DOPO AVER RESISTITO ALL’ACIDO E ALL’ODIO, LUCIA ANNIBALI DEVE RESISTERE AL PD, CHE VUOLE CANDIDARLA ALLE EUROPEE - IL SUO EX LUCA VARANI CONDANNATO A 20 ANNI COME MANDANTE DELL’AGGRESSIONE - 14 ANNI PER I DUE ESECUTORI ALBANESI

1 - SFIGURATA CON L'ACIDO, 20 ANNI ALL'EX
Grazia Longo per "La Stampa"

Applausi a Lucia, 37 anni, bella nonostante il volto sfigurato dall'acido, «Brava, auguri!». Sberleffi agli avvocati difensori dell'ex fidanzato Luca Varani, condannato a 20 anni per tentato omicidio, stalking e lesioni gravissime, «Buffoni, perché non ridete ora voi che ridevate l'udienza passata?».

La tensione si stempera così al momento della sentenza con cui il gip Maurizio Di Palma giudica Varani il mandante dell'aggressione all'avvocatessa da poco decorata cavaliere della Repubblica dal presidente Giorgio Napolitano. Quattordici anni invece - quattro in meno della richiesta del pm Monica Garulli, perché non è stata riconosciuta l'aggravante dello stalking - ai due sicari Rubin Talaban, esecutore materiale, e al «palo» Altistin Precetaj.

L'attesa del verdetto è breve, un'ora appena, e il fragoroso applauso esplode ancora prima dell'apertura della porta dell'aula giudiziaria del processo a porte chiuse con rito abbreviato. È la stessa Lucia - avvocato come Varani - a comunicarlo, tramite un messaggino alle amiche che affollano il corridoio del tribunale. Qualcuna piange di gioia, qualcun'altra gira subito il messaggio agli amici. Attonito Luca Varani, che quando il gip annuncia che il verdetto arriverà dopo un'ora guarda i suoi avvocati ed esclama: «Possibile così poco? Ma allora mi condanna! Io non ho ordinato di sfregiare Lucia ma solo la sua auto».

Piangono invece gli zii e i genitori di Lucia, mentre gli avvocati del condannato Roberto Brunelli e Francesco Maisano annunciano l'appello: «Per fortuna i prossimi due gradi di giudizio saranno ad Ancona e a Roma. Non si è mai vista una sentenza dopo solo un'ora di camera di consiglio. Per non parlare della pena, equiparata a quella di un omicidio conclamato».

In un amen si era risolto, il giallo di un orologio di Lucia da lei non immediatamente riconosciuto, per i problemi di vista causati dalle ustioni, e che secondo i difensori di Varani apparteneva invece all'aggressore.

Le prove contro Varani erano schiaccianti. Non solo, le indagini su di lui si erano attivate ancora prima del barattolo di acido lanciato sul viso della sua ex fidanzata. Già la mattina di quel maledetto 16 aprile di un anno fa, i carabinieri agli ordini del colonnello Giuseppe Donnarumma erano stati avvertiti da un «informatore» che «un avvocato con la Porsche sta preparando un attentato contro una donna».

I militari capiscono che si tratta di Varani e lo pedinano, lo vedono entrare nel palazzo dove abita Lucia ma non c'è niente che la colleghi a lui. Non un certificato di matrimonio, non una denuncia. La terribile verità si scoprirà solo la sera. «È tutta colpa del mio ex» rivelerà Lucia ai carabinieri, in ospedale. Varani viene arrestato la notte stessa e si scopre che aveva fatto distruggere la sua Smart parzialmente corrosa dall'acido. Poi spedisce in carcere ai due albanesi un «pizzino» dove suggeriva la versione da dare ai giudici. Ma i due si sono sempre avvalsi della facoltà di non rispondere.

2 - LUCIA: "HO CAPITO CHE SI PUÒ TORNARE A VIVERE ANCHE SE NON SI È PERFETTI"
Grazie Longo per "la Stampa"

Elegante - camicia di seta rosa pesca e nera, pantaloni a sigaretta scuri, scarpe con il tacco -, forte, determinata, coraggiosa. Ma anche sorprendente per la capacità di capovolgere l'approccio a un problema.

Fine di un incubo?
«Per la verità mi sono liberata dall'incubo la sera dell'aggressione. È proprio quella notte che é finito l'incubo della persecuzione ed è iniziata la mia nuova vita. Da quel momento ho ripreso le redini della mia vita. E non mi rimprovero nulla, quel che è accaduto era imprevedibile».

Chi è la nuova Lucia?
«Una donna che sa guardare al positivo, essere ottimista. Questa esperienza mi ha insegnato a essere molto ottimista nella vita e a cogliere il bello. Quando ti tolgono tutto e rischi di perdere tutto poi la vita ha un sapore diverso».

Potrà mai concedere il perdono al suo ex fidanzato?
«Dentro di me ho più che altro sentimenti positivi, non ho coltivato rabbia o rancore, le miserie le lascio agli altri. Ma penso a me, non a lui».

Quanto è importante per lei questa sentenza?
«Tanto, tantissimo. È una sentenza giusta, e sono contenta per me e per la mia famiglia. Se ho cercato di resistere è anche per loro. Ma rimane una vicenda triste, non c'era bisogno di arrivare a tanto (e con la mano indica il volto deturpato, ndr). Anche se in realtà non c'è niente che potrà ripagarmi né a me né alla mia famiglia di questo enorme dolore che ancora viviamo».

Chi le dà la forza?
«La trovo dentro di me. Grande è il desiderio di riprendere la mia vita e non dare soddisfazione a nessuno. Vado avanti come sempre, con la mia vita, la mia famiglia, i miei amici. Io vado avanti. L'importante è il mio benessere, il resto è un premio giusto al lavoro che è stato fatto dalla Procura, dai carabinieri, da tutti quelli che hanno lavorato a questo caso».

Com'è stato durante tutto il processo sedere a tre sedie di distanza da Luca Varani e sentire le sue dichiarazioni?
«È stata una prova molto difficile ma cercavo di concentrami su quel che c'è di positivo. E comunque quando lui parlava io uscivo dall'aula».

Cosa c'è per lei nell'immediato?
«Un altro intervento chirurgico (sorride, ndr)».

Accetterà di candidarsi alle elezioni Europee come le è stato proposto dal Pd?
«Non è questo il momento di pensare a questo. Ora voglio godermi il momento con la mia famiglia e i miei amici con cui starò insieme stasera. Non c'è nulla da festeggiare, ma ho piacere di condividere con loro la soddisfazione per l'esito del processo».

Lei è diventata suo malgrado un simbolo delle donne che subiscono violenza. Che cosa si sente di dire a chi si trova nelle sue condizioni?
«Di non perdere mai la speranza, di non annullarsi per colpa di certi uomini e di coltivare il desiderio di amore vero».

Quali sono stati il momento più bello e il più brutto in quest'ultimo anno?
«Il più bello è stato quando mi sono rialzata dal letto dopo un mese e mezzo di ospedale e mi sono resa conto di poter vedere, ancora male, ma che almeno non ero rimasta cieca. Il momento più brutto quella sera, quando ho realizzato che avevo questo acido in viso che mi stava corrodendo e che sarei anche potuta morire».

Quale messaggio vuole comunicare a chi soffre, a chi è stato ustionato come lei?
«Di non perdere mai la speranza, di pensare che comunque si può tornare alla vita anche se non si è perfetti».

 

LUCIA ANNIBALILUCA VARANI EX DI LUCIA ANNIBALILUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI LUCIA ANNIBALI INCONTRA GLI STUDENTI

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