matteo salvini e il ponte sullo stretto - meme

SALVINI È FINITO IN UN VICOLO “STRETTO” – NONOSTANTE I PROCLAMI DEL CAPITONE, LA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ANCORA  RICEVUTO “UNA DECISIONE DEFINITIVA” DA PARTE DELL'ITALIA SUL PROGETTO DEL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA. TRADOTTO: AL MOMENTO, SOLO LA PARTE FERROVIARIA DELL'OPERA PUÒ OTTENERE I FINANZIAMENTI DA PARTE DI BRUXELLES – IL BLITZ DELLA LEGA CON DUE EMENDAMENTI: CHI PROTESTA IN MODO “MINACCIOSO O VIOLENTO” CONTRO LA REALIZZAZIONE DEL PONTE RISCHIERÀ 25 ANNI DI CARCERE. E SE UN POLIZIOTTO FINISCE SOTTO PROCESSO PER AVERLO PICCHIATO, LO STATO POTRÀ ANTICIPARGLI LE SPESE LEGALI...

PER UE SOLO PARTE FERROVIARIA PONTE STRETTO COFINANZIABILE

progetto ponte sullo stretto di messina

(ANSA) - La Commissione europea "non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva" da parte dell'Italia "per il ponte" sullo stretto di Messina, dunque "le mappe del regolamento Ten-t rivisto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea". Lo afferma la commissaria europea responsabile per i Trasporti, Adina Valean che spiega come solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento da parte Ue. (ANSA).

 

PONTE DI MESSINA, L’UE: "CO-FINANZIABILE SOLO LA PARTE FERROVIARIA"

Estratto dell’articolo di Emanuele Bonini per www.lastampa.it

 

matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina

Ponte di Messina, tutto fermo. Dall’Italia non arrivano indicazioni, e la Commissione attende che il Paese sciolga riserve e faccia sapere come intende procedere. Bruxelles è pronta, per quello che può, a sostenere il progetto, al momento quasi senza risorse europee.

 

Allo stato attuale, spiega la commissaria uscente per i Trasporti, Adina Valean, l’esecutivo comunitario «non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva per il ponte», e di conseguenza l’opera non è considerata né nella lista delle infrastrutture né all’interno delle mappe Ten-T, la grande rete strategica europea per mobilità e trasporti.

 

meme su Matteo Salvini e il ponte sullo stretto

Quando si parla di Ponte sullo stretto di Messina, a oggi, questo risulta «stadio di "studio/idea”». Al netto di annunci e proclami si muove poco in Italia, troppo poco perché a livello comunitario si possa dare un contributo. La Commissione può cofinanziare studi utili a capire la fattibilità di opere ed, eventualmente, prepararne la costruzione.

 

Una disponibilità già offerta al governo, che potrebbe beneficiare di un contributo pari al 50% dei costi totali ammissibili per gli studi. Però, allo stato attuale, specifica ancora Valean, «solo la parte ferroviaria del ponte di Messina sarebbe ammissibile al cofinanziamento dell'Ue», e niente di più. Anche perché i fondi strutturali, destinati alle regioni attraverso le politiche per la coesione, sono già destinati per altro. […]

 

MATTEO SALVINI E IL PLASTICO DEL PONTE SULLO STRETTO

A tutto questo si aggiunge un altro aspetto, tutto giuridico, su cui Valean vuole porre l’accento. L’accordo di partenariato 2021-2027 tra Italia e Unione europea individua come prioritari gli investimenti per la mobilità sostenibile in infrastrutture ferroviarie e limita gli investimenti in infrastrutture stradali alla riqualificazione selettiva delle strade di tipo secondario che collegano le aree interne.

 

In sintesi: priorità diverse da quelle sbandierate in Italia, fondi europei per le regioni non destinati al ponte, e un Paese che non scioglie le riserve. Tutti ostacoli a un ponte, quello di Messina, che resta sospeso.

 

PONTE SULLO STRETTO, BLITZ DELLA LEGA: FINO A 25 ANNI A CHI CONTESTA

Estratto dell’articolo di Paolo Frosina per www.ilfattoquotidiano.it

 

proteste contro il ponte sullo stretto a messina

Chi protesta in modo “minaccioso o violento” contro le grandi opere infrastrutturali, come il ponte sullo Stretto di Messina, rischierà oltre 25 anni di carcere. E se un poliziotto finisce sotto processo per averlo malmenato, lo Stato potrà anticipargli le spese legali (raddoppiate).

 

È il combinato disposto di due emendamenti approvati mercoledì al cosiddetto “pacchetto sicurezza“, il ddl approvato a novembre dal Consiglio dei ministri e ora in discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera.

 

È passata, infatti, la proposta del deputato leghista Igor Iezzi – sottoscritta anche dagli altri partiti di maggioranza – che introduce una nuova aggravante del reato di resistenza a pubblico ufficiale: la pena “è aumentata” se la violenza o la minaccia (elemento costitutivo della resistenza) “è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica“.

 

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA - MEME

Si tratta di un’aggravante generica, che non specifica l’aumento di pena e quindi consente di innalzarla fino a un terzo (in base alle norme generali). E va ad aggiungersi alle altre aggravanti già previste per lo stesso reato, in base alle quali – ad esempio – la pena va da tre a 15 anni se la violenza o minaccia è commessa “da più di dieci persone“, ed è aumentata fino a un terzo se il fatto è compiuto “nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico” oppure “con scritto anonimo, o in modo simbolico“.

 

Tirando le somme, quindi, un attivista che protesta in modo un po’ acceso di fronte al cantiere di una grande opera, in un gruppo di più di dieci persone, distribuendo volantini non firmati o prendendo parte a un flash mob, potrà essere punito con un massimo di quindici anni di carcere, più un terzo, più un altro terzo.

 

matteo salvini con il plastico del ponte sullo stretto di messina

Totale: quasi 27 anni. In base alla prima versione dell’emendamento Iezzi – poi riformulata – la pena sarebbe stata ancora più alta, perché l’aumento per la nuova aggravante era stabilito in una cornice “da un terzo a due terzi“. […]

progetto ponte sullo stretto di messina 3

PONTE SULLO STRUTTO - BY EMILIANO CARLI

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...