auto elettriche transizione ecologica green commissione unione europea ue ursula von der leyen stephane sejourne

A BRUXELLES SI ACCORGONO CHE LA TRANSIZIONE VERDE VA FRENATA PRIMA CHE FACCIA ALTRI DANNI ALL’INDUSTRIA – IL VICEPRESIDENTE ESECUTIVO DELLA COMMISSIONE, STÉPHANE SÉJOURNÉ (IN QUOTA RENEW), GARANTISCE CHE LA UE È PRONTA A “LAVORARE SULL’ADDIO A BENZINA E DIESEL SENZA PENALIZZARE LE AZIENDE”. TRADOTTO: RIVEDERE LE SANZIONI PER LE EMESSIONI E LA SCADENZA DEL 2035 PER PRODURRE AUTO NON ELETTRICHE – IN ITALIA I NUMERI SONO DA INCUBO: LA PRODUZIONE INDUSTRIALE È È IN CALO DA 21 MESI. IN 5 ANNI LA QUOTA DI RICCHEZZA GENERATA DAL SETTORE È SCESA DAL 19,9% AL 18,1% DEL PIL…

1 - ALLARME SULL’INDUSTRIA: «IN DISCESA DA 21 MESI»

Estratto dell’articolo di Rita Querzè per il “Corriere della Sera”

 

produzione industriale

Il punto è questo: prima del Covid, nel 2019, la quota di ricchezza generata dalla nostra industria era pari al 19,9% del Pil. Oggi siamo scesi al 18,1%. In pratica, due punti in meno in soli cinque anni. […]

 

Valore aggiunto

Gli epicentri del terremoto nella manifattura sono più di uno. Di certo l’auto. Ma anche l’elettrodomestico. E poi tessile e calzaturiero. Si potrebbe dire: possiamo produrre meno macchinari e «cose» se compensiamo con servizi e turismo. Ma non è proprio così: l’industria genera maggiore valore aggiunto e in molti casi offre lavoro di migliore qualità e più retribuito.

 

In questo scenario, da qualche mese l’industria continua a registrare sul calendario cattive notizie. Prima di tutto la produzione industriale è in calo da 21 mesi. Ieri, al bollettino già pieno di segni meno dell’Istat, si è aggiunto quello del centro studi di Confindustria. Che dice: «In ottobre la produzione continua a registrare un calo del 3,6% tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese del 2023). Un risultato pesantissimo in particolare per veicoli (-34,5%) e articoli in pelle (-17,2%)».

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI

Minori investimenti

Tempi duri, e così l’industria reagisce investendo di meno. Un indicatore interessante arriva dai dati — anche questi diffusi ieri — di Ucimu, l’associazione dei produttori di macchine utensili e robot. Macchine che vengono comprate dalle fabbriche che vogliono rinnovarsi e produrre meglio e di più. Ma nel 2023 il mercato interno è andato malissimo: meno 33,5% il valore delle vendite alle aziende italiane. Non un buon segnale. Perché meno un’impresa innova, meno sarà competitiva in futuro.

 

[…]

 

produzione industriale

Il nodo golden power

Intervistato dall’Ansa, il presidente di Confindustria ha rivolto una specie di chiamata alle armi a tutto il mondo della produzione. Non solo agli imprenditori, anche ai sindacati. «Il 2025 sarà un anno cruciale — ha detto Orsini —. Solo lavorando insieme anche con i sindacati possiamo affrontare le grandi sfide che ci attendono, per salvaguardare posti di lavoro e interi comparti industriali».

 

In altre parole: il nemico è fuori, a casa stringiamo i ranghi. Operazione non scontata. È in una fase conflittuale per esempio la negoziazione del nuovo contratto dei metalmeccanici, con scioperi articolati a livello territoriale in tutto il Paese.

 

emanuele orsini - confindustria

Da segnalare anche la posizione di Confindustria sul golden power, prospettato dal governo nell’elettrodomestico e non solo: «Il golden power è essenziale per proteggere asset strategici ma va applicato con equilibrio e trasparenza anche per essere attrattivi verso gli investitori esteri», avverte il presidente di Confindustria. Come dire: attenzione al bastone, con i capitali stranieri funziona meglio la carota.

 

2 - AUTO, L’APERTURA DI BRUXELLES «SIAMO PRONTI A LAVORARE SULL’ADDIO A BENZINA E DIESEL SENZA PENALIZZARE LE AZIENDE»

Estratto dell’articolo di Francesca Basso per il “Corriere della Sera”

 

Stephane Sejourne ursula von der leyen

«Ho scelto l’Italia come mia prima missione fuori dal Belgio. Poi andrò in Polonia, Francia e Germania. L’Italia è terza in Europa per la chimica ed è una delle principali potenze industriali: un esempio di capacità e abilità di esportazione». Stéphane Séjourné, 39 anni, francese, molto vicino al presidente Macron, è vicepresidente esecutivo della Commissione europea con la delega alla Prosperità e alla Strategia industriale.

 

Oggi è a Milano e visiterà l’impianto chimico della Syensqo a Bollate con il ministro delle Imprese Adolfo Urso e il presidente della Regione Attilio Fontana. Incontrerà anche la Confindustria.

 

Perché questa visita?

transizione ecologica - auto elettrica

«Il tessuto industriale italiano è motivo di orgoglio per l’Europa, soprattutto negli ultimi anni: è diventato un punto di riferimento per l’industrializzazione, l’occupazione e la capacità di conquistare altri mercati internazionali, per la sua forza di esportazione».

 

Il settore dell’auto è in sofferenza. Cosa intendete fare?

«L’industria dell’auto ha gli stessi problemi del resto dell’industria europea, che soffre per i prezzi dell’energia troppo alti, per la sovraccapacità produttiva esterna, in particolare cinese, che si riscontra in molti settori come l’acciaio e l’alluminio, e per la concorrenza sleale sul mercato. Vogliamo fare tutto il possibile per abbassare i prezzi dell’energia e garantire la certezza del diritto con clausole di salvaguardia».

 

Stephane Sejourne ursula von der leyen

Alcuni Paesi tra cui l’Italia chiedono di anticipare al 2025 dal 2026 la revisione delle regole che mettono al bando il motore a scoppio dal 2035. Cosa risponde?

«Dobbiamo essere pragmatici. La presidente von der Leyen avrà un dialogo strategico con i produttori e l’intera filiera, compresi i subappaltatori, nelle prossime settimane per mettere sul tavolo le difficoltà legate alla transizione. Sono pronto a iniziare a lavorare sulla clausola di revisione nel 2025 in modo da essere pronti nel 2026, perché se iniziamo nel 2026, saremo pronti nel 2027. Quindi iniziamo a esaminare i problemi, come farà la presidente».

 

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN - RAPPORTO COMPETITIVITA UE

Italia, Francia e Germania chiedono di eliminare le multe alle case automobilistiche per il 2025 se non raggiungono gli obiettivi di emissione di CO2. È d’accordo?

«I target fissati non sono in discussione. Ma la questione delle multe deve essere risolta in modo pragmatico per non penalizzare i produttori ai quali viene chiesto di fare molto».

 

[…]

 

Cosa farete?

«Ci sarà uno choc di semplificazione importante per le aziende e per tutta la filiera industriale: vogliamo avere un ambiente normativo molto più semplice per tutta l’industria, non solo per la chimica. Nei primi cento giorni presenteremo un piano per l’Industria pulita. E durante il mandato anche un fondo per la competitività, il cui scopo sarà quello di finanziare tutte le transizioni, per sostenere i produttori nei cambiamenti necessari per renderli più competitivi».

 

ursula von der leyen Stephane Sejourne

A cosa servirà il fondo?

«Il fondo farà tre cose. Primo, potrà intervenire come garanzia per i progetti che non hanno accesso al finanziamento attraverso le banche e il sistema finanziario tradizionale. Secondo, aiuterà i ricercatori e le start up innovative a crescere. Terzo aiuterà le scale-up (le startup che hanno superato la fase iniziale, ndr ): troppi progetti industriali promettenti vengono abbandonati o delocalizzati nella fase di sviluppo chiave.

Il fondo si applicherà a tutte industrie strategiche».

 

I settori saranno quelli del Rapporto Draghi?

«C’è molta sovrapposizione. Ma dobbiamo essere in grado di spiegare oggettivamente perché abbiamo scelto questi settori. Ecco i criteri: forti trasformazioni in atto con gli obiettivi di decarbonizzazione da raggiungere; settori fortemente colpiti dalla concorrenza internazionale e dalla concorrenza sleale.

 

transizione ecologica - auto elettrica

Come il settore dell’auto con la sovraccapacità cinese che destabilizza il mercato per i produttori europei. Poi le industrie di domani: il clean tech, biotecnologie, chimica. Infine i settori in cui l’Europa deve essere più autonoma. È importante per la sicurezza economica. Ricordiamo la crisi del Covid». […]

produzione industrialeEMMANUEL MACRON - MARIO DRAGHI

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…