eugenio sandro diomira pertini

IL CASO DI EUGENIO PERTINI (FRATELLO DELL’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA) CHE MORÌ NEL LAGER DI FLOSSENBURG: L’AVVOCATURA DELLO STATO SI OPPONE AL RISARCIMENTO DI 250MILA EURO CHIESTO DALLA FIGLIA 90ENNE ALLA GERMANIA SOSTENENDO CHE NON SONO DIMOSTRATE LE SOFFERENZE PATITE NEL CAMPO DI CONCENTRAMENTO - SE IL GIUDICE LE DARÀ RAGIONE, IL RISTORO NON SARÀ A CARICO DEI TEDESCHI MA DEL MEF CON I SOLDI DEL FONDO PER LE VITTIME DEI CRIMINI NAZISTI ISTITUITO DAL GOVERNO DRAGHI NEL 2022 – IL LEGALE DELLA FAMIGLIA: “METTERE IN DISCUSSIONE LE SOFFERENZE PATITE IN UN LAGER È ASSURDO”

Andrea Priante per il “Corriere della Sera” - Estratti

eugenio pertini

 

«Questo è il destino, cara Oriana, il destino! Perché sono stato a Flossenbürg, e ho fatto i calcoli, e ho scoperto che nello stesso momento in cui alla testa dei partigiani inneggiavo alla libertà riconquistata in Milano… alla stessa ora dello stesso giorno… 25 aprile 1945... mio fratello veniva fucilato nel campo di Flossenbürg...».

 

Nel 1973, il futuro presidente della Repubblica Sandro Pertini, intervistato da Oriana Fallaci parlava così del fratello Eugenio, finito in un campo di concentramento nazista e ammazzato durante una «marcia della morte».

 

Ora, a quasi 80 anni da quell’omicidio, Diomira Pertini — la figlia di Eugenio — ha fatto causa alla Germania chiedendo un risarcimento danni di circa 250 mila euro.

 

Risarcimento che, se il giudice le darà ragione, non verrà pagato dai tedeschi ma dal Mef con i soldi del Fondo per le vittime dei crimini nazisti istituito dal governo Draghi nel 2022 e poi esteso (a 61 milioni di euro) dall’attuale governo. La causa civile si è aperta a maggio, in tribunale a Genova. E agli atti del procedimento ci sono i resoconti di diversi testimoni, oltre che di Sandro Pertini e di sua nipote.

 

(...)

sandro pertini

Ora arriva la causa civile, per chiedere la condanna della Germania e l’accesso al Fondo. Sono 1.350 i procedimenti intentati in questi ultimi anni dalle poche vittime dei crimini nazisti ancora in vita o dai loro eredi.

 

E se la Germania neppure si presenta in aula, è l’Avvocatura dello Stato italiano a opporsi sistematicamente ai risarcimenti, chiedendo ai giudici di respingere le richieste o quanto meno di ridurle il più possibile, accampando i motivi più disparati: dalla prescrizione alla mancanza di testimonianze dirette, fino a mettere in discussione la competenza dei tribunali italiani.

 

Le prime sentenze sono già arrivate: i tribunali stanno dando ragione alle vittime, ma l’Avvocatura fa ricorso e senza una sentenza definitiva il Mef non paga. È ciò che sta accadendo anche a Diomira Pertini, che ha citato la Germania per la deportazione, le condizioni inumane e i lavori forzati cui fu sottoposto il padre. L’Avvocatura si oppone sostenendo che non sono dimostrate le sofferenze patite nel campo di concentramento (come se non bastasse il nome, Flossenbürg, per evocare uno dei lager più duri e spietati della storia del Terzo Reich) e le modalità della morte.

diomira pertini

 

«Anche se sono trascorsi 80 anni, per tutte le vittime e i loro familiari rivivere gli atti criminali commessi dai nazisti con le deportazioni e gli eccidi, significa riaprire ferite dolorose», spiega l’avvocato Cristina Florean, che assieme al collega Walter Bissoli assiste Diomira Pertini nella causa contro la Germania.

 

«Mettere in discussione le sofferenze patite da chiunque sia stato recluso a Flossenbürg, o andare a sindacare se sia stato o meno ucciso con un colpo di pistola piuttosto che sia morto di stenti, mi sembra assurdo. È come se lo Stato si arrampicasse sugli specchi per rinviare il più possibile il momento in cui il ministero sarà chiamato a risarcire».

sandro pertini carla voltolinasandro pertini con pantaloni alla zuavasandro pertini comizio nella milano appena liberatasandro pertinisandro pertini carla voltolina

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…