aleksandr lukashenko bielorussia vladimir putin

COME STA LUKASHENKO? – IL DITTATORE BIELORUSSO RICOMPARE IN PUBBLICO PER SMENTIRE LE VOCI DI MORTE O MALATTIA. PICCOLO MISTERO: NELL’IMMAGINE, SCATTATA AL COMANDO CENTRALE DELL’AERONAUTICA DI MINSK, AVEVA LA MANO SINISTRA BENDATA, MENTRE ALLA PARATA DI PUTIN DEL 9 MAGGIO ERA LA DESTRA. UN MODO PER DEPISTARE E NASCONDERE QUALCOS’ALTRO? LE IPOTESI SI SPRECANO, COMPRESA QUELLA DI UN INTERVENTO DEL CREMLINO. MA CHE BISOGNO C’È, VISTO CHE LUKASHENKO È GIÀ APPECORONATO A PUTIN?

 

 

 

1. COME STA LUKASHENKA?

Estratto dell’articolo di Micol Flammini per “il Foglio”

 

ALEKSANDR LUKASHENKO RICOMPARE IN PUBBLICO CON LA MANO BENDATA

Il sito di notizie ucraino Kyiv Post si domanda: “Lukashenka è forse morto?”. Il dittatore bielorusso, dopo giorni in cui non si mostrava in pubblico, si è fatto vedere al comando centrale dell’aeronautica con la mano sinistra bendata, impettito, rigido.

 

[…] Nel fine settimana non si era presentato alla festa dell’inno e della bandiera, una ricorrenza voluta da lui: la maggior parte dei bielorussi al vessillo rosso e verde imposto […] in continuità con i tempi sovietici preferisce invece quello bianco-rosso-bianco che sventolava durante le proteste del 2020. Per l’occasione il discorso l’ha tenuto il primo ministro Roman Golovchenko.

 

vladimir putin e aleksandr lukashenko il 9 maggio 2023 a mosca

Il 9 maggio scorso, il dittatore bielorusso era a Mosca ad assistere alla parata della vittoria, sedeva tra i veterani sugli spalti con aria sofferente e con la mano destra bendata, ha chiesto una macchina per percorrere circa cento metri e andare a deporre i fiori assieme a gli altri leader internazionali. Non ha partecipato al pranzo al Cremlino, proprio lui, che tra tutti i presenti […] è sempre stato il più entusiasta dei simbolismi sovietici e dell’amicizia con la Russia.

 

aleksandr lukashenko alla parata del 9 maggio 2023 a mosca

Il Cremlino ha detto di non essere stato informato di eventuali problemi di salute di Lukashenka. L’opposizione bielorussa, però, ne parla in abbondanza e la leader Svjatlana Tikhanovskaya ha detto che […] bisogna essere pronti a […] tornare.

 

Qualcosa a Minsk rimane coperto e come sempre nelle autocrazie, il corpo del leader e le sue malattie rimangono ammantate nel mistero. Lukashenka da anni coltiva il suo delfino: suo figlio Kolya, il preferito, l’ultimo. Però, in caso di malattia, chi davvero prenderà il suo posto, se il Cremlino o l’opposizione, sarà questione di rapidità. I cambiamenti hanno a che fare con la Bielorussia, con noi europei e con l’Ucraina.

 

kolya e aleksandr lukashenko

 

2. LE ASSENZE, LA VISITA IN OSPEDALE E UN VIDEO PIENO DI MISTERI DOV’È IL DITTATORE LUKASHENKO?

Estratto dell’articolo di Irene Soave per il “Corriere della Sera”

 

Le voci si rincorrono da aprile sui forum dell’opposizione in esilio e tra gli analisti.  L’assenza irrituale dall’annuale Cerimonia della Bandiera ha dato loro sostanza: servizi segreti, oppositori, diplomazie e le fonti di stampa più rigorose da ieri parlano apertamente dei mali dell’ultimo dittatore d’Europa. Il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko, 68 anni, è malato? Di più: è grave?

 

LUKASHENKO ALLA PARATA MILITARE A MOSCA 2

«Tutto può succedere», dunque «stiamo pronti a tornare alla democrazia», ha dichiarato ieri mattina presto la leader dell’opposizione in esilio, Svetlana Tikhanovskaja, rompendo il silenzio; ma anche, ha aggiunto subito, alle possibili interferenze di Mosca se il suo alleato più stretto, il «nonno» di Minsk che il sito dissidente Nexta chiama già «dittator catetere», dovesse venire meno.

 

Sabato sarebbe stato in ospedale: le auto con cui lui e la sicurezza si spostano hanno fermato il traffico di Minsk per due ore, al tramonto, lungo il fiume Drazda, per fermarsi nel maggiore policlinico pubblico della capitale. Da cui sono uscite, poi, voci di una miocardite infettiva, virali certamente su Telegram dove i gruppi dell’opposizione fibrillano. La notizia della visita e forse di un suo ricovero è stata ripresa ieri pomeriggio dall’autorevole Financial Times , e poi a cascata dai media di tutto il mondo.

 

svetlana tikhanovskaya

[…] Ieri l’agenzia di stampa bielorussa Belta , altrimenti muta al riguardo come tutte le istituzioni di Minsk, ha diffuso una sua foto e un suo video in divisa, che — classico quando si specula sui mali di un dittatore — anziché tacitare i dubbi li hanno moltiplicati. Nelle immagini  […]  Lukashenko ha una mano bendata; ma a Mosca, alla parata del 9 maggio, era la destra. Ieri era la sinistra. La sua voce, che pure parla di avvenimenti militari del fine settimana e mostra così che il video non è di repertorio, è roca e flebile; il viso sembra coperto di fondotinta. Rispetto al 9 maggio sembra esausto. Soprattutto, molto più magro.

LA MANO BENDATA DI LUKASHENKO

 

«Sì, abbiamo informazioni sui problemi di salute del dittatore», ha confermato Andriy Yusov, rappresentante della Direzione principale dell’intelligence ucraina alla stampa. «Ma non le divulgheremo. Più interessante per noi è la salute di Putin».

 

Dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov arriva l’invito ad «attenersi alle informazioni ufficiali», cioè nessuna. […] E proprio da Mosca, per le teorie del complotto più ardite — altro classico quando si ammala un dittatore — sarebbe stato avvelenato il «nonno», alleato numero uno di Putin ma anche pedina da buttare giù per conquistare facilmente, in mancanza dell’Ucraina, la Bielorussia.

 

«Ci siamo abituati», sorride scettico Dzianis Kuchynski, consigliere di primo piano di Svetlana Tikhanovskaja. «A novembre è morto il nostro ministro degli Esteri, e già allora c’è stato chi ha incolpato il Cremlino. Ma lo escludiamo. Mosca non avrebbe con chi sostituire Lukashenko. Lui è davvero il loro fedele numero uno». E se dovesse morire? Tikhanovskaja ha esortato a essere pronti a tutto. «Anche a interferenze dal Cremlino, che tenterebbe di mantenere sotto controllo il Paese e soprattutto i suoi dissidenti. Nell’opposizione», continua Kuchynski, «stiamo lavorando a piani precisi per quando morirà. […] Litigheranno, si divideranno. La Russia non gli ha mai creato un successore».

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