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LA DOMUS DELLE MERAVIGLIE - GIOVE, GIUNONE, MINERVA, MA ANCHE ANUBI, ISIDE E SERAPIDE: DIVINITÀ ROMANE ED EGIZIE REGNANO INSIEME A ROMA NELLA DOMUS RIAPERTA DOPO 30 ANNI ALLE TERME DI CARACALLA – UN UNICUM NELL’ARTE ROMANA: PER LA PRIMA VOLTA ESPOSTI I FREGI DI ETA’ ADRIANEA. SPLENDE NEL COLOR ROSSO CINABRO LA FIGURA DI BACCO – “QUESTO SITO ARCHEOLOGICO E’ IL FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA CITTA’”
Carlo Alberto Bucci per “la Repubblica”
La stanza del culto nella Domus alle Terme di Caracalla
Da un lato Giove, Giunone e Minerva. Sulla parete opposta Anubi, Iside e, forse, Serapide. La Triade capitolina si confronta con tre divinità del pantheon egizio. In un ambiente carico di fascino sebbene le pitture a figura intera siano slavate come le matrone che scolorivano davanti agli occhi degli operai che avevano con la benna della metro scoperto e distrutto una domus (ma di Cinecittà) in Roma di Fellini.
«Il sincretismo tra culti greci e orientali non è una novità, basti pensare a Giove Ammone. Ma in nessuna parte esiste una doppia triade romano- egizia come quella che fu trovata nell'Ottocento a dieci metri di profondità e in prossimità delle Terme di Caracalla » , spiega Mirella Serlorenzi, direttrice del monumento.
ANUBI DOMUS TERME DI CARACALLA
Soggiogati dalla bellezza delle rovine alte fino a 37 metri, ma scabre come montagne riarse dal sole, e impreziosite adesso dai bronzi in forma di albero dello scultore Giuseppe Penone, i visitatori delle terme pubbliche volute dai Severi, e i cittadini romani, hanno un nuovo motivo per entrare nel nuovo, raccolto ambiente creato apposta ( a circa a 50 metri dalla domus originaria) nel sito archeologico che Daniela Porro definisce «il fiore all'occhiello di questa Soprintendenza e della città» .
PITTURE DEL TRICLINIO DOMUS TERME DI CARACALLA
Perché è pittura di altissimo livello, fatta di colori rari e costosi ( « rosso cinabro e blu d'Egitto » , sottolinea l'archeologa Silvia Fortunati « significa che i padroni di casa erano facoltosi»). Colori stesi per coprire interamente gli ambienti e la vita di tutti i giorni di una domus dell'età di Adriano che venne distrutta sotto Caracalla per costruire i bagni più grandi e magnifici dell'Urbe, nel 216 dopo Cristo.
Altra particolarità della dimora patrizia sepolta, i cui affreschi negli anni Settanta del secolo scorso sono stati strappati dal muro per salvarli dall'umidità e quindi ricollocati in un ambiente che riproduce fedelmente il sacello sacro della casa, « è che questa domus che sorgeva sul piccolo Aventino era inserita al piano terra di un'insula, come se ne trovano a Ostia ma non a Roma » , spiega l'archeologa Serlorenzi. Insomma, un appartamento di lusso in una palazzina di due piani.
« Oltre alla bellezza di queste pitture - sottolinea la soprintendente Porro - i visitatori potranno così cogliere un pezzo di storia e le trasformazioni della città antica » . E lo potranno capire grazie all'allestimento, agli apparati didattici, ai disegni e alle foto d'epoca ( lavoro di Alba Casaramona e Barbara Ciarrocchi della Soprintendenza) che ci mostrano com' era la " cappellina" sacra, il larario, della domus in cui si adorava il dio egizio con la testa di cane dipinto, nel 180 d.C., accanto a Giove e al resto della Triade capitolina.