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TE LA DO' IO LA FISICA QUANTICA! - IL SESSO FOLLE SU UNA SEDIA A ROTELLE DI STEPHEN HAWKING: DAL “TRIANGOLO” CON LA PRIMA MOGLIE ALLE AVVENTURE CON LE INFERMIERE DA CUI EBBE TRE FIGLI - UN’ATTIVITA’ SESSUALE “CHE AVREBBE POTUTO UCCIDERLO”: "AVEVA IL CORPO DI UNA VITTIMA DELL'OLOCAUSTO" – IL RAPPORTO TEMPESTOSO CON LA SECONDA MOGLIE: “AVEVA BISOGNO DI STARE AL CENTRO, E SÌ, QUESTO A VOLTE MI PESAVA, SOPRATTUTTO  QUANDO FLIRTAVA CON UNA DELLE INFERMIERE MA POI PASSAVA”

FRANCESCA PIERANTOZZI per il Messaggero

 

hawking jane

«Alla fine, avrò vissuto una bella vita», scrisse Stephen Hawking nella sua autobiografia, pubblicata nel 2013 a 76 anni, 5 anni prima di morire e 50 anni dopo la diagnosi di Sla. Sì, fu una vita bella, piena, intensa, anche sentimentalmente, conferma oggi Leonard Mlodinow, suo amico e collega, l'unico forse ad aver condiviso con Stephen lo studio della fisica e le cene in famiglia.

 

Leonard c'era quando Stephen incontrò Jane a 20 anni, c'era quando si innamorarono, quando decisero che si sarebbero sposati anche se la diagnosi della Sla suonò come una sentenza di morte, c'era quando rivoluzionava la cosmologia moderna applicando la fisica quantica all'universo intero, e c'era quando incontrò Elaine dai capelli rosso fuoco, c'era quando litigavano a tavola, c'era quando si lasciarono e quando arrivò la giovanissima Diana.

 

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In «Stephen Hawking» un memoir appena uscito in Gran Bretagna per le edizioni Allen Lane, Mlodinow smentisce che il grande fisico pop star, sia stato solo spirito e mente imprigionato su una sedie a rotelle e dentro un sintetizzatore vocale: Stephen «non era un santo» scrive affettuosamente Mlodinow, ricordando come, quando voleva avere ragione, alzasse a tutto volume il suo sintetizzatore vocale per far tacere l'interlocutore.

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Né rinunciò mai all'amore, non fu «vittima passiva» nelle mani delle infermiere che negli anni si susseguirono al suo fianco. Due di loro dopo Jane, con cui ebbe i tre figli divennero sue compagne. E con entrambe la vita sentimentale fu più tumultuosa di quanto l'iconografia ufficiale abbia potuto lasciar pensare finora.

 

Mlodinow racconta, con pudore e vivacità, l'incontro con Elaine Mason, l'infermiera che cominciò a occuparsi di lui nell'85, quando, dopo la tracheotomia, perse definitivamente la voce.

 

Con Jane era finita, gli era stata accanto per più di vent' anni, occupandosi di lui, studiando con lui, scrivendo con lui, accompagnando la diminuzione del corpo. «Jane aveva finito per annichilirsi, una volta mi disse che non sapeva più chi fosse realmente - scrive Mlodinow Era convinta che l'attività sessuale avrebbe potuto ucciderlo, diceva che ormai aveva il corpo di una vittima dell'olocausto».

hawking elaine mason

 

Ma Stephen non era una vittima. Mlodinow racconta come Stephen non se la prese quando Jane gli annunciò che aveva un nuovo amore, Jonathan Hellyer Jones, il capo del coro della chiesa di Cambridge.

 

Al contrario, chiese discrezione e accolse anche Jonathan in casa, in un ménage che ormai comprendeva i tre figli, Bob, Lucy e Tim e anche Elaine. «La famiglia evolve e deve includere tutti» era l'idea di Stephen.

 

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Con Eilane la relazione fu «tempestosa». Mlodinow ricorda come lei fu accusata di maltrattamenti - mai però confermati dalle inchieste - ma che in realtà la love story era fatta di molta passione, di liti e riconciliazioni.

 

«Elaine non si sentì come Jane respinta dalla condizione fisica di Stephen, al contrario, era attratta da lui. Si separò dal marito, amava la forza di Stephen». Si sposarono nel '95. «Di sicuro scrive Mlodinow la loro fu una relazione tempestosa. Un momento era pazzo ti odio, non ti voglio vedere mai più e il minuto dopo era sei l'amore della mia vita, non potrei mai vivere senza di te».

 

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Elaine ha confessato di avere scoperto l'amore con Stephen, di non aver mai davvero amato il primo marito. Con Mlodinow, la ex signora Hawking (si separarono nel 2006 quando lui si innamorò di Diana King, un'altra delle sue infermiere, 39 anni più giovane) ammise che «Stephen aveva bisogno di stare sempre al centro dell'universo: questo gli dava energia, amava la gente.

 

Ha avuto una vita dura, ma era incredibilmente coraggioso. Mai, nemmeno una volta, l'ho sentito lamentarsi, ma aveva bisogno di stare al centro, e sì, questo a volte mi pesava, soprattutto quando ero stanca, o quando flirtava con una delle infermiere ma poi passava. È stato il mio unico amore».

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