testamenti falsi 2

OGNI LASCITO E' PERSO – ECCO COME LA BANDA DEI TESTAMENTI FALSI INCASSAVA LE EREDITÀ DI CHI NON AVEVA PARENTI - IL RAGGIRO NEI CONFRONTI DI TRE PERSONE DEL NORD ITALIA, SOLE AL MONDO, MAI STATE IN AMERICA, CHE RISULTANO AVER ANNI FA DESIGNATO PROPRI EREDI TRE CALABRESI DA TEMPO A NEW YORK - NEI DOCUMENTI REDATTI IN UN INGLESE TRADOTTO DALL'ITALIANO CON GOOGLE, INDIRIZZI INESISTENTI E...

Luigi Ferrarella per il “Corriere della Sera”

 

testamenti falsi 2

Lo «zio d'America» spuntava sempre tempestivo, quando in giro per l'Italia un attento studio dei giornali locali, e forse qualche dritta bancaria, coglievano la giacenza di consistenti eredità lasciate da persone morte senza familiari o amici che le reclamassero. Ma spuntava, guarda caso, sempre a fare l'esatto contrario del proverbiale «zio d'America»: a sorpresa arrivava non a portare soldi insperati, ma a portarli via, «impossessandosi di eredità cospicue e potenzialmente accaparrabili per la probabile assenza di parenti».

 

Sempre con lo stesso canovaccio inscenato dalla stessa compagnia di giro: testamenti fatti da due notai statunitensi Carmine J. Guadagno e Cirino Liotta, con i quali già almeno tre persone di tre distinte zone del Nord Italia (Milano, Vicenza e Mantova), sole al mondo e con pochi rapporti sociali, mai state in America, risultano aver anni fa designato propri eredi tre calabresi da tempo a New York, in forza di documenti apparentemente di provenienza ufficiale americana ma a ben vedere popolati da personaggi ricorrenti e indirizzi inesistenti all'interno di atti redatti in un inglese tradotto dall'italiano con Google.

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Ora la Procura di Milano - a partire da una denuncia presentata dall'avvocato Lodovico Della Penna per la persona offesa del curatore Mattia Tosi dell'eredità di un signore morto nel 2018 - sequestra d'urgenza l'eredità di L. P. (due case da 300.000 euro, mezzo milione in banca, una Bmw), ritenendo di avere già elementi per contestare la falsità dei testamenti, nonché delle certificazioni dell'asserito funzionario Luis Diaz della contea del Bronx.

 

«Un ampio disegno truffaldino esteso a più parti d'Italia, con altri casi probabilmente non ancora individuati, ben congegnato ma con qualche mossa maldestra che ha aiutato a smontare il castello di menzogne e falsità orchestrato» - riassume la Procura - «dall'avvocato Giuseppe Marra», penalista del foro di Reggio Calabria con studio a Villa San Giovanni (città attorno alla quale ruotano quasi tutti gli altri personaggi), «che agisce in rappresentanza di tutti i procuratori nominati da tutti gli eredi americani spesso nello stesso giorno».

 

TESTAMENTI FALSI

Ora la pm Maura Ripamonti - che coordina il lavoro del Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Calabria, della stazione dell'Arma a Castel Goffredo (Mantova), della sezione di polizia giudiziaria della Procura, e della Polizia Scientifica milanese per gli accertamenti grafologici sui testamenti - cercherà di risalire a ritroso in altri casi analoghi passati inosservati, e di ricostruire l'intera filiera di attori dell'ingegnoso meccanismo.

 

Per adesso le ipotesi di reato di «falsità in testamento olografo», «truffa aggravata», «falso materiale in atto pubblico» e «falso ideologico» risultano contestate (con la circostanza aggravante di aver commesso un reato per eseguirne poi altri) all'avvocato Marra, a Mario e Demetrio Bueti (padre e figlio), a Filippo Caminiti, a Bruno Romano e Cosmo Panuccio. «Occorre individuare i rapporti tra questi soggetti e gli altri che compaiono - motiva il sequestro la Procura -; capirne l'effettivo coinvolgimento; e scoprire come, una volta individuata la "vittima", riescano a reperire tutte le informazioni che servono per confezionare un testamento falso».

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