JIHADISMO FATTO IN CASA - DALL’OPERAIO AL CALCIATORE PRO-TERRORISTI LE STORIE DEI MUSULM-ITALIANI DIVENUTI PROPAGANDISTI DELLA JIHAD - IL RAPPER CHE INNEGGIA AL MARTIRIO (“VOGLIO MORIRE A MANO ARMATA”) È SPARITO. FORSE È IN SIRIA

Andrea Cuomo per “il Giornale”

kouachi coulibalykouachi coulibaly

 

Calciatori, rapper, operai. Il terrore che non ti aspetti. I vicini di casa miti e sorridenti che non attirano l'attenzione ma sono cellule dormienti dell'Isis. Oppure fiancheggiatori. Oppure propagandisti della Jihad. A volte immigrati infilitratisi più o meno regolarmente all'uopo, spesso musulm-italiani di seconda generazione apparentemente integrati che magari raccontano alla famiglia di andare in vacanza con gli amici e invece vanno in Siria a combattere o a partecipare a stage di addestramento per poi tornare da noi a fare i bravi ragazzi kamikaze; a volte italiani convertiti, spesso i più integralisti. Ecco alcune storie, raccontate dalle cronache degli ultimi anni e dal fatidico testo «Il jihadismo autoctono in Italia» di Lorenzo Vidino, edito da Ispi.
 

cherif kouachi 2cherif kouachi 2

Andrea Campione è un operaio in una fabbrica di cornici nelle Marche. Un giovane chiuso, fidanzato con una marocchina. Si converte all'Islam, cambia il suo nome in Abdul Wahid As Siquili, nel tempo libero sul suo pc scrive libri che inneggiano alla lotta jihadista, legge manuali operativi per la realizzazione di ordigni e attentati. La Digos lo arresta a 28 anni, nell'aprile 2012, mentre si appresta a lasciare l'Italia diretto in Marocco. O forse in Afghanistan per l'arruolamento e l'addestramento.
 

cherif kouachi rap video 2005cherif kouachi rap video 2005

Mohamed Jarmoune è un ventenne di origini marocchine giunto in Italia all'età di 6 anni e cresciuto a Niardo, in Valcamonica. «In chiaro» è un operaio con il giro di amici, il bar e facebook. Nel chiuso della sua stanza tradurrebbe e divulgherebbe testi estremisti e manuali operativi e progetterebbe un attentato contro la comunità ebraica di Milano. Almeno così crede la procura di Brescia, che prima lo fa arrestare nel marzo 2012, quando ha vent'anni, e poi lo condanna a 5 anni e 4 mesi, che poi diverranno 4 anni e 8 mesi con lo sconto disposto dalla Carte d'Assise d'Appello. 
 

i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo  4i fratelli kouachi fuggono indisturbati dopo la strage a charlie hebdo 4

Anas el Abboubi, marocchino cresciuto a Vobarno, sempre nel Bresciano. Studente che, pochi giorni prima della maturità, nel giugno 2013, è arrestato per addestramento con finalità di terrorismo internazionale e incitamento alla discriminazione e alla violenza. Ha un blog su cui inneggia al martirio, rappa «Voglio morire a mano armata». Dopo qualche giorno in cella viene scarcerato dal Tribunale per la libertà. Sparisce pochi mesi dopo. Forse è in Siria, forse chissà.
 

amedy coulibalyamedy coulibaly

Mohammed Game è forse il più famoso dei terroristi homegrown, ovvero cresciuti in casa. Perito elettronico libico arrivato in Italia nel 2003.Una piccola impresa fiorente, poi qualcosa va storto e va in miseria. Quindi la radicalizzazione e , il 12 ottobre 2009, l'attentato: davanti alla caserma Santa Barbara di Milano Game fa esplodere un rudimentale ordigno di 4,6 kg che ha sottobraccio. Per fortuna l'esplosivo è così scadente che ferisce solo l'attentatore. 
 

Luca Abdullah Nur de Martini è un professore del liceo Dettori di Cagliari. Glottologo, si converte all'Islam nel 2003. Nel 2012 viene indagato perché sospettato di essere uno dei punti di contatto tra la rete jihadista internazionale e quella italiana. Lui nega di avere mai inneggiato alla violenza definendosi un salafita che scrive e diffonde scritti filosofico-politici.
 

coulibaly supermercato koshercoulibaly supermercato kosher

A.M.H., è cronaca degli scorsi giorni, è un calciatore di origine marocchina che gioca nello Stientese, squadra della provincia di Rovigo. All'indomani della strage di Parigi scrive sul suo profilo Facebook: «12 sono pochi» e «non mi piace perché è durato poco» e «quello dell'11 settembre era più bello». Perde il posto in squadra, ma non quello in Italia.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”