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CI RITROVIAMO IN "ALDI" MARE - ALLA DERIVA NEL PACIFICO PER UN MESE E MEZZO - L'INCREDIBILE AVVENTURA DI ALDI, UN GIOVANE INDONESIANO, SALVATO DOPO 90 GIORNI SOLO SU UNA ZATTERA CIRCONDATO DA SQUALI E DALLE ONDE DELL’OCEANO: ECCO COME E’ SOPRAVVISSUTO

Paolo Salom per il Corriere della Sera

 

A parte la tigre immaginaria della Vita di Pi, sulla scialuppa di Aldi Novel Adilang, pescatore diciannovenne indonesiano, tutto si è svolto come nello struggente film di Ang Lee: onde alte come un condominio di Giacarta; notti illuminate da una volta tanto fitta di stelle da non lasciar spazio nemmeno per un punto di nero; scrosci improvvisi di tempesta; pesci volanti e balene curiose che emergevano per osservare quello strano essere sperduto nell' Oceano Pacifico.

 

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Quarantanove giorni alla deriva su un esile vascello - un po' Kon-Tiki un po' zattera di Cast Away - un mese e mezzo solo in balia delle correnti. Aldi ha dovuto fare appello a ogni piccola energia nascosta nel suo fisico di adolescente per sopravvivere.

 

Non che ne fosse privo: da tre anni lavorava a 125 chilometri dalla costa di Manado, in Indonesia, per mantenere attive le lampade attrezzate per attirare i pesci che poi venivano catturati e portati sulla terraferma. Ogni settimana una barca gli portava viveri e acqua. E lui rimaneva lì, tra le onde, a svolgere il suo compito con qualunque condizione del mare. A proteggerlo una semplice capanna eretta su una base in bambù, ancorata al fondo con una gomena e tenuta in equilibrio da alcune boe.

 

Ma un bel giorno, lo scorso luglio, i venti scatenati da un tifone hanno strappato la fune che impediva alla casa fluttuante di perdersi nel blu. Per Aldi non c' è stato altro da fare che aggrapparsi con tutte le forze a quell' insieme di legni ormai senza più freni. Il suo racconto, riferito al Jakarta Post da Fajar Firdaus, funzionario consolare indonesiano a Osaka, in Giappone, non ha nulla da invidiare a un film: «Aldi ha visto passare vicino a lui almeno una decina di navi. Ma nessuno lo ha notato».

LA VITA DI PI

 

E il giovane guardiano delle lampade ha continuato a navigare trasportato verso Est giorno dopo giorno, settimana dopo settimana. I viveri che aveva in cambusa sono finiti presto. Ma mangiare non è stato tanto un problema: l' oceano ha dato pesce a sufficienza che lui cucinava bruciando il legno della sua zattera. Il problema più serio, bere, è stato risolto con un sistema ingegnoso: se non aveva più acqua piovana, Aldi filtrava quella del mare attraverso i suoi vestiti, per liberarla il più possibile dal sale.

 

Quella che con il tempo appariva insormontabile era la battaglia contro la solitudine: come si può vincere l' idea di non essere più ritrovati, di rimanere alla deriva per sempre? «A un certo punto - ha raccontato il giovane - ho pensato di farla finita. Ma è stato allora che mi è venuto in mente quello che mi dicevano i miei genitori: "Quando ti senti perduto, prega"».

 

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Così Aldi ha vinto la tentazione di tuffarsi nell' oceano.

Ha continuato a sperare: quando scorgeva una nave, gridava. Quando capiva che la sua barchetta era troppo piccola per essere individuata, piangeva. Fino a che, il 31 agosto, la «Arpeggio», battente bandiera panamense, lo ha finalmente raggiunto: in un video si vedono i marinai issarlo sul ponte, increduli ma premurosi. Aldi era salvo: ma era ormai arrivato nelle acque di Guam, a oltre 2.500 chilometri dal punto dipartenza. Trasportato in Giappone, è stato rimpatriato dopo qualche giorno, in buona salute. Chissà se tornerà a lavorare tra le onde.

 

VITA DI PI

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