LE 'NDRINE TORNANO A SPARARE - È STATO AMMAZZATO CON CINQUE COLPI DI PISTOLA L'EX NARCOS 50ENNE GIANCARLO POLIFRONI. L'OMICIDIO È AVVENUTO DAVANTI CASA SUA A BOVALINO, IN PROVINCIA DI REGGIO CALABRIA - POLIFRONI, AI DOMICILIARI, ERA STATO CONDANNATO PER L'OMICIDIO AVVENUTO NEL 2000 DEL MUSICISTA 28ENNE ANTONIO SPERANZA, CHE AVEVA CONTRATTO CON LUI UN DEBITO MAI PAGATO DI 300 MILA LIRE: POLIFRONI LO AVEVA ABBORDATO IN UN BAR E AMMAZZATO NELLE CAMPAGNE CALABRESI - L'ARRESTO E I 10 ANNI PASSATI IN GALERA...
Estratto dell’articolo di Alessia Candito per www.repubblica.it
Il fascicolo è ancora a Locri, traduzione per i non addetti ai lavori: l’omicidio di Giancarlo Polifroni, 50enne ex narcos freddato giovedì sera davanti alla sua casa di Bovalino, non è al momento un’indagine di ‘ndrangheta.
Ma dalla procura di Reggio Calabria, che quando c’è mafia di mezzo coordina le inchieste, seguono – e con parecchia attenzione – perché nella Locride l’ambiente si sta surriscaldando. O almeno questi sembrano i segnali.
Polifroni non era un boss, ma il suo comunque era un nome noto nella galassia del narcotraffico, in Calabria indissolubilmente legata ai clan. Per questioni di droga entra nel mirino degli investigatori già un quarto di secolo fa: era il 2000, l’uomo era già latitante, ma secondo gli inquirenti questo non gli aveva impedito di mettere in piedi un gigantesco traffico di marijuana con Bovalino come principale centro di distribuzione.
All’epoca Polifroni era già uccel di bosco per un’accusa di omicidio. Per un debito di appena 300mila lire aveva ammazzato il ventottenne Antonio Speranza, musicista punk e cofondatore della band degli Invece. Aveva comprato erba a credito e non aveva mai pagato: Polifroni, ai tempi piccolo trafficante in grande ascesa, non poteva lasciare “l’affronto” impunito”, pena la perdita di credibilità.
Aggancia il musicista in un bar, lo costringe a salire in auto e si dirige verso una zona isolata alla periferia del paese. È lì che il giorno dopo troveranno il suo cadavere. Gli investigatori ci mettono poco a bussare alla porta di Polifroni, ma lui è già sparito.
Viene arrestato solo anni dopo da latitante e condannato per il brutale omicidio del musicista, dietro le sbarre ci rimane per più di un decennio. Solo qualche mese fa era passato ai domiciliari e proprio davanti alla casa in cui li stava scontando è stato ammazzato.
Cinque colpi a distanza ravvicinata sparati da un’unica arma, una pistola semiautomatica di medio calibro, non gli hanno lasciato scampo. Per i carabinieri del Gruppo e della Compagnia di Locri potrebbe essere una vendetta o regolamento di conti tra trafficanti di droga, ma al momento non si esclude alcuna pista. [...]
Poco meno di due mesi fa, il 18 novembre, nelle campagne tra Bovalino e San Luca è stato ritrovato il suv carbonizzato di Antonio Strangio, sulla carta allevatore, in realtà rampollo del clan dei “Barbari”, la cui scomparsa era stata segnalata da giorni. Nel bagagliaio dell’auto ridotta a una pira, resti ossei e residui di indumenti e gioielli. Che sia lui, non si ha ancora certezza investigativa, sebbene la famiglia già da tempo sembri vestire il lutto. [...]