marco tronchetti provera giorgia meloni xi jinping

“NON C'È UNA RAGIONE OBIETTIVA PER ESSERE CONTRO IL SALARIO MINIMO” – CONSIGLI E STILETTATE DI MARCO TRONCHETTI PROVERA AL GOVERNO MELONI: “LA MANOVRA È DIFENSIVA IN UNA STAGIONE IN CUI LA COPERTA È CORTA. MA SERVONO INVESTIMENTI SUBITO. E SE SI TORNA AL VECCHIO PATTO DI STABILITÀ, L'ITALIA SI TROVERÀ IN UNA POSIZIONE DAVVERO COMPLESSA” – IL QUADRO INTERNAZIONALE VISTO DAL VICEPRESIDENTE DI PIRELLI: “QUANTO MALE PUÒ ANDARE? DIPENDE DA COME SI MUOVERÀ L'ECONOMIA CINESE E DI CONSEGUENZA L'ECONOMIA TEDESCA. NOI SIAMO MOLTO DIPENDENTI DA ENTRAMBE…” 

Estratto dell’articolo di Marco Zatterin per “la Stampa”

 

marco tronchetti provera

Subito più investimenti, sì al salario minimo e al taglio strutturale del cuneo fiscale, avanti con un nuovo Patto di Stabilità, mentre è giusto ragionare su privatizzazioni e riforme costituzionali, a patto che si tuteli la figura del capo dello Stato. E lo sciopero generale che riscalda le piazze? «Ci sono delle ragioni, ma va tenuto presente che la coperta è corta», risponde Marco Tronchetti Provera, mentre invoca un'Italia più determinata in una Ue più integrata. «Senza crescita e aumento della produttività - dice il vicepresidente esecutivo Pirelli - l'Europa è perdente». E anche noi non ce la caveremo bene.

 

Presidente, arriva la recessione. O no?

«È un miracolo che non si sia manifestata già in modo significativo. Il nostro cuscinetto sono i fondi del Pnrr e quelli strutturali europei: la manovra imposta dal governo va valutata nell'ambito delle risorse generali di cui disponiamo.

Ma qui si introduce l'eterno tema dell'attuazione dei progetti approvati che devono essere realizzati bene e in fretta».

 

matteo salvini marco tronchetti provera a villa taverna per la festa dell indipendenza usa

Quanto male può andare?

«Guerre a parte, dipende da come si muoverà l'economia cinese e di conseguenza l'economia tedesca che è molto dipendente da Pechino, come noi che siamo molto dipendenti da entrambe. Abbiamo le munizioni per evitare una grave recessione, ma siamo condizionati da un quadro generale in cui siamo spettatori e non attori».

 

Che si fa, allora?

«Tutto questo dovrebbe far riflettere, l'Italia e tutta l'Europa, sulla necessità di cambiare velocità, sull'integrazione tra Paesi membri e sull'affidare più ampi poteri alle sue istituzioni. Con le regole attuali, le strategie sono affidate al Consiglio europeo, che non decide perché è frenato dalle esigenze politiche di breve periodo dei diversi paesi. Fanno politica locale e ognuno è l'alibi dell'altro. In Europa il potere decisionale è frammentato e abbiamo solo un mercato e una moneta comuni. A differenza di Cina e Stati Uniti, non abbiamo le necessarie materie prime, né un esercito o una politica estera comune. Senza una maggiore integrazione non possiamo essere competitivi».

OLAF SCHOLZ XI JINPING

 

Gli investimenti sono fermi, la domanda è piatta e i risparmi crescono. Come può reagire l'Italia?

«In un ambiente recessivo, dove l'unica leva che viene utilizzata è monetaria, a livello macro in Europa le possibilità di superare un rallentamento dell'economia sono basse. L'inflazione era partita in modo apparentemente sano per la ripresa post pandemia, ma dopo la guerra in Ucraina e la fiammata delle materie prime, è stata usata solo la leva monetaria. In America è andata diversamente. L'inflazione è rimasta principalmente da domanda. L'hanno bilanciata aumentando i tassi, ma anche con una abbondante iniezione di dollari».

 

Se dovesse fare una sola cosa in Italia, cosa vorrebbe?

marco tronchetti provera

«Investimenti e quanto possibile per realizzarli nei tempi previsti. Questo, facendo leva sulle risorse a nostra disposizione, sul Pnrr e sui fondi strutturali europei attraverso la programmazione della Finanziaria. E anche supportando lo sviluppo con iniziative come Industria 4.0 o provvedimenti come l'Ace».

 

Come valuta la manovra di Giorgia Meloni?

«È difensiva in una stagione in cui la coperta è corta. Molto dipende dai cambiamenti europei. Se si torna all'antico, al vecchio Patto di stabilità, l'Italia si troverà in una posizione complessa. Un nuovo Patto ha per noi un'importanza vitale. Dovrebbe favorire gli investimenti produttivi e non basarsi solo su una visione di breve termine e di rispetto di parametri che solo alcuni possono rispettare».

 

Privatizzazioni? È il momento di vendere quote di Poste, Eni, Ferrovie?

GIORGIA MELONI ALLA MOSTRA DI TOLKIEN ALLA GNAM

«È comprensibile che ci sia un ragionamento».

 

È anche consigliabile?

«Nel momento in cui, in applicazione dei regolamenti europei, esiste il Golden Power e quindi si possono proteggere gli asset strategici, è possibile avviare dei percorsi di privatizzazione».

 

Con tutti problemi sul tavolo, Giorgia Meloni spinge per le riforme costituzionali e il premierato. Buona idea?

«È il genere di cose per cui "non è mai il tempo giusto".

La riforma presentata dal governo, a detta di molti esperti, presenta delle evidenti carenze. Detto questo, che ci sia un'anomalia di sistema per cui i governi cadono con una continuità quasi inquietante ogni anno è un dato di fatto. A buon senso, vanno fatte delle riforme. Se fosse possibile, sarebbe bene che maggioranza e opposizione convenissero per sistema le regole del gioco in modo tale da garantire una piena stabilità al paese. Ma capisco di entrare nell'area dei sogni».

 

sergio mattarella giorgia meloni

Cosa le piace di meno di questa riforma?

«È illogico prevedere che il presidente del Consiglio eletto possa essere sostituito da un parlamentare della maggioranza, affidando di fatto a quest'ultimo il potere di sciogliere le Camere. E poi va tutelato il Presidente della Repubblica perché in Italia, nei momenti difficili, ha un ruolo di garante super partes nella gestione dei conflitti politici. È una figura preziosissima».

 

Oggi è giorno di sciopero. Lo scontro politico è forte.

«C'è un'anomalia. Si è creato un garante, e tutti erano d'accordo. La sua neutralità va garantita e la sua azione va rispettata. Quello che dice il garante ha un senso, come ce l'ha quello che dice Landini. Alla fine, tutto diventa motivo di conflitto politico, manca la condivisione di che paese vogliamo e non si costruisce mai. Se abbiamo istituzioni di garanzia dobbiamo utilizzarle e rispettarle e se non funzionano dobbiamo riformarle».

 

Doveva insomma parlare solo il garante?

Tronchetti Provera

«Sì. Altrimenti diventa campagna elettorale. Giusto avere un garante e che il garante faccia il garante. E la politica dovrebbe solo riferirsi alle sue decisioni».

 

[...]

 

Lei è favorevole al salario minimo? Immagino che Pirelli non paghi nessuno meno di nove euro.

«Certo che no, i salari minimi da noi sono decisamente più alti. Non c'è una ragione obiettiva per essere contro, nessuna persona deve essere sfruttata. In certi settori, e in certi mestieri, il salario minimo rappresenta una tutela, anche se c'è chi può considerarlo una limitazione del suo potere negoziale». […]

MARCO TRONCHETTI PROVERA E I CINESI DI SINOCHEMgiorgia meloni foto di bacco. MARCO TRONCHETTI PROVERA SUL PALCO SERATA CALENDARIO PIRELLI

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO