DOTTORE, CHE FA, TOCCA? – IL PRIMARIO DEL POLICLINICO SAN MATTEO DI PAVIA, INDAGATO PER VIOLENZA SESSUALE, È ACCUSATO NON SOLO DALLE SPECIALIZZANDE, MA ANCHE DA UNA COLLEGA – LA DOTTORESSA HA RIFERITO AI CARABINIERI DI ESSERE STATA TOCCATA IN MANIERA AMBIGUA DALL'UOMO MENTRE ERANO ALLA SCRIVANIA – LE SPECIALIZZANDE HANNO DENUNCIATO POSIZIONI “INNATURALI” ASSUNTE DAL PRIMARIO PER SIMULARE ATTI SESSUALI E PALPEGGIAMENTI DURANTE LA SPIEGAZIONE DI ESAMI DIAGNOSTICI – NEGLI ATTI ANCHE LE CHAT WHATSAPP...
Estratto dell’articolo di Maria Fiore per www.lastampa.it
Nell’inchiesta sul primario al San Matteo e docente dell’Università di Pavia indagato dalla procura di Pavia per violenza sessuale sulle specializzande ha avuto un ruolo anche una medica che lavora nello stesso ospedale ma in un altro reparto.
La professionista, medica strutturata con diversi anni di lavoro in corsia, è tra le 11 vittime del procedimento, insieme quindi alle specializzande. La donna, come le sue colleghe più giovani, è stata sentita dai carabinieri durante i mesi di indagine.
Policlinico San Matteo di Pavia
Ha spiegato che alcune delle specializzande si erano confrontate con lei, per riferire dei comportamenti «sconvenienti» del primario e docente del corso di specializzazione dell’anno 2019/2020, finito nel mirino della procura. La medica ha però anche riferito di un episodio in cui sarebbe stata coinvolta direttamente e in cui il collega primario l’avrebbe toccata in maniera ambigua mentre erano alla scrivania. La donna avrebbe quindi confermato il clima che si respirava all’interno del reparto durante le ore di didattica del docente e primario [...]
Le giovani donne hanno parlato di posizioni “innaturali” che l’uomo assumeva per simulare atti sessuali, ma anche di palpeggiamenti e toccamenti in particolare durante la spiegazione di alcuni esami diagnostici. Testimonianze che sono bastate alla procura, attraverso la magistrata Valentina De Stefano, a chiudere le indagini per il primario con l’accusa di violenza sessuale aggravata «dall’aver commesso il fatto all’interno di un istituto di formazione con abuso di poteri e in violazione dei doveri inerenti alla pubblica funzione da lui svolta».
Oltre alle testimonianze, nelle mani della procura, che ora dovrà decidere se rinviare a giudizio l’indagato oppure archiviare la sua posizione, c’è anche una chat di Whatsapp, in cui le specializzande si scambiavano sensazioni su quanto avveniva in reparto nella relazione con il docente.
Una chat che, da quanto risulta, è stata fornita ai carabinieri di Pavia, che stavano indagando, da uno specializzando, rappresentante del corso, che aveva a sua volta raccolto le confidenze di alcune colleghe. L’inchiesta penale è partita in ritardo rispetto a quando i fatti si sarebbero verificati perché le presunte molestie sono emerse da un questionario anonimo, sottoposto agli specializzandi di quel corso solo nel 2021.
[...] A maggio, dopo avere cercato di raccogliere senza esito le testimonianze delle specializzande non più in forma anonima, l’Università chiude il procedimento disciplinare riservandosi di riaprirlo nel caso di denunce.
Le donne, però, parlano solo quando vengono convocate dai carabinieri, dopo l’esposto presentato dallo stesso Ateneo in procura. E stavolta lo fanno con nome e cognome. Solo una di loro, però presenta una denuncia formale contro il medico. Da quanto si è saputo ora lavora in un altro ospedale, mentre un paio di specializzande, poi assunte al San Matteo, sarebbero rimaste nello stesso reparto del primario.