brahim aoussaoui nizza attentato

MA QUALE LUPO SOLITARIO – BRAHIM AOUSSAUOI HA PIANIFICATO L’ATTENTATO A NIZZA DALL’ITALIA, E NON ERA SOLO: SBARCATO A LAMPEDUSA IL 20 SETTEMBRE, È RIMASTO ALMENO 12 GIORNI AD ALCAMO DA UN AMICO, UN ALTRO TUNISINO CHE LAVORAVA DA UNA SETTIMANA IN UN RISTORANTE DI KEBAB – GLI ARRESTI PER L'ATTACCO SONO SEI


Francia, altri due arresti per l'attacco a Nizza

(LaPresse) - Altri due arresti in Francia per l'attacco a Nizza di giovedì in cui hanno perso la vita 3 persone. Secondo quanto rilanciato da Bfmtv due persone sono state arrestate e poste in custodia della polizia nel tardo pomeriggio di sabato. I fermati sono sono due uomini di 25 e 63 anni, entrambi presenti a casa di un uomo precedentemente arrestato a Grasse sabato. Salgono così a 6 gli arresti sul caso.

 

Francesco De Remigis per “il Giornale”

 

Brahim Aoussaoui

Una rete chiamata «famiglia». Il puzzle dei contatti del killer di Nizza porta l'antiterrorismo francese a formare un primo «poker»: 4 persone in custodia in Francia. Mentre a sud, in Sicilia, si scava all'ombra dei kebab per chiudere il cerchio di «amicizie» che agli inquirenti italiani proprio non tornano.

 

E lasciano pensare che l'attacco sia stato logisticamente concepito in Italia; con l'ipotesi ancor più agghiacciante che arriva dalla procura tunisina, di un attentato «ordinato» prima di partire col barchino. Ancora una volta la mitologia del lupo solitario vacilla. Le tracce nei cellulari e il lavoro certosino di analisi della videosorveglianza di Nizza hanno mostrato che il killer ha pianificato l'azione: arrivare alla stazione alle 6,47, cambiarsi d'abito e infine colpire dentro la basilica di Notre-Dame, raggiunta senza problemi.

 

Conosceva benissimo la geografia di Nizza. Ma il «Grande Fratello» della «città degli angeli», 3.800 telecamere, lo ha visto per la prima volta in stazione. Non ci aveva quasi certamente mai messo piede. Tre coltelli, due telefoni cellulari. Un Corano nello zaino e un'organizzazione minuziosa alle spalle, con basi in Italia.

 

notre dame a nizza dopo l attentato

Infatti il tunisino sbarcato a Lampedusa il 20 settembre, dopo esser passato da Bari e in treno via Palermo, sembra rimasto per almeno 12 giorni ad Alcamo da un amico: un altro tunisino 30enne che lavorava da una settimana in un ristorante di kebab. L'amico che l'ha ospitato era un «neo-assunto», «tramite amici». Aveva una raccomandazione per preparare kebab. Pochi giorni dopo si è palesato Brahim, 21 anni. E da lì la sosta nel Belpaese. Poi è sparito. Il quarto uomo, fermato ieri a Grasse (Alpi marittime), 29 anni, anche lui tunisino, è invece sospettato d'aver fiancheggiato il killer nella giornata precedente all'attentato.

 

BRAHIM AOUSSAOUI

All'antiterrorismo italiana tocca ricostruire sul campo il percorso di Brahim Issaoui. Riuscita la traversata dalla Tunisia con un barchino, a Lampedusa il sistema di accoglienza italiano lo porta a Bari. Dove dei 405 migranti scesi dalla Rhapsody l'8 ottobre, due vengono arrestati e detenuti, 104 portati in centri di rimpatrio 177 nei centri: 22 hanno in tasca un decreto di espulsione e accompagnati alla stazione, liberi. È il caso di Brahim.

Si dice che abbia confidato ad alcuni compagni di viaggio il desiderio di lasciare l'Italia per la Francia dove avrebbe «famiglia». Proprio da questo termine, «famiglia», l'antiterrorismo italiana si è attivata per ricostruire la rete che gli ha dato supporto, cibo, armi e soldi. Nella «lente», anche due famiglie di immigrati residenti in Sicilia; poi l'arrivo in Francia apparentemente 24-48 ore prima di compiere il gesto.

 

migranti a lampedusa 2

Il trentenne tunisino che gli ha dato alloggio è stato solo interrogato: non è in stato di fermo. Una chiave tra il killer e il trentenne sembra però esserci. Ha detto «il minimo indispensabile». La Dda di Palermo indaga. Dossier dal respiro internazionale: Francia, Italia, Tunisia. Per la madre del killer, lui, un riparatore di motociclette, pregava solo da due anni e mezzo. «Non usciva e non comunicava con gli altri».

 

polizia entra nella chiesa di nizza

Almeno non di persona. In Tunisia, aveva precedenti penali per violenza e droga. E frequenti scambi di messaggi. Tasselli italiani si uniscono ai francesi. Un mauritano di 47 anni arrestato giovedì sera, perché le telecamere lo avevano immortalato col killer poco prima che agisse: vicino alla stazione ferroviaria di Nizza. Riunione preparatoria per l'attacco o incontro accidentale? Un terzo uomo fermato e posto in custodia venerdì sera: 33 anni, era a casa del mauritano. Brahim è ancora in terapia intensiva. Prognosi critica. Per ora non può essere interrogato per rispondere dell'accusa di omicidio in associazione terroristica». La quadra sulla cellula è comunque vicina.

le strade di nizza dopo l attentato

 

emmanuel macron a nizza dopo l attentatonave azzurra 1migranti lampedusa 1attentato a nizzanave azzurra 2migranti arrivano a lampedusalampedusa, hotspot al collasso 6migranti lampedusa attentato a nizza 4emmanuel macron a nizza dopo l attentato 1polizia entra nella chiesa di nizza 1attentato nizza

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini donald trump ursula von der leyen giorgia meloni ue unione europea

DAGOREPORT – IL VERTICE TRA GIORGIA MELONI E I SUOI VICEPREMIER È SERVITO ALLA PREMIER PER INCHIODARE IL TRUMPIAN-PUTINIANO SALVINI: GLI HA INTIMATO DI NON INIZIARE UNA GUERRIGLIA DI CRITICHE DAL MOMENTO IN CUI SARÀ UFFICIALE L’OK ITALIANO AL RIARMO UE (DOMANI AL CONSIGLIO EUROPEO ARRIVERÀ UN SÌ AL PROGETTO DI URSULA VON DER LEYEN), ACCUSANDOLO DI INCOERENZA – LA DUCETTA VIVE CON DISAGIO ANCHE LE MOSSE DI MARINE LE PEN, CHE SI STA DANDO UNA POSTURA “ISTITUZIONALE” CHE METTE IN IMBARAZZO LA PREMIER

ursula von der leyen giorgia meloni macron starmer armi difesa unione europea

DAGOREPORT – SI FA PRESTO A DIRE “RIARMIAMO L’EUROPA”, COME FA LA VON DER LEYEN. LA REALTÀ È UN PO’ PIÙ COMPLICATA: PER RECUPERARE IL RITARDO CON USA E RUSSIA SUGLI ARMAMENTI, CI VORRANNO DECENNI. E POI CHI SI INTESTA LA RIMESSA IN MOTO DELLA MACCHINA BELLICA EUROPEA? – IL TEMA È SOPRATTUTTO POLITICO E RIGUARDA LA CENTRALITÀ DI REGNO UNITO E FRANCIA: LONDRA NON È NEMMENO NELL’UE E L’ATTIVISMO DI MACRON FA INCAZZARE LA MELONI. A PROPOSITO: LA DUCETTA È ORMAI L’UNICA RIMASTA A GUARDIA DEL BIDONE SOVRANISTA TRUMPIANO IN EUROPA (SI È SMARCATA PERFINO MARINE LE PEN). IL GOVERNO ITALIANO, CON UN PUTINIANO COME VICEPREMIER, È L’ANELLO DEBOLE DELL’UE…

trump zelensky vance lucio caracciolo john elkann

DAGOREPORT – LUCIO E TANTE OMBRE: CRESCONO I MALUMORI DI ELKANN PER LE SPARATE TRUMPUTINIANE DI LUCIO CARACCIOLO - A “OTTO E MEZZO” HA ADDIRITTURA SOSTENUTO CHE I PAESI BALTICI “VORREBBERO INVADERE LA RUSSIA”- LA GOCCIA CHE HA FATTO TRABOCCARE IL VASO È STATA L’INTERVISTA RILASCIATA A “LIBERO” DAL DIRETTORE DI “LIMES” (RIVISTA MANTENUTA IN VITA DAL GRUPPO GEDI) - L'IGNOBILE TRAPPOLONE A ZELENSKY? PER CARACCIOLO, IL LEADER UCRAINO "SI E' SUICIDATO: NON HA RICONOSCIUTO IL RUOLO DI TRUMP" - E' ARRIVATO AL PUNTO DI DEFINIRLO UN OPPORTUNISTA INCHIAVARDATO ALLA POLTRONA CHE "FORSE SPERAVA DOPO IL LITIGIO DI AUMENTARE IL CONSENSO INTERNO..." - VIDEO

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – DA DE GASPERI A TOGLIATTI, DA CRAXI A BERLUSCONI, LE SCELTE DI POLITICA ESTERA SONO SEMPRE STATE CRUCIALI PER IL DESTINO DELL’ITALIA - ANCOR DI PIU' NELL’ERA DEL CAOS TRUMPIANO, LE QUESTIONI INTERNAZIONALI SONO DIVENTATE LA DISCRIMINANTE NON SOLO DEL GOVERNO MA DI OGNI PARTITO - NONOSTANTE I MEDIA DEL NOSTRO PAESE (SCHIERATI IN GRAN MAGGIORANZA CON LA DUCETTA) CERCHINO DI CREARE UNA CORTINA FUMOGENA CON LE SUPERCAZZOLE DI POLITICA DOMESTICA, IL FUTURO DEL GOVERNO MELONI SI DECIDE TRA WASHINGTON, LONDRA, BRUXELLES, PARIGI – DOPO IL SUMMIT DI STARMER, GIORGIA DEI DUE MONDI NON PUÒ PIÙ TRACCHEGGIARE A COLPI DI CAMALEONTISMO: STA CON L’UE O CON TRUMP E PUTIN?

friedrich merz

DAGOREPORT – IL “MAKE GERMANY GREAT AGAIN” DI FRIEDRICH MERZ: IMBRACCIARE IL BAZOOKA CON UN FONDO DA 500 MILIARDI PER LE INFRASTRUTTURE E UN PUNTO DI PIL PER LA DIFESA. MA PER FARLO, SERVE UN “BLITZKRIEG” SULLA COSTITUZIONE: UNA RIFORMA VOTATA DAI 2/3 DEL PARLAMENTO. CON IL NUOVO BUNDESTAG, È IMPOSSIBILE (SERVIREBBERO I VOTI DI AFD O DELLA SINISTRA DELLA LINKE). LA SOLUZIONE? FAR VOTARE LA RIFORMA DAL “VECCHIO” PARLAMENTO, DOVE LA MAGGIORANZA QUALIFICATA È FACILMENTE RAGGIUNGIBILE…

fulvio martusciello marina berlusconi antonio damato d'amato antonio tajani

DAGOREPORT – CE LA FARANNO TAJANI E I SUOI PEONES A SGANCIARE FORZA ITALIA DALLA FAMIGLIA BERLUSCONI? TUTTO PASSA DALLA FIDEIUSSIONI DA 99 MILIONI DI EURO, FIRMATE DA SILVIO, CHE TENGONO A GALLA IL PARTITO – IL RAS FORZISTA IN CAMPANIA, FULVIO MARTUSCIELLO, È AL LAVORO CON L’EX PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, ANTONIO D’AMATO: STANNO CERCANDO DEI “CAPITANI CORAGGIOSI” PER CREARE UNA CORDATA DI IMPRENDITORI CHE “RILEVI” FORZA ITALIA - LA QUESTIONE DEL SIMBOLO E IL NOME BERLUSCONI…