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AVANTI UN ALTRO - JOSÈ YEPEZ ORTIZ, DETTO "EL MARRO", CONSIDERATO IL RE DEI PREDONI DI IDROCARBURI, È STATO CATTURATO DALLE FORZE DI SICUREZZA MESSICANE: IL BOSS AVEVA CREATO UNA STRUTTURA CRIMINALE SPECIALIZZATA NEL FURTO DI CARBURANTI CON ELEMENTI ADDESTRATI AL SACCHEGGIO SISTEMATICO, SPIE E TECNICI CORROTTI PER AVERE LE INFORMAZIONI SUGLI IMPIANTI E LE PIPELINE E SMERCIO DEL PRODOTTO – DA TEMPO IL BANDITO AVEVA INTRAPRESO UNA LOTTA SANGUINOSA CON EL MENCHO… - VIDEO

 

Guido Olimpo per "www.corriere.it"

 

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Josè Yepez Ortiz, detto El Marro, considerato il re dei predoni di idrocarburi è stato catturato dalle forze di sicurezza nello stato messicano di Guanajuato. Un personaggio doppiamente interessante: per la minaccia che rappresentava e per la sua lotta sanguinosa con El Mencho, il capo del cartello di Jalisco. Il bandito è stato sorpresa all’alba – affermano le fonti ufficiali – da un blitz dei militari nella zona di Juventino Rosas. 

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Durante l’operazione sarebbe stato liberato un commerciante che era in ostaggio, una delle tante vittime di un network criminale che ha diversificato le proprie attività. Secondo i media gli investigatori avevano ricevuto informazioni piuttosto precise sui movimenti del ricercato ed hanno usato tre droni che hanno aiutato a ricostruire movimenti chiave. Con lui è stato preso anche il suo responsabile per la sicurezza, El Cebollo. Molte le armi, tra cui un lanciagranate.

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Alla testa del cartello di Santa Rosa de Lima, El Marro ha creato una struttura specializzata nel furto di carburanti, azioni condotte a livello “industriale”. Un braccio armato per proteggere le incursioni, elementi addestrati al saccheggio sistematico, spie e tecnici corrotti per avere le informazioni sugli impianti e le pipeline, smercio del prodotto. Scorrerie che hanno spesso coinvolto una raffineria di Salamanca, ma si sono poi estese a numerosi siti spingendo altre gang locali a dedicarsi ai furti.

 

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Ortiz è nato come luogotenente di El Guero, un boss dei Los Zetas, e poi – come spesso accade nei clan messicani -, si è staccato fondando attorno al 2017 il cartello di Santa Rosa. I suoi uomini si sono subito dedicati ai carburanti e alle estorsioni massicce, accompagnate dai sequestri di persona. Come altri padrini El Marro, pur ricercato, non ha avuto paura di fare propaganda via web, con video e messaggi rivolti contro gli avversari o le autorità. Una campagna che si è presto concentrata contro il suo nemico più duro, El Mencho, che ha risposto a tono, con i suoi filmati.

 

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Da qui una catena di scontri che hanno trasformato lo stato di Guanajuato in uno dei più pericolosi: oltre 2200 vittime solo nei primi sei mesi di quest’anno. Le imboscate si sono alternate a raid indiscriminati.

 

A gennaio è stata assassinata una sorella di El Marro, all’inizio di luglio quasi una trentina di persone sono state falciate a colpi d’arma da fuoco in un centro per tossicodipendenti a Irapuato. Strage attribuita proprio a Santa Rosa, così come l’uccisione di numerosi poliziotti. Episodi che hanno spinto le autorità a rilanciare la caccia. 

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Quasi una gara con i pistoleri de El Mencho, anche loro decisi a liquidare il rivale. Sono stati loro a venderlo ai militari o imprecheranno perché la preda è finita in galera? Aspettiamo i dettagli di una storia che potrebbe avere code velenose. L’arresto potrebbe scatenare la reazione violenta dei seguaci di Ortiz.

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