno visto il somalo che guardava video con immagini di attentati.
Sul caso sono arrivate immediate le reazioni del leader della Lega Nord Matteo Salvini: «Renzi complice. Se fossi al suo posto, controlli a tappeto ed espulsioni di massa. Gli italiani sono a rischio per colpa di Renzi e Mattarella».
Ancora più dura la presidente di Fratelli d' Italia, Giorgia Meloni che su Facebook ha scritto: «La politica delle porte aperte a tutti, senza alcun controllo e facendo finta che non esista un problema legato all' immigrazione musulmana è una politica criminale che mette in pericolo tutti gli italiani».
Il ministro dell' Interno Angelino Alfano ha subito replicato: «Il rischio zero non esiste ma l' arresto a Campobasso dimostra che il sistema di prevenzione funziona». Peccato che in questo caso, come per le stragi di Parigi, i terroristi siano riusciti a entrare in Europa infiltrati tra i migranti.