LE COLPE DEI PADRI RICADONO SUI FIGLI - LA CASSAZIONE CONFERMA L'ADOTTABILITÀ DEL BAMBINO NATO DALLA RELAZIONE TRA MARTINA LEVATO E ALEXANDER BOETTCHER, I DUE GIOVANI RESPONSABILI DELLE AGGRESSIONI ALL'ACIDO MESSE A SEGNO A MILANO - I GIUDICI HANNO RESPINTO ANCHE I RICORSI DEI NONNI DEL BAMBINO CHE SI PROPONEVANO COME ADOTTANTI
(ANSA) - La Cassazione ha confermato l'adottabilità del bambino nato dalla relazione tra Martina Levato e Alexander Boettcher, i due giovani responsabili delle aggressioni all'acido messe a segno a Milano. La Suprema Corte ha respinto anche i ricorsi dei nonni del bambino che si proponevano come adottanti.
Il Pg della Cassazione Francesca Ceriani aveva chiesto ai magistrati della prima sezione civile di affidare ai nonni materni il figlio di Martina e Alexander, nato il 15 agosto del 2015 quando sua madre era già in carcere (dal 28 dicembre 2014) e che si trova presso una famiglia in condizione di pre-affido. La Cassazione, invece, ha confermato che deve essere adottato, come stabilito in primo e secondo grado.
"I figli - aveva detto il pg - non si tolgono nemmeno ai mafiosi perché ogni bambino ha diritto a crescere nella famiglia dove è nato, e anche se Alexander Boettcher (condannato a 14 e 23 anni nei due processi sui blitz con l'acido, ndr) e Martina Levato (condannata a 20 anni, ndr) sono responsabili di crimini raccapriccianti, dare in adozione il loro figlio equivarrebbe a una non consentita operazione di genetica familiare, come se il piccolo fosse nato con una macchia. I nonni materni sono idonei a crescerlo e ne hanno diritto".
Il legale di Martina, l'avvocato Laura Cossar, nel suo ricorso in Cassazione aveva chiesto, in sostanza, che il piccolo venisse affidato all'ex studentessa bocconiana e in subordine che andasse in affido in un'altra famiglia per un periodo che le consentisse di scontare la pena. Il Tribunale per i minorenni di Milano, infatti, già in primo grado aveva dichiarato l'adottabilità del bimbo confermata dalla Corte d'Appello nel marzo 2017.
A "nessun figlio minore", nemmeno nel caso di Annamaria Franzoni, aveva scritto l'avvocato Cossar nel ricorso alla Suprema Corte, "è stato riservato il trattamento (discriminatorio e privativo del diritto alla propria identità personale e familiare)" applicato al bimbo nato dalla relazione tra Levato e l'ormai ex amante Boettcher, anche lui in carcere dal dicembre 2014 per i blitz a colpi di acido, a seguito dell'inchiesta del pm di Milano Marcello Musso.
ALEXANDER BOETTCHER E LA MOGLIE GORANA
Anche Boettcher aveva fatto ricorso in Cassazione per chiedere l'affidamento del bimbo alla nonna paterna. A entrambi i giovani i giudici milanesi avevano negato, a partire dall'ottobre del 2016, la possibilità di vedere ancora il bimbo, 'bloccando' con il primo verdetto gli incontri settimanali in carcere.
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