CI VUOLE SALMA E SANGUE FREDDO - SONO FINITI NEI GUAI 13 SEPPELLITORI DELL'AMA CHE ESTRAEVANO CADAVERI DAI LOCULI DEL CIMITERO DI PRIMA PORTA, A ROMA, PER FARLI A PEZZI E CHIEDERE DAI 50 AI 300 EURO AI PARENTI DEI DEFUNTI, SPIEGANDO CHE ERANO NECESSARI AL TRASFERIMENTO DEI RESTI IN UNA CASSETTA PIÙ PICCOLA E ALLA LUCIDATURA DELLA LAPIDE - PER LA PROCURA, CHE LI ACCUSA DI VILIPENDIO DI CADAVERE E TRUFFA IN CONCORSO, ERA SOLO UN MODO PER ARROTONDARE LO STIPENDIO - LE IMMAGINI INQUIETANTI CHE LI RIPRENDONO CON COLTELLO E ARNESI IN MANO...
Francesca De Martino per “Il Messaggero”
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Su richiesta di alcuni operai delle ditte di onoranze funebri avrebbero estratto almeno tre salme dai loculi del cimitero di Prima Porta e, con tanto di arnesi alla mano, le avrebbero sezionate e ridotte in pezzi.
Poi avrebbero chiesto ai parenti dei defunti del denaro, dai 50 ai 300 euro, per procedere a una «idonea estumulazione». Ma, per la Procura, quella procedura era tutt'altro che in regola.
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Per questi fatti, 13 dipendenti Ama e tre impiegati di tre diverse agenzie funebri sono finiti a processo davanti al Tribunale monocratico di Roma. Il pm Andrea Beccia contesta agli imputati i reati di vilipendio di cadavere e truffa in concorso.
ARMATI DI COLTELLI
Il primo caso contestato dalla Procura risale al 27 gennaio del 2020. Un addetto di un'agenzia funebre avrebbe dato l'ordine a sei dipendenti Ama di «mutilare» il cadavere di un defunto, custodito nel loculo di una cappella del cimitero di Prima Porta.
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Gli impiegati della municipalizzata si sarebbero dati da fare e, con tanto di coltelli e attrezzi alla mano, avrebbero ridotto in brandelli la salma. Una volta fatto a pezzi il corpo del defunto, avrebbero contattato una sua parente avanzando la richiesta di pagamento di 300 euro, spiegando che erano necessari al trasferimento dei resti in una cassetta più piccola e alla lucidatura della lapide.
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Ma per la Procura è stata una vera e propria farsa. Gli imputati «avrebbero fatto credere alla persona offesa che questa somma aggiuntiva - si legge nel capo d'imputazione - era necessaria per procedere alla legittima attività di estumulazione della salma», mentre in realtà si sarebbero accaniti nel distruggere i cadaveri «per riporre poi i resti nella cassetta ossea».
LE IMMAGINI DELLO SCEMPIO
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Alcuni degli imputati avrebbero messo in scena lo stesso copione il 22 e il 30 gennaio 2020, prima chiedendo 300 euro a un familiare di un defunto e poi 50 a un altro. Tutto il sistema è stato smascherato dalle immagini delle telecamere piazzate dai carabinieri del nucleo radiomobile nel cimitero Flaminio.
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Nascoste tra i vasi di fiori dei loculi, hanno ripreso lo scempio: i dipendenti dell'Ama, con tanto di divisa arancione, si disponevano intorno alla salma e iniziavano ad accanirsi su quest'ultima per fare a pezzi le ossa.
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Il cadavere veniva sezionato e tagliato con un coltello, i resti buttati nell'ossario comune. Il tutto per un solo obiettivo: arrotondare lo stipendio. La prossima udienza, in cui si inizieranno a sentire i primi testimoni, è fissata a ottobre.