ALT: DURANTE LA PANDEMIA I PORNO PRODOTTI E PUBBLICATI IN RETE DAI MINORENNI SONO AUMENTATI DEL 347% - NELLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CASI (81%) IN QUESTI RECITANO RAGAZZINE FRA GLI 11 E I 13 ANNI - GIÀ DA QUANDO HANNO 7 ANNI I BAMBINI SONO COSTRETTI A RECITARE NEI PORNO AUTOPRODOTTI CHE POTREBBERO ROVINARE LA LORO VITA...
Estratto dell’articolo di Franco Giubilei per “la Stampa”
Non esistono controlli, un adolescente accede liberamente al porno online con qualsiasi smartphone senza neanche bisogno di dichiararsi maggiorenne, come chiedevano una volta i siti hard.
L'ipocrisia è caduta insieme a ogni barriera di facciata e i minorenni vedono questi video fin da bambini, mentre si segnalano casi di pornodipendenza precoce, come la sedicenne che ha confidato la sua ossessione a un operatore di Telefono azzurro. I primi contatti con l'hard? Già alla scuola elementare, anche a otto anni d'età, dicono le associazioni impegnate a difesa dei minori.
Ma non è solo questione di consumo di pornografia da parte di ragazzini, che pure può danneggiare il loro approccio al sesso in un'età delicatissima: c'è un porno dal basso, realizzato e diffuso dai ragazzi stessi, che i lockdown da Covid hanno contribuito a far esplodere in conseguenza delle limitazioni nei rapporti diretti.
Così le autoproduzioni hard sono dilagate, come mostra il report della britannica Internet Watch Foundation: nel 2021 la circolazione di materiale autogenerato dai minori è aumentato del 347% rispetto ai livelli pre-pandemia, mentre le immagini autoprodotte hanno rappresentato il 72% del materiale analizzato complessivamente in quell'anno.
Nell'81% dei casi, le vittime sono ragazzine fra gli 11 e i 13 anni. Stessa tendenza confermata dai dati rilevati nel 2022, quando il fenomeno delle immagini autoprodotte ha coinvolto in massima parte vittime nella fascia 11-13 anni.
Intanto si abbassa ulteriormente l'età dei minori coinvolti: per Internet Watch Foundation i bambini fra i 7 e i 10 anni sono più che raddoppiati - in misura del 129% - rispetto all'anno precedente. Dal rapporto del 2022 emerge inoltre che il 96% delle vittime sono ragazze, a fronte comunque di un aumento del 137% di vittime di sesso maschile.
Questo per stare ai numeri, quanto alla dinamica usuale di diffusione dei materiali casalinghi, i ragazzi, dopo essersi filmati, fanno circolare i video in uno scambio fra coetanei che può sfociare, quando i rapporti si compromettono, in strumenti di vendetta (revenge porn), o di ricatto (sextortion). […]