giuseppe conte europa elezioni europee

CONTE VIAGGIA SPEDITO VERSO L'EURO-FLOP – NEL M5S C’È IL TERRORE DI FINIRE SOTTO IL 10% ALLE EUROPEE, DOPO IL TRACOLLO NELLE ULTIME REGIONALI – LE LISTE SONO MOSCISSIME: MANCANO NOMI DELLA SOCIETÀ CIVILE CAPACI DI ATTIRARE CONSENSI E NON SONO STATE CONCESSE DEROGHE AL LIMITE DEI DUE MANDATI A BIG COME DI BATTISTA E RAGGI (NEMICI GIURATI DI PEPPINIELLO APPULO) – SU 170 MILA ISCRITTI AL MOVIMENTO, HANNO VOTATO ONLINE IL VIA LIBERA ALLE CANDIDATURE APPENA 18 MILA PERSONE...

Estratto dell’articolo di Matteo Pucciarelli per “la Repubblica”

 

giuseppe conte

Se più indizi faranno una prova lo si saprà solo il 9 giugno, per adesso la certezza è che il M5S non si avvicina alle Europee in ottimo stato di salute. La composizione delle liste è stata votata sul sito del partito da sole 18mila persone, poco più di un decimo degli aventi diritto di voto, cioè i 170 mila iscritti.

 

Mancano nomi della società civile capaci di attirare consensi fuori dai confini classici e come ampiamente previsto non c’è stata alcuna deroga o apertura a nomi della vecchia guardia, tipo Alessandro Di Battista, Virginia Raggi, Roberto Fico.

 

virginia raggi alessandro di battista

Lo scouting di Giuseppe Conte non ha sortito alcun fuoco d’artificio, perlomeno a livello comunicativo: Ugo Biggeri di Banca Etica, il direttore de La Notizia Gaetano Pedullà, la ex calciatrice e allenatrice Carolina Morace, una figura nota dell’antimafia come Giuseppe Antoci. Stop.

 

Per il resto ci si affida all’usato sicuro: capolista nel Nord-Ovest è l’uscente Mariangela Danzì, al Nord-Est l’altra uscente Sabrina Pignedoli, al Sud l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, da sempre organico al M5S. Nonostante i sondaggi che attestano i 5 Stelle al 15-17 per cento, il combinato disposto di voti reali in Sardegna, Abruzzo e Basilicata e delle tendenze storiche è impietoso. Il terrore di finire attorno - se non sotto - il 10 per cento, è tanto.

 

beppe grillo luigi di maio alessandro di battista virginia raggi

Alle ultime regionali le liste del Movimento hanno preso rispettivamente il 7,8 per cento, 7 per cento e 7,7 per cento. Poi come detto c’è la casistica storica. Nel 2014 il Movimento era entrato per la prima volta in Parlamento da un anno e come oggi stava all’opposizione: i sondaggi lo accreditavano attorno al 25 per cento, la campagna elettorale fu aggressiva e antisistema, si parlava di referendum per l’uscita dall’euro, piazza piene. Il M5S prese il 21 per cento.

 

Cinque anni più tardi: il governo gialloverde era in carica da un anno, il reddito di cittadinanza era stato appena varato e dal cilindro comunicativo uscì fuori la storia ora sepolta nella memoria del franco svizzero. I sondaggi davano i 5 Stelle tra il 22 e il 24, presero il 17.

 

ELLY SCHLEIN - GIUSEPPE CONTE - MEME BY USBERGO

La costante è sempre una: alle elezioni per l’Europarlamento il Movimento va sempre peggio del previsto. In testa alle ragioni che ogni volta ci si prova a dare, c’è la questione delle preferenze. Da ex non-partito senza radicamento, con personale politico ridotto e regole inflessibili per le liste — no alle candidature civetta, no ai terzi mandati, votazioni interne che premiano gli attivisti, spesso sconosciuti al grande pubblico — diventa poi difficile presentarsi con nomi da centinaia di migliaia di preferenze, che quindi possano trainare un po’ il partito.

 

Come nel 2014 e nel 2019, anche stavolta il M5S non ha un gruppo europeo di riferimento da indicare. Archiviata l’epoca euroscettica che portò all’alleanza con il britannico Nigel Farage, con Conte alla guida si è tentato senza successo l’accordo a Bruxelles prima con i socialisti e poi con i verdi. […]

 

virginia raggi alessandro di battista

Lo strattone dell’ex presidente del Consiglio a Bari e in Puglia su un tema centrale per l’elettorato (attuale, passato e potenziale) come la legalità e la “questione morale” basterà per rivitalizzare il M5S? Difficile dirlo, di sicuro da giugno in poi Conte dovrà tornare a discutere con mezzo gruppo parlamentare di un argomento che ciclicamente torna sul tavolo: il tetto ai due mandati.

 

Con la propria leadership indebolita, il presidente dovrà scendere a patti con chi già pensa al dopo 2027. Se invece le Europee andranno bene, il M5S già oggi diventato partito di Conte sarà contiano in purezza.

ELLY SCHLEIN E GIUSEPPE CONTE ALESSANDRO DI BATTISTA VIRGINIA RAGGI PH LAPRESSEGIUSEPPE CONTE A BARI

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…