putin zelensky

COME FINIRA' LA GUERRA DI PUTIN IN UCRAINA? - IL "FINANCIAL TIMES" HA IPOTIZZATO CINQUE SCENARI - LA VITTORIA DEI RUSSI OGGI NON E' PIU' LA PIU' SCONTATA - LA RESISTENZA DEGLI UCRAINI HA FERMATO LA LORO AVANZATA. L'IPOTESI PIU' PROBABILE RESTA QUELLA DI ROVESCIARE ZELENSKY E INSEDIARE UN GOVERNO FANTOCCIO - MA NON E' NEANCHE ESCLUSO CHE SI ARRIVI A UNA SPARTIZIONE DELL'UCRAINA - C'E' ANCHE LO SCENARIO DA FINE DEL MONDO CON IL CONFLITTO NATO- RUSSIA

Da open.online

 

vladimir putin

In due settimane è successo di tutto. Il 24 febbraio l’inizio della guerra, l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi e da quel momento l’inizio di un incubo per la popolazione locale. Ora, però, a distanza di 17 giorni, non si vede la luce in fondo al tunnel: non è chiaro cosa voglia fare e fino a che punto voglia spingersi il presidente russo, nel frattempo isolato dal resto del mondo.

 

Cinque sono i possibili scenari, secondo il Financial Times, che riporta le ipotesi degli esperti. In molti, infatti, si aspettavano, almeno all’inizio, la resa di Zelensky e, dunque, la vittoria facile dei russi. E, invece, la resistenza ucraina continua a dare del filo da torcere a Putin, che sta scontando «errori strategici, carenze logistiche e errori di intelligence» avendo, tra l’altro, «ampiamente sottovalutato le capacità ucraine».

 

putin zelensky biden

L’altra ipotesi, ma al momento poco probabile, è quella di un golpe al Cremlino con gli oligarchi e l’esercito russo stanco delle continue sanzioni e dell’isolamento a cui è stata condannata alla Russia. Non si esclude nemmeno una guerra totale tra la Nato e la Russia, che è quella che fino ad ora si è voluto scongiurare, senza considerare poi il possibile intervento degli Usa. In quel caso scoppierebbe davvero la terza guerra mondiale. Ma vediamo nel dettaglio i cinque possibili scenari.

 

Vittoria dei russi e rovesciamento di Zelensky

vladimir putin 2

Questa, fino a poco tempo fa, sembrava essere l’ipotesi più scontata. La forza dei russi su quella (più debole) degli ucraini. E, invece, il popolo guidato da Zelensky ha dato prova di grande resistenza. Da qui sono nati i primi problemi per i russi. Anche ora, comunque, questa resta l’ipotesi più probabile, data la capacità militare di Mosca, anche se a rimetterci sarebbe prima di tutto Putin con perdite sia in termini di militari morti in guerra sia economici (la Russia, come dicevamo, è vicina al default) oltre alla reputazione che è ormai ai minimi storici.

 

guerra in ucraina 4

Anche il consenso interno, in verità, è in calo. Il presidente russo, quindi, per evitare di perdere su tutti i fronti, secondo alcuni esperti, potrebbe puntare a una vittoria totale, alla resa degli ucraini, al rovesciamento di Zelensky (o forse alla sua uccisione) con l’insediamento conseguente di un regime fantoccio, di un governo ucraino in esilio. Ma la resistenza del popolo potrebbe essere fortissima.

 

Vittoria dei russi a metà con la spartizione dell’Ucraina

Zelensky ha sempre rifiutato l’idea di vedere spaccato il suo Paese, con zone in mano ai russi e altre agli ucraini stessi. Però, questa potrebbe essere una possibile soluzione per uscire dal conflitto: insomma una mediazione che preveda uno Stato fantoccio a Kiev, con il controllo di buona parte dell’Ucraina, e un altro a ovest del Paese con a capo proprio Zelensky.

 

devastazione a dnipro

Un Donbass a parti rovesciate, insomma. E a confermarlo potrebbe essere anche la strategia militare di Putin che in queste settimane ha attaccato a nord, est, sud e su Kiev (ma non ad ovest). La soluzione potrebbe essere quella di avere un’Ucraina filorussa a est e una filo-occidentale a ovest, con Leopoli capitale. In questo modo il presidente russo si assicurerebbe il cosiddetto “cuscinetto” tra la Russia e l’Occidente, che lo sta attaccando a colpi di sanzioni economiche durissime.

 

Un accordo negoziato: sì ad alcuni territori ma restano le sanzioni

il convoglio di carri armati russi in movimento foto satellitari

Si potrebbe arrivare, poi, ad un accordo negoziato che preveda concessioni alla Russia su territori (la Crimea e le aree del Donbass) che, di fatto, Zelensky controlla poco, lasciando però le sanzioni dell’Occidente a Mosca. Difficile pensare, infatti, che le relazioni internazionali possano tornare come al 23 febbraio, giorno prima della guerra.

 

Dal canto suo, l’Ucraina potrebbe accettare di perdere alcuni territori ma non si piegherebbe mai alla richiesta di smilitarizzazione del proprio territorio. Un cessate il fuoco, dunque, in cambio di una ritirata dei russi in una zona ben precisa dell’Ucraina o in cambio del Donbass e della Crimea, già annessa dai russi. L’Occidente comunque non farebbe un passo indietro: Usa e Ue hanno duramente contestato l’operato di Vladimir Putin. Le sanzioni resterebbero.

 

Il ritiro delle truppe russe e il rovesciamento di Putin

ucraina mariupol sotto attacco 5

Di difficile realizzazione ma comunque possibile, visto che la Russia di fatto è stata isolata dal resto del mondo. A rivoltarsi contro Putin, che detiene il potere da oltre 20 anni e che difficilmente lo lascerebbe così di punto in bianco, dovrebbero essere le élite e gli apparati militari anche perché il popolo, come hanno dimostrato i fatti di questi giorni, se scende in piazza, viene arrestato. Le proteste di massa dovrebbero aumentare con il rischio, però, che la popolazione venga stremata dai continui provvedimenti del presidente russo che, intanto, ha messo il bavaglio all’informazione, controllandola.

 

La guerra tra la Nato e la Russia

irpin ucraini in fuga 6

Una soluzione drastica, che tutti fino ad ora hanno escluso. Alla Russia, però, non piace che la Nato – che, intanto, si è rifiutata di istituire una no fly zone sull’Ucraina – abbia mandato armi a Kiev e che stia continuando a sanzionare i russi. Quest’ultimi hanno detto, senza mezzi termini, che l’invio dei caccia Mig polacchi a Kiev aprirebbe «uno scenario indesiderabile e potenzialmente pericoloso».

 

Quello che si teme sono gli attacchi alle linee di rifornimento occidentali all’Ucraina. In quel caso potrebbe davvero succedere di tutto. Anche perché Putin – che con questa guerra avrebbe voluto indebolire la Nato ottenendo, però, l’effetto opposto – ha già evocato il rischio del nucleare. E gli Usa? Per ora non intervengono: monitorano la situazione e non vogliono entrare nel conflitto. Anche perché, se così fosse, scoppierebbe davvero la terza guerra mondiale. Biden lo ha detto chiaro e tondo.

guerra in ucraina 2

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...