BAZZI, LAZZI E CA**I AMARI PER OLINDO - ''NON VUOLE USCIRE DAL CARCERE: È INNAMORATO DI ROSA BAZZI''. UN DETENUTO DI BOLLATE È PAZZO DI LEI, E LA NOTIZIA AVREBBE FATTO INFURIARE IL MARITO, CHE ALL'EPOCA SI AFFRETTÒ A PRENDERSI LA COLPA PUR DI SALVARE L'AMATA ROSA - L'AVVOCATO DEI DUE: ''QUALCUNO CHE CE L'HA CON LORO STA COLPENDO SUL PERSONALE''. LA NOTIZIA È UN MODO PER DIVIDERLI ORA CHE LE ''IENE'' HANNO GLI ELEMENTI PER RIAPRIRE IL CASO?
VIDEO: LE IENE INTERVISTANO ROSA BAZZI
1 - INFATUATO DI ROSA BAZZI: RESTA IN CARCERE
Felice Manti per “il Giornale”
Dalla cella matrimoniale al divorzio? È una Rosa Bazzi inedita quella che emerge da due fatti di cronaca apparentemente scollegati. La donna accusata della strage di Erba assieme al marito Olindo Romano sarebbe legata a un altro uomo. Secondo il Corriere di Como infatti un detenuto del carcere di Bollate, dove si trova reclusa la Bazzi dal novembre del 2009 per scontare una condanna all' ergastolo, si sarebbe rifiutato di accedere al regime di semilibertà, cioè alla possibilità di lavorare fuori dal carcere «per non dover lasciare la sezione in cui si trova attualmente e per non dover quindi allontanarsi da Rosa Bazzi», con cui, sempre secondo il giornale comasco, avrebbe una relazione da tempo.
Ma in realtà la storia di Olindo e Rosa è finita di nuovo sotto i riflettori per il pasticcio sui alcuni reperti mai analizzati che la difesa voleva usare per riaprire il processo: una parte è stata inspiegabilmente distrutta da un cancelliere di Como nonostante una sentenza contraria della Cassazione. Una parte, su cui lo stesso tribunale non vuole autorizzare nuove indagini, contravvenendo ancora una volta a una sentenza della Suprema Corte, invece è stata ritrovati senza sigilli. In più Azouz Marzouk, marito e padre di due delle vittime, vuole che la Corte d' Appello di Milano riapra il processo.
E proprio la Bazzi è stata intervistata in esclusiva domenica sera dalle Iene dopo un silenzio durato 12 anni. Chi si aspettava una donna diversa da quella immortalata nella famosa «confessione» fatta davanti al criminologo Massimo Picozzi, (che invece era solo un colloquio difensivo tra perito e assistito, che avrebbe dovuto restare riservato, ma tant' è) non è rimasto deluso.
Dopo aver ribadito la propria innocenza e aver accusato nuovamente i carabinieri e gli inquirenti di averla imbeccata con foto e rivelazioni di particolari inediti pur di farla confessare («Abbiamo sbagliato ad accollarci quello che ci hanno detto ma avevamo fiducia del maresciallo Gallorini»), la donna ha detto di aver visto un estraneo sul luogo della strage.
Ma quando la iena Antonino Monteleone le ha chiesto: «Possibile che vi siate accollate gli omicidi pur di stare insieme?» lei ha risposto: «Allora era così, adesso le cose sono cambiate». L' avvocato della coppia Fabio Schembri è furioso: «Rosa ha un amante? No, ma se chi ce l' ha con loro li colpisce sul personale, sta raschiando il fondo del barile. Toccare quella sfera significa cadere in basso».
2 - IL NUOVO AMICO DI ROSA FA ARRABBIARE OLINDO
Azzurra Barbuto per “Libero quotidiano”
Sventurato Olindo Romano. Non solo è finito in gattabuia a vita per crimini che sostiene di non avere commesso e di avere confessato poiché indotto a farlo sotto la falsa promessa - così racconta - di poter restare accanto alla donna che ama, Rosa Bazzi, all' interno di una confortevole cella matrimoniale, ma adesso qualcuno vuole pure farlo passare per cornuto.
Su La Provincia di Como, in prima pagina, ieri faceva bella mostra un titolo capace di mandare in tilt, se non addirittura stroncare, il cuore del netturbino condannato all' ergastolo in quanto ritenuto insieme alla consorte autore della strage di Erba dell' 11 dicembre del 2006: "Nuovo amore in carcere per Rosa Bazzi". Nell' articolo si raccontava la bizzarra vicenda di un detenuto dell' istituto penitenziario di Bollate, dove vive Rosa, il quale avrebbe rifiutato davanti ai giudici del tribunale di Milano l' accesso alla semilibertà pur di non distaccarsi dalla sua amata compagna di detenzione, Rosa, dal momento che il cambio di regime comporterebbe il trasferimento di sezione.
L' identità di quest' uomo resta un mistero, tuttavia noi lo conosciamo. Egli era venuto a trovare la sottoscritta presso la redazione di Libero, dato che già gode della possibilità di uscire dalla prigione alcune ore. Voleva a tutti i costi mettersi in contatto con me per il mio interessamento costante alla vicenda giudiziaria che riguarda i coniugi Romano.
PRIMA IL LAVORO
Ed in effetti fu proprio lui, che è molto vicino a Rosa in qualità di amico e collega di lavoro, a raccontarmi che la detenuta fabbrica a mano borse e che il ricavato derivante dalla vendita di questi accessori viene devoluto in beneficenza a favore dei bambini africani. Sono rimasta in contatto con questa persona, il cui interessamento nei confronti delle sorti della condannata non nego che abbia destato in me alcune perplessità, poiché io stessa, qualora mi trovassi in galera, penserei più alle mie problematiche legali che a quelle degli altri reclusi.
antonino monteleone olindo romano
Tuttavia non escludiamo che in simili circostanze possano instaurarsi dei rapporti stretti di solidarietà. Ci risulta che il soggetto, lungi dall' essere il nuovo partner della signora, abbia rigettato la prospettiva di godere di maggiore libertà non per non distaccarsi dalla sua bella bensì per non perdere un bene oggigiorno più prezioso dell' amore: il lavoro.
Tra le sbarre egli è certo di poter continuare a svolgere la sua attività, fuori rischierebbe di ritrovarsi senza impiego. Il che implica un' amara quanto doverosa riflessione: l' inserimento lavorativo post-penitenziario continua ad essere una chimera. Così accade sovente che, vittima del pregiudizio sociale, l' ex detenuto non abbia alternative alla devianza e alla disoccupazione. Eventualità da scongiurare per evitare che gli istituti di pena si trasformino in luoghi in cui si entra, si esce e poi si rientra, in un circolo vizioso senza fine. Quello di Bollate, ad ogni modo, si conferma istituto in cui viene rispettata la dignità del reo ed in cui questi ha la possibilità di rendersi utile trasformandosi in risorsa per se stessa e la società.
Ci preme rassicurare Olindo, delle cui condizioni l' avvocato Fabio Schembri, che abbiamo raggiunto ieri telefonicamente, si è detto molto preoccupato. «Leggendo una follia simile, Olindo potrebbe morire», ha esclamato Schembri. Non vogliamo che a Romano venga il crepacuore né che si tolga la vita, perciò ci teniamo a fargli sapere che Rosa non lo ha abbandonato né gli ha fatto le corna, ma come lui continua ad aspettare il giorno in cui verrà ricongiunta all' unico amore della sua esistenza.
TROPPO LONTANI
Da anni ormai il netturbino, che si trova rinchiuso nel carcere di Opera dove svolge la mansione di cuoco per i colleghi con discreto successo, attende che venga accettata la sua richiesta di trasferimento presso l' istituto di Bollate, avvicinandosi alla sua dolce metà. Perché continuare a tenere divisi questi due innamorati? Ci sembra una crudeltà priva di senso e di scopo. E come se non bastasse ora si mormora pure che qualcuno abbia messo gli occhi su Rosa e voglia soffiarla al suo legittimo sposo, e che la donna faccia strage sì, però di cuori, persino tra le pareti fredde e desolanti del penitenziario.
Lo avevamo già scritto, ma lo ripetiamo: quella dei Romano potrebbe essere una delle storie d' amore più romantiche di sempre se non fosse intrecciata a quella che fu definita dal pm Massimo Astori «la più atroce impresa criminale nella storia della Repubblica». Insomma, Olindo e Rosa a Renzo e Lucia, così come a Romeo e Giulietta, gli fanno un baffo.
Speriamo in un lieto fine o in un fine pena.