“BASTA GIOCARE A CALCIO DAVANTI ALLA CHIESA” – A REGGIO CALABRIA IL RICHIAMO DEL PARROCO SCATENA UNA VIOLENTA AGGRESSIONE: IN 5 MASSACRANO DI BOTTE IL PRETE - ARRESTATO UN 25ENNE, AI DOMICILIARI I QUATTRO CHE L' HANNO COPERTO
Il cancello della canonica utilizzato come porta di calcio. Don Giorgio che esce in vestaglia in piena notte per chiuderlo e intima ai ragazzi di smetterla. Una normalità apparente che diventa selvaggia brutalità.
Dove la barbarie prende il posto della logica. Perché a scatenare la violenta aggressione, con pugni e calci, ai danni di monsignor Giorgio Costantino, parroco della chiesa di «Santa Maria del Divin Soccorso» di Reggio Calabria, c' è solo quel richiamo, quell' invito a non usare il cancello della canonica come la porta di un campo di calcio. Un' offesa da lavare con il sangue.
A ricostruire la cornice entro la quale si è consumata la tragedia di Reggio è stato il Gip della procura calabrese, mettendo tutto ciò nero su bianco nell' ordinanza che ha portato in carcere un 25enne del capoluogo e ai domiciliari altri 4 ragazzi per favoreggiamento. L' operazione che ha portato dietro le sbarre i responsabili della vile aggressione è avvenuta nella notte di sabato. Ad eseguire gli arresti sono stati i Carabinieri della compagnia di Reggio Calabria, unitamente al personale della Stazione di Rione Modena.
I militari hanno eseguito l' ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del tribunale, nei confronti di Giacomo Gattuso, di 25 anni, con precedenti di Polizia per reati contro il patrimonio, ritenuto della Procura della Repubblica responsabile della violenta aggressione perpetrata per futili motivi nei confronti del sacerdote la notte del 24 maggio scorso.
Lo stesso Gip, recependo le richieste formulate dal sostituto procuratore titolare delle indagini, coordinate dal procuratore della Repubblica, Federico Cafiero de Raho, e dal procuratore aggiunto, Gerardo Dominijanni, ha emesso un' altra ordinanza di misura cautelare, disponendo gli arresti domiciliari per altri quattro soggetti che hanno fornito «dichiarazioni mendaci dirette a coprire la condotta posta in essere da Gattuso».
I quattro, al termine delle formalità, sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni, mentre Gattuso è rinchiuso nella casa circondariale di Arghillà. Don Giorgio, dopo un delicato intervento neurochirurgico, si è risvegliato dal coma, fortunatamente senza ulteriori complicazioni mediche.