UN COMPORTAMENTO CHE NON SI ACCETTA – A CAPO DELLA BANDA DEI FINTI VACCINI DI PALERMO C’ERA FILIPPO ACCETTA, VENDITORE AMBULANTE DI 52 ANNI, DA QUALCHE MESE DIVENTATO IL CAPOPOPOLO DEI NO VAX IN CITTÀ: INSIEME A UN AMICO È STATO IL PRIMO A FINGERE DI FARSI INOCULARE PER AVERE IL GREEN PASS ED ERA PRONTO A SGANCIARE ALTRI 400 EURO PER LA SECONDA MESSINSCENA – LA DIGOS LO PEDINAVA DA QUANDO AVEVA PRESENTATO IL REFERTO ALTERATO DI NEGATIVITÀ A UN TAMPONE PER…
Riccardo Lo Verso per il "Corriere della Sera"
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L'appuntamento per la seconda dose era fissato nelle prossime ore. Anche stavolta, dicono gli investigatori, sarebbe stata una messinscena, con la siringa svuotata del vaccino anti Covid un istante prima dell'iniezione. Filippo Accetta, 52 anni, non si presenterà. Da ieri è in stato di fermo, assieme ad un amico, Giuseppe Tomasino, 48 anni, e ad Anna Maria Lo Brano, un'infermiera, pure lei 52enne, che in cambio di soldi avrebbe organizzato il bluff dei vaccini nell'hub della Fiera del Mediterraneo a Palermo. La Procura contesta agli indagati i reati di corruzione, falso e peculato per quel bene dello Stato, il vaccino, gettato via.
Dieci i casi finora accertati, ma c'è il sospetto che siano di più. Si guarda soprattutto ad Accetta, che con la sua presenza in piazza e sui social si è cucito addosso il ruolo di capopopolo palermitano dei no vax. Potrebbe avere suggerito ad altre persone di rivolgersi all'infermiera, dipendente dell'ospedale Civico, il più grande della città, che faceva lo straordinario alla Fiera. In più avrebbe incassato cifre comprese fra 100 e 450 euro per svuotare la siringa in una garza prima dell'iniezione. L'indagine è partita da un controllo al porto di Palermo.
Accetta lo scorso settembre mostrò un referto «alterato» di negatività al tampone ed è finito sotto intercettazione. «La dottoressa vi aspetta qua», diceva Accetta ai figli il 10 novembre scorso. I poliziotti della Digos li hanno pedinati. Tomasino, che nella vita fa il commerciante di detersivi, spiegava: «Però vedi che io nella bambagia ce l'ho visto buttare...». «Pure a me», confermava Accetta. Il bruciore al braccio avvertito da suo figlio era dettato dal «panico». Gli indagati parlavano degli «altri 400 euro» che servivano per la seconda dose, dopo che Accetta ne aveva già sborsati 450. «Ci vediamo al corridoio C», diceva Lo Brano ad altre persone a telefono. Si era sparsa la voce. All'altro capo della cornetta c'era gente disposta a tutto pur di non vaccinarsi e ottenere il green pass. Come «un padre di famiglia» che ha «pagato 450 euro per tre».
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O come la madre di una ragazza che «è in ansia, è andata fuori di testa». Le telecamere della Digos, d'intesa con i vertici dell'hub, hanno registrato le finte vaccinazioni, comprese quelle di un poliziotto e di una collega dell'infermiera. L'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha avviato le procedure per il licenziamento. Gli investigatori, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Sergio Demontis, scavano nella rete di relazioni di Accetta, venditore ambulante di prodotti tipici della cucina siciliana.
matteo salvini e filippo accetta
«Quelli come noi non mollano mai», ripeteva su Facebook prima di manifestare in giro per l'Italia contro governo, vaccini e green pass. In passato è stato leader di un gruppo di precari negli anni in cui Palermo veniva messa a ferro e a fuoco per avere la stabilizzazione. Di recente ha pensato di trasformare il seguito social in consenso elettorale. Voleva candidarsi alle prossime comunali con la Lega. In rete circolano ancora le sue foto con Matteo Salvini, incontrato ad una cena elettorale. Ma i rapporti con il Carroccio sono interrotti da qualche mese, e Accetta ha smesso di parlare della candidatura.
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«Nessuno gliel'ha mai prospettata e con Salvini non c'è stato nulla di più di un selfie in mezzo a centinaia di persone in occasione di una tappa a Palermo», dicono dallo staff del leader leghista. Accetta è tornato a sparare contro «i vaccini che non fermano i contagi». C'è un video su TikTok in cui finge di vaccinarsi con un prodotto per il corpo della Johnson & Johnson. In maggio, durante la trasmissione «Dritto e rovescio» su Rete 4, raccontava in lacrime la sua disastrosa condizione economica dopo 15 mesi di stop forzato dell'attività per le restrizioni anti Covid.
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