BEVI E GODI CON CRISTIANA LAURO – LO FANNO MEGLIO I FRANCESI O GLI ITALIANI (IL VINO)? LA COSA CERTA È CHE LORO SONO PIÙ ABILI A COMMERCIALIZZARE A PREZZI DECISAMENTE PIÙ ALTI DEI NOSTRI. MA PERCHÉ? LA QUESTIONE È SIA STORICA CHE DI MARKETING. LA FRANCIA HA 300 ANNI DI VANTAGGIO SUL BERE EDONISTICO. NON SOLO: CONSORZI E PRODUTTORI SONO UNITI E COMPATTI NEL CARTELLO DEI PREZZI – “CI SIAMO ABITUATI A CONSIDERARE I VINI FRANCESI COME IL ‘CUORE DEL FILETTO’, MA CI SONO ANCHE LA TRIPPA E LO SPEZZATINO. E SU QUESTO TEMA L’ITALIA BATTE LA FRANCIA A MANI BASSE..:”
Cristiana Lauro per www.ilsole24ore.com
Lo fanno meglio i francesi o gli italiani? Mi riferisco al vino, come sempre. La cosa certa è che loro sono più abili a commercializzarlo a prezzi decisamente più alti dei nostri. Considerando l’importante crescita riconosciuta della qualità dei vini italiani, perché la Francia viaggia a prezzi più alti? La questione è sia storica che di marketing o, perlomeno, possiamo stringerla a questi due campi fondamentali per cercare qualche risposta senza tanti giri di parole.
La Francia ha trecento anni di vantaggio riguardo al bere edonistico e non a caso le principali corone europee, dagli Zar alla casa reale inglese, hanno sempre consumato bottiglie francesi. Ai tempi non c’era il Barolo “inventato” da Cavour (che per inciso si ispirava a Bordeaux e non di certo alla Borgogna contadina). Colmare quel gap per ora non è facile, anche se prevedo sia prossimo al futuro del vino italiano e già sulla fascia media.
In Francia consorzi e produttori sono uniti e compatti nel cartello dei prezzi. I consorzi regionali, comunali, sub comunali – quindi con le varie denominazioni – stabiliscono un prezzo di uscita già piuttosto elevato viste le speculazioni cui sono sottoposti certi vini e questo si riversa sulle tasche degli importatori i quali devono poi decidere se rendere competitivo quel vino o meno sul mercato local e. Di fatto però négociant e piccoli produttori offrono listini allineati e questo è già un tema. Ma andiamo oltre. I produttori francesi si propongono all’estero insieme, aggregati, a differenza di quelli italiani che si presentano spesso da soli.
La Borgogna va come Borgogna, la Champagne come Champagne e Bordeaux come Bordeaux; si tratta di un aspetto fondamentale poiché presenta un vantaggio commerciale per tutti.
Un altro elemento da tenere presente è la percezione. Se guardiamo il Piemonte, ad esempio, i vini buoni si sono affacciati negli anni Sessanta, non prima. Penso a grandi etichette e a nomi di produttori che tengono alta la nostra bandiera ma che, ripeto, hanno molti meno anni di storia e di marketing sulle spalle. In Toscana la tradizione e la storia pescano più indietro nel tempo coi vini dei nobili; eppure le zone produttive transalpine blasonate hanno le radici piantate su una storia e una tradizione più solide.
Bordeaux sui mercati inglese, americano e non solo – quindi a livello internazionale – è stato esportato molto prima che ci muovessimo noi italiani e, a questo punto, corre l’obbligo di riconoscere un titolo di merito per il Lambrusco, il Prosecco e il Pinot Grigio che hanno aperto all’Italia mercati esteri di riferimento un po’ per tutti. Questa è storia, non soltanto il mio modesto parere. Pensate anche che, le bottiglie di vino francese di alto prestigio dedicate ai presidenti negli Usa, risalgono addirittura a fine Settecento.
Insomma, noi abbiamo un ritardo produttivo e di marketing rispetto alla Francia che ci lega a prezzi più bassi ma credo, tuttavia, che prima o poi arriveremo lì anche noi (e questa è una buona notizia).
Ci siamo abituati a considerare i vini francesi come il “cuore del filetto” che è quello che tutto il mondo va cercando e costa di più; ha raggiunto prezzi inavvicinabili e infatti è tutta roba che finisce nelle aste internazionali e non conviene più stappare poiché l’asset è di lusso finché la bottiglia resta chiusa, diciamolo!
Tuttavia oltre al cuore del filetto, consentitemi di dire che ci sono anche la trippa e lo spezzatino. Ecco su questo tema vi dico con certezza che l’Italia batte la Francia a mani basse. Poi (fin qui) sull’etichetta leggendaria vincono loro, c’è poco da aggiungere. Ma siamo proprio sicuri che sia una brutta notizia?
vini francesi 6CRISTIANA LAUROvini francesi 5vini francesi 4CRISTIANA LAURO.