deborah lettieri crazy horse

CAVALLE E SEGUGI – ARRIVA A MILANO IL SEXY CABARET DEL “CRAZY HORSE”. DEBORAH LETTIERI, UNICA GLORIA ITALIANA DELLO SHOW A SENO NUDO: “LA DISCIPLINA È MILITARESCA, SIAMO VERE ATLETE, IN PIÙ C’È IL PESO PSICOLOGICO DEL TOPLESS” – “SOLO IO E 4 ALTRE, DETTE ‘CAPITANE’, POSSIAMO COMUNICARE CON I TECNICI MASCHI. NESSUN IMBARAZZO, SIAMO L’INCARNAZIONE DI UN SOGNO, L’AVANGUARDIA. IN ITALIA…” – VIDEO+FOTOGALLERY VIETATA AI MINORI

 

 

 

 

Laura Martellini per il “Corriere della Sera”

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L'unica italiana al Crazy Horse (è entrata nel cast nel 2012) trent' anni dopo Rosa Fumetto. La sola connazionale a guardare Parigi non più en rose attraverso la lente del cabaret più sensuale e sofisticato al mondo. Deborah Lettieri, 35 anni, sarà la gloria italiana (e Gloria di Parma è il suo nome d' arte, dalle origini) di Forever Crazy , lo spettacolo del cabaret a seno nudo, da mercoledì 13 a domenica 17 al Teatro Nuovo di Milano. La terza volta nel nostro Paese della compagnia.

 

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Precisa, al telefono da Parigi: «Il clima è di paura qui, abbiamo sostituito numeri che potevano sembrare dark e allusioni militari con coreografie più giocose, ma il Crazy Horse non si tocca. Per i parigini è un' istituzione, come la Tour Eiffel: sono la metà in sala, il resto turisti. La disciplina è militaresca, come nel 1951, quando il fondatore Alain Bernardin era riconoscibile da lontano per il profumo intenso. La prova generale è una a settimana, ma la giornata è scandita da sette ore di esercizi e chinesiterapia, per curare le distorsioni provocate dai tacchi».

 

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Prosegue: «Siamo vere atlete. In più c'è il peso psicologico del topless. Ma siamo molto tutelate. Prima e dopo l' esibizione viviamo in isolamento. Solo io e quattro altre, le cosiddette capitane , possiamo comunicare con i tecnici maschi. Come nel calcio. Due per ogni sera. Siamo molto pudiche».

 

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L'età conta, ma al rialzo: «A 35 anni mi avvicino al limite, ma al Crazy Horse non sono accettate giovani sotto i 18 anni. La donna che portiamo in scena è una bellezza matura, consapevole del suo potere. Una sedicenne non sarebbe credibile. Il 60 per cento del pubblico è formato da donne. L'empatia è immediata. Siamo l'avanguardia, non il passato: abbiamo anticipato fenomeni, ad esempio ospitando la drag queen Conchita Wurst, circondata da quattro di noi in barba e parrucca. Alcune colleghe erano contrarie. Hanno urlato allo scandalo».

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Un cervello e un corpo in fuga: «In Italia non sono riuscita ad entrare nel "cerchio magico".

Arrivata a Parigi su spinta della mia prima insegnante di danza Manuela Sinocchi, non mi hanno chiesto curriculum. Avevo "quel certo non so che", hanno detto. Ingaggiata subito. Scrissi a Rosa Fumetto su Facebook e lei rispose con un semplice "Enjoy! Goditela"».

 

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Imbarazzo? «Nessuno. Noi siamo l' incarnazione di un sogno. Tecnica, luci, colori. E testa. Il contrario della bella e sciocca. I francesi sono più aperti sull' erotismo. Il topless al Sud è normale. In Italia ci chiedono "Cosa fai, tu, di vero lavoro?". Oltralpe: "Wow!"».

Gloria di Parma fin da piccola: «Mio padre è rimasto vedovo quando avevo 15 mesi e mia sorella cinque anni. Dopo la scuola preparavo il pranzo. Iscrisse lei a danza e portò pure me. Rimasi folgorata. La prima volta che mi ha visto a Milano era impietrito dalle domande dei giornalisti. A Parigi si è rilassato. Ora ad ogni show in Italia organizza pullman da Parma».

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La tv italiana si è accorta di lei, giudice severa in Dance, dance, dance : «Ho accettato solo per dimostrare quanto danzare sia difficile. Sono ambiziosa, non voglio passare come una meteora. Se sono convinta torno, altrimenti sto bene così. Mi vedo coreografa in tv, o in un conservatorio come esiste in Francia che formi le danzatrici senza costringerle alla scuola dell' obbligo».

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