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E IO BALLO, COSTI QUEL CHE KOSTNER – LA KOSTNER SI RIMETTE I PATTINI IN ESIBIZIONI PER TURISTI E LA PROCURA ANTIDOPING S’INCAZZA – APERTO UN FASCICOLO PER VEDERE SE HA VIOLATO LA SQUALIFICA DI 16 MESI – IL PUNTO È CHE GLI ORGANIZZATORI DEGLI SHOW NON DEVONO ESSERE ENTI SPORTIVI

1. VIETATO PATTINARE ANCHE IN UNO SHOW LA SFIDA DI CAROLINA DA STAR OLIMPICA A RIBELLE IN PISTA

Cosimo Cito per "la Repubblica"

carolina kostner foto lapressecarolina kostner foto lapresse

 

Seconda fermata Pinzolo. Dopo Corvara, il bagno di folla, il tutù rosso e lo show (con caduta) davanti a 1500 persone, Carolina Kostner ha fatto il bis ieri in Val Rendena: palazzetto pieno per lei e via, trottole, doppi, tripli Axel. A Ferragosto sarà la volta di Asiago e la ragazza del ghiaccio metterà ancora i pattini per nuove trottole, nuovi Axel, doppi, tripli, questa è stata la sua vita, questa è restata.

 

Però c' è quella storia, che l' accompagna come un' ombra, come una maledizione: l' ex fidanzato Alex Schwazer si dopava, lei mentì alla Wada e si è beccata 16 mesi per omessa denuncia e complicità. In più il divieto di partecipare a gare ed eventi organizzati da enti sportivi. Divieto, già: Carolina non può pattinare.

 

Allora, il minitour valligiano di questi giorni d' agosto, davanti alla sua gente, dentro gli applausi, sul ghiaccio amato e amico? Una mossa che sa di ribellione, ma avventata. Il punto è questo: capire se le società organizzatrici delle esibizioni siano o no enti sportivi. L' Associazione turistica Corvara-Colfosco, ad esempio, non lo è: «Siamo un ente di promozione turistica» ha precisato il direttore Dapunt.

 

KOSTNER KOSTNER

Quindi tutto ok, niente sport, solo spettacolo. Però poi c' è da stabilire il ruolo avuto nell' organizzazione dalla Ghiaccio Spettacolo, "associazione sportiva dilettantistica", come è scritto nella sua ragione sociale, registrata presso il Coni. «Nessun ruolo - precisa un comunicato della società - , siamo totalmente estranei all' organizzazione, all' amministrazione e all' allestimento della manifestazione. Abbiamo semplicemente fornito le prestazioni di alcuni membri della compagnia in quanto performer degli spettacoli ». Basta come spiegazione?

 

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Non al Coni, che lunedì aprirà ufficialmente un fascicolo per "valutare le potenziali violazioni delle Norme Sportive Antidoping e dell' art. 10.12 del codice Wada". Il procuratore Maiello ascolterà testimoni, acquisirà le carte e deciderà se deferire Carolina. Imbrigliata da un regolamento che le impedisce legittimamente di gareggiare ma lede anche il suo diritto a esibirsi e quindi a guadagnarsi il pane con l' unico mezzo a sua disposizione, l' arte, la ragazza ha fatto probabilmente l' unica cosa possibile: s' è ribellata.

 

Nel caso di una nuova condanna, la gardenese sarebbe però costretta a riavviare da zero il conto della sua squalifica e quindi a dover scontare per intero i 16 mesi di interdizione a gare ed esibizioni. La vicenda s' inserisce poi in un quadro che vede la pattinatrice, bronzo a Sochi 2014, proiettata verso il giudizio del Tas, cui ha fatto ricorso per uno sconto sui 16 mesi. Sulla Kostner però pende un controricorso della Wada, che aveva chiesto un inasprimento di una squalifica ritenuta troppo blanda.

 

KOSTNER KOSTNER

Questa la cronaca di questi giorni ma anche di questi anni convulsi, e sullo sfondo la vita di una ragazza che a 28 anni dice addio ma non troppo al suo sport, poi tira fuori le unghie e costringe l' Italia a dividersi, fu amore o un' altra cosa, sbadataggine, superficialità, o forse furbizia? La telenovela del ghiaccio, in ogni caso, continua.

 

 

2. LA GRANDE PECCATRICE DIVENTATA UN CIGNO NERO

Emanuela Audisio per "la Repubblica"

 

È il cigno Nero. La grande peccatrice. La sua vita resta in mano ai giudici. In gara e fuori. Senza scampo. Carolina Kostner a 28 anni è la grande cattiva dello sport italiano. Anzi l' impunita. Non si è drogata, non si è tirata indietro quando c' era da rialzare il sedere dopo molte botte sul ghiaccio. Però sì, ha sbagliato, ha tradito per amore.

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Ha detto a quelli dell' antidoping che il suo fidanzato, il marciatore azzurro, Alex Schwazer, non era casa. Invece c' era. E per questo Carolina deve pagare: 16 mesi di squalifica da ogni gara. E anche da ogni esibizione. Se chi le organizza ha rapporti federali o con il Coni. E la reproba invece che fa? Pattina in piccole e grandi manifestazioni. Serate da spettacolo, non da mondiali.

 

E' il suo lavoro, scivolare sul ghiaccio. E all' Italia ha portato titoli e medaglie. In una specialità dove il paese non aveva tradizione. Il peccato di Carolina sembrava perdonabile quando c' era da esibire una grandeur azzurra, ora invece è solo una malfattrice che sfida le autorità. Per carità, Carolina è stata leggera, superficiale, disattenta.

 

E forse dovrebbe valutare meglio se e quando pattinare. Ma è il suo lavoro, campa con quello, e non c' è niente di disonesto visto che c' è un circuito On Ice. Invece per un un' esibizione a Corvara davanti a 1.500 persone la procura Antidoping si appresta ad aprire un fascicolo per verificare eventuali violazioni.

 

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Metta da pure da parte Bolero e Ave Maria. Non può né si deve esibire. I deputati corrotti possono stare in Parlamento, chi sbaglia ponti e viadotti resta al suo posto, e pure chi con le telecamere è sorpreso a rubare negli aeroporti, ma la Kostner no, deve marcire senza poter fare il suo lavoro. Va estromessa. E soprattutto deve pagare.

 

È la stessa alla quale prima l' Italia chiedeva un' altra medaglia. E' la stessa che prima veniva adulata, perché l' orgoglio azzurro andava lucidato. Ora invece è una misera profittatrice, una che con due piroette sconfessa tribunale e giudici, e va rimessa in riga.

 

Se leggerete il buon libro «Per Amore» di Gaia Piccardi e Andrea Pasqualetto (Piemme) capirete che pasticcio consapevole e inconsapevole sia stata la storia di Carolina e Alex, trattati come amanti diabolici, invece che come due campioni alle prese con una gloria troppo più grande di loro.

ALEX SCHWAZER SPONSOR FERRERO ALEX SCHWAZER SPONSOR FERRERO

 

E con un amore che non ha retto alle nevrosi sportive. Certo le sentenze vanno rispettate. E sfidare i tribunali non è mai una buona idea. Ma davanti a uno sport comprato e venduto, siamo proprio sicuri che azzoppare il Cigno Nero sia una grande prova di legalità?

 

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