barber shop barba hipster

BARBA, CHE OSSESSIONE – CONTINUANO A CRESCERE I “BARBER SHOP”, LE BOTTEGHE FINTO VINTAGE DOVE ANDARSI A TAGLIARE I BAFFONI IN STILE HIPSTER E FARSI RICOPRIRE DI OLI ESSENZIALI – NEGLI USA GLI UOMINI SONO DISPOSTI A SPENDERE ANCHE 120 EURO AL MESE PER FARSI CURARE IL PELO: IL GIRO D’AFFARI IN ITALIA VALE 166 MILIONI (IL 24% DI TUTTO IL COMPARTO BELLEZZA)

Claudia Casiraghi per “la Verità”

barber shop 2

 

Vecchie poltrone, rasoi a lama lunga, insegne luminose con gli stessi colori a illuminare le strade. I barbieri, o «barber shop» come la moda hipster ha insegnato a chiamarli, sono fioriti a ogni angolo del globo, portandosi appresso un tricolore bianco, blu e rosso diventato simbolo della rinascita. Secondo Forbes, tra il 1992 e il 2012 i negozi per uomini, dove farsi acconciare la barba anziché tagliarla di proprio pugno a casa, avevano perso il 23% circa del proprio volume d' affari.

 

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Dato, questo, che avrebbe cominciato a risollevarsi un anno più tardi, nel 2013, quando gli hipster hanno imposto al mondo un nuovo modello di eleganza maschile. Da allora, quella di barbiere è diventata la professione con la più veloce crescita degli Stati Uniti, dove si stima che entro il 2020 il mercato relativo alla cura dell' uomo possa raggiungere i 26 miliardi di dollari annui. Testimoniando come il binomio tra bellezza e uomo abbia cessato di essere un tabù.

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Carlos Aguilar, proprietario di un ristorante a Houston, intervistato da Forbes ha ammesso di spendere 120 dollari al mese per concedersi, una volta ogni due settimane, i propri 45 minuti di cure estetiche. Tagliare la barba non è che uno dei trattamenti cui il barbiere sottopone i propri clienti. Nel mezzo ci sono oli, massaggi, creme, profumi e gel per assicurare al proprio pelo la giusta fissità.

 

Hiroshi Vitanza, fondatore della Barber mind e della Barber mind training, la prima accademia online italiana, ha creato linee atte a soddisfare le più varie esigenze.

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Tra queste, spicca la Bepop, la cui fonte d' ispirazione si nasconde nella New York anni Quaranta. Il kit è composto da shampoo, olio e balsamo formulati con olio di tsubaki, ottenuto dalla pigiatura a freddo dei semi della camelia japonica. Conosciuto in Oriente sin dai tempi più antichi, è stato recuperato per via della consistenza setosa, capace di farlo penetrare a fondo, nutrendo e arricchendo pelle e pelo senza però ungerli. Cosa, questa, chiesta a ogni kit che si rispetti.

 

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L' uomo medio, secondo i più recenti studi, non vuole vedere alterate le proprie caratteristiche maschili, né vuole coprire la pelle, i capelli o la barba con una moltitudine di prodotti oleosi e appiccicaticci. Quel che vuole sembra essere l' esaltazione della propria bellezza naturale, alla quale, in fin dei conti, bastano pochi, validi strumenti. Un kit degno di questo nome deve contenere un buono shampoo e un buon balsamo specifici per la barba.

 

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Poi, un pettinino o una spazzola che aiutino a stendere in maniera uniforme l' olio e, infine, cere modellanti, una per i capelli e una per la barba. I migliori, in commercio, accanto a quelli tradizionalmente offerti dalla Proraso, presente nell' 88% delle barberie in Italia, sono venduti da The ultimate beard grooming kit, al cui interno è possibile trovare un pettinino in legno di noce, adatto per chi porta la barba lunga, e il kit barba e baffi proposto da Renée Blanche, nel quale il pettinino è sostituito da una spazzola con setole in cinghiale. I costi, nel caso di Renée Blanche, sono facilmente sostenibili.

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Per un kit completo, disponibile anche su Amazon, è possibile spendere meno di 30 euro, cifra che non basta invece a fare propri i prodotti lusso. Un litro di shampoo a marca Barba italiana può arrivare a sfiorare i 50 euro, mentre un flacone da 50 millilitri di olio da barba biologico vegano, firmato da The pure collection con lo scopo di fare crescere una «barba attraente e virile», può toccare i 112 euro.

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Ad approfittare per primo della tendenza spendacciona tutta maschile è stato David Beckham che, dopo aver sdoganato il maschio metrosexual che non disdegna cremine e cure estetiche, ha lanciato House 99, una linea beauty rivolta esclusivamente agli uomini. House 99, composta (anche) da un comporto social nel quale ciascun cliente può chiedere e dare suggerimenti di natura estetica, si articola su diversi prodotti. Ci sono creme idratanti per il viso e altre studiate per chi - come Beckham - è ricoperto di tatuaggi.

 

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Ci sono balsami per i capelli e la barba, come quelli già proposti - tra gli altri - da Bullfrog e Depot. E ci sono le fragranze perché, come documentato dal Centro studi di cosmetica Italia, nel 2016 sono stati circa 402 i milioni di euro spesi per assicurarsi il profumo migliore. Lo stesso anno, gli uomini hanno fagocitato il 24% del fatturato relativo al comparto bellezza in Italia, spendendo, approssimativamente, 166 milioni di euro totali, di cui 69 per saponi e prodotti da barba, 41 per la cura della pelle e 56 per i dopobarba.

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