ATTACCATEVI AI CAPEZZOLI! – IN THAILANDIA I GIOVANI CALCIATORI E IL LORO ALLENATORE, INTRAPPOLATI DA 12 GIORNI NELLE GROTTE THAM LUANG, PER SOPRAVVIVERE SI SONO DOVUTI SPOSTARE SU DELLE PICCOLE SPORGENZE CONOSCIUTE COME “SENO DI DONNA” – I RAGAZZI HANNO AFFRONTATO IL PRIMO ADDESTRAMENTO SUBACQUEO – I SOCCORRITORI PER COMPIERE IL TRAGITTO DI ANDATA E RITORNO IMPIEGANO 11 ORE
DAGONEWS
I 12 giovani calciatori intrappolati da dodici giorni nelle grotte Tham Luang in Thailandia sono stati costretti a sposarsi più in profondità nel tunnel, dopo che il punto dove erano stati ritrovati è adesso allagato: dopo aver abbandonato "Pattaya Beach" ora sono appollaiati su una sporgenza conosciuta come "Seno di donna”.
I soccorritori stanno lottando contro il tempo per riuscire a salvarli, mentre si teme l’arrivo di una nuova ondata di piogge monsoniche.
«La cosa che ci preoccupa di più è il tempo: se piovesse ancora i nostri sforzi potrebbero essere bloccati come è successo in precedenza» ha detto Narongsak Osottanakorn, comandante della missione di recupero.
Le previsioni del tempo non fanno ben sperare, visto che già in giornata c’è la possibilità che riprendano le forti piogge, che dovrebbero continuare poi per cinque giorni.
«Se queste valutazioni determinassero che c'è un 90% di possibilità e un 10% di rischio, allora ci metteremo in azione - ha detto il comandante - La squadra dei Seal che è con i ragazzi, che non sanno nuotare, dovrà accompagnarli passo passo lungo i cunicoli, alcuni dei quali sommersi, attraversati non senza difficoltà dai soccorritori per raggiungerli».
Intanto i ragazzi hanno fatto il loro primo giorno di addestramento subacqueo in preparazione della loro evacuazione: faranno una visita medica approfondita per poter stabilire chi è abbastanza pronto per l’ardua fuga.
Da "Ansa"
Ci vogliono 11 ore per compiere il tragitto di andata e ritorno tra l'entrata della grotta Tham Luang e il punto dove i 12 giovani calciatori e il loro allenatore sono bloccati da ormai dodici giorni.
Lo hanno rivelato oggi alcuni soccorritori che hanno percorso avanti e indietro i quattro tortuosi chilometri di distanza, parte dei quali ancora sommersi.
In particolare, mentre il primo tratto consente ormai di camminare con i piedi nell'acqua, l'ultimo chilometro abbondante tra la terza base intermedia - che funge da area di sosta e di rifornimento per i soccorsi - e i ragazzi, viene percorso in circa tre ore.
È improbabile che l'intero percorso venga liberato dall'acqua prima del weekend, quando sono previste nuove piogge.
Anche per questo, all'esterno della grotta altre squadre di soccorritori continuano a perlustrare la giungla sulle pendici della montagna, nella speranza di individuare un'entrata alternativa dalla quale possano essere fatti uscire i ragazzi
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